Gli occhiali veloci dominano la scena dell’eyewear da anni. Con le loro sfumature accecanti e forme improbabili, si sono guadagnati un posto d’onore tra i trend streetwear più amati. Un tempo riservati a sciatori e ciclisti, oggi li sfoggia praticamente chiunque. E chi poteva incarnare meglio questo mood se non il "fresco di zona" per eccellenza, Marcus Thuram? L’attaccante nerazzurro li ha trasformati nello statement piece assoluto della festa scudetto dell’Inter, scegliendo un paio di Oakley Kato azzurri impossibili da ignorare. Un power dressing da far impallidire persino Zendaya. Ma Thuram non è certo l’unico adepto. Katy Perry, nella sua recente rinascita, ha usato le sue maschere Balenciaga e Acne Studios per rilanciare una versione più sexy e grintosa di sé, lontana anni luce dalla "ragazza della porta accanto" dei suoi esordi. E anche Rosalía ha fatto degli occhiali veloci un accessorio imprescindibile della sua estetica MotoMami, tanto che ormai è impensabile vederla senza, che sia a una sfilata o persino al Met Gala.
E poi c’è Walton Goggins. L’attore americano, star di "The White Lotus" e "The Fallout", ha portato la sua ossessione per questi occhiali a un livello superiore: ha fondato Goggins Goggles, un brand che produce maschere pensate per lo sci ma che lui, ovviamente, sfoggia con nonchalance anche sui red carpet. L’ultimo a rilanciare il trend degli occhiali veloci? Nientemeno che Haider Ackermann, che dallo scorso maggio è il primo direttore creativo nella storia di Canada Goose. E come ha deciso di lasciare il segno? Facendo quello che nessuno si aspettava : una collezione di eyewear. E tra i diversi modelli spicca il gioiello della collezione, un modello che non può passare inosservato—parliamo del non plus ultra degli occhiali veloci, occhiali che diventano velocissimi: la versione con il laccio dietro.Ackermann ha completamente cavalcato l’onda di un trend e, diciamocelo, nessuno sentiva davvero il bisogno che anche Canada Goose si mettesse a fare occhiali dopo decenni di giacche imbottite. O forse sì? Forse era proprio l’ultimo tassello che mancava? Del resto, da quando ha preso in mano il brand, Ackermann non ha fatto altro che renderlo più visibile, ma senza snaturarlo, capacità per cui il designer francese era il candidato perfetto per il marchio canadese. Ha portato Canada Goose a un livello di esposizione mai visto prima, lanciando grandi campagne pubblicitarie e coinvolgendo personaggi del calibro di Ethan Hawke e numerosi attivisti ambientali per il suo primo progetto “Snow Goose”, dove la natura era al centro del discorso. E per l’occasione ha anche tirato fuori un progetto esclusivo a sostegno di Polar Bears International (PBI), che studia e protegge gli orsi polari e il loro habitat in pericolo. La mossa strategica? Una felpa dedicata e, per non rischiare di sbagliare, un volto che mette tutti d’accordo: Jane Fonda. Una leggenda, una che funziona sempre.
Ma torniamo agli occhiali. Ackermann non è certo il primo a sperimentare il modello con il laccio dietro—Dior, tra altri, ci era già arrivato prima. Però va detto che Canada Goose si occupa di abbigliamento tecnico dal 1957, e una linea di eyewear ultra-performante ha anche senso: protezione dal vento, dal freddo, dalla neve... e dall’essere antiestetici sicuramente. E poi c’è un dettaglio che non si può ignorare: Ackermann sta già mescolando l’eredità del suo recente atterraggio da Tom Ford con l’anima di Canada Goose, trasformando gli occhiali veloci in una versione più sexy e chic, ormai praticamente irresistibile Ora, la vera domanda è: lo ha fatto per infilarsi nel trend e far indossare Canada Goose alla Rosalía di turno su un red carpet? Oppure perché crede davvero che questi occhiali rispecchino la missione del brand, che è sempre stata quella di creare capi adatti alla natura e rispettosi della natura? In ogni caso, una cosa è certa: gli occhiali sono fighissimi. E dato il ritmo del riscaldamento globale, sciare potrebbe diventare un lontano ricordo, ma almeno ci rimarranno occhiali veloci molto cool da indossare in città.