Seg**oli per eccellenza sono in Gran Bretagna, Giappone e Francia. E oltre alle parole chiave più ricercate – dove ci confermiamo decisamente provinciali – è nelle festività natalizie che avviene un drastico calo nella fruizione di video pornografici (e forse anche del desiderio?)
In questo 2021 l’Italia ha avuto successi in ogni ambito, sportivo e non. Dai 100 metri con Jacobs, Agli Europei di calcio o di volley, passando per Colbrelli a Roubaix, l’Eurovision con i Maneskin fino al rialzo del Pil. Ma se le vittorie si costruiscono nel tempo, l’Italia è lanciatissima verso il podio anche nella classifica dei paesi fruitori di Pornhub. Il noto sito di contenuti pornografici ha reso noto, nei giorni scorsi, il proprio report annuale e l’Italia è salita dal settimo posto del 2020 al quinto dietro solo a Stati Uniti.
Seg**oli per eccellenza sono in Gran Bretagna, Giappone e fra i cugini francesi.
L’italiana o l’italiano che si concedono al piacere davanti a Pornhub sono prevalentemente patriottici. Infatti, in testa alla classifica dei termini più cercati c’è “italiano” o “dialoghi italiano” a dimostrazione che il porno scelto è rappresentazione della vita quotidiana, ben oltre il semplice orgasmo. Terzo posto per la parola Milf, mentre al quinto sale la categoria Hentai. Anche in Italia, come in Giappone, ci piace godere con i cartoni animati. Nella top 14 dei termini del Belpaese c’è poi Squirt, assente invece nelle classifiche di tutta Europa. Salgono vertiginosamente Mature (+11), Pompino (+14) e Tettone (+22).
La categoria più vista è Italian seguita da Mature, terzo posto per Lesbian. Chiudono la Top 5 Milf e Amateur. Noi italiani siamo un popolo basico, anche nel sesso. Ci piace l’Italia, ci piace il tricolore, anche per arrivare al godimento. Tanto che la pornostar più vista nello stivale è Malena La Pugliese, secondo posto per Martina Smeraldi che sorpassa Valentina Nappi. Godere sì, ma non perdiamo troppo tempo. In Italia ci piace il porno, però duriamo poco. Il tempo per la “visita” con orgasmo compreso su Pornhub è di 9 minuti e 43 secondi, in calo di 22 secondi rispetto all’anno passato, tempistica che pone il nostro paese all’undicesimo posto mondiale. Pensate, nelle Filippine si passano oltre gli undici minuti davanti ad un porno.
Godere sì, ma non durante le festività comandate. Almeno di fronte a uno schermo. Secondo le stime di Pornhub ci sarà un calo del 47% il giorno della Vigilia di Natale, meno 20% il giorno di Natale e addirittura il meno 60% a Capodanno. Anche perché “chi non tr**ba a Capodanno non tr**ba tutto l’anno”. Ci siamo addirittura fermati durante gli Eurovision, dove si è registrato un calo del meno 10% di accessi durante la finale canora. Entrando nello specifico, nella totalità della popolazione tricolore che va a cercare i pornazzi, c’è una grande differenza tra uomini e donne. Solo il 29% è di sesso femminile. Il che denota come il porno è ancora un tabù, e il solo pensiero che una donna possa andare alla scoperta del proprio corpo è considerato quasi uno scandalo.
Gli articoli apparsi in questi giorni dopo le dichiarazioni di Billie Eilish ne sono la conferma: l’emergenza porno sta solo nella mente di chi lo pensa. La sessualità viaggia sui binari della rete, anche nella generazione Z, per questo abbiamo bisogno di parlare di sesso. Nelle scuole, sui social, nella vita reale. Siamo un paese arretrato in questo versante, il che non significa mettere donne o uomini nudi sui giornali o sui cartelloni, ma affrontare il tema per fare una vera e propria educazione alla sessualità. E non si scandalizzino i benpensanti, prima o poi tutti inizieranno a toccarsi. Quindi tanto vale farlo con consapevolezza e cervello. Anche perché l’Italia vola nella classifica dei se**ioli anche grazie alla sua generazione Z. La fascia 18-24, quella dove il porno è diventato anche “educazione” alla sessualità per deficit legati appunto ai tabù di cui sopra, guida il paese. Il 33% dei fruitori di Pornhub appartiene a questa fascia d’età, il 25% alla Generazione Y (25-34), il 16% alla Generazione X (35-54), il 12% nella fascia 45-54 mentre solo il 9% nei Boomer (+55).
Mettendo da parte quei “non si può dire” o “non se ne può parlare” di estrazione tipicamente italica, dovremmo riflettere sui dati che Pornhub ci offre. La sessualità e la conoscenza del proprio corpo si apprendono prima online che nella vita reale? Il Pornhub di oggi è il “giornaletto” di ieri? Guardiamo porno italiani perché, come per le serie tv, non riusciamo ad ascoltare e capire qualcosa che non sia la lingua madre? Probabilmente sono affermative tutte e tre le risposte, perché in fondo i gusti pornografici sono lo specchio dello stato culturale del nostro paese.