Non si è ancora placata la polemica su Beatrice Venezi al Festival di Sanremo, che la “giovane leader del futuro” secondo Forbes fa di nuovo parlare di sé. Oggi, Festa internazionale della donna, a tutta pagina su Il Giornale Venezi è protagonista della pubblicità di un noto trattamento anticaduta per capelli che recita questo claim: “Attiva il tuo lato B…ioscalin” con la B di colore diverso per giocare chiaramente sul doppio senso di una nota parte del corpo. Non solo, nella didascalia che la definisce, si legge: “Direttore d’orchestra” e non certo “direttrice” come vorrebbe chi l’ha criticata.
È giusto segnalare, però, che in un post datato 25 febbraio la compagnia ha chiarito che “il lato B“ di Venezi significa “tirare fuori il meglio dei miei musicisti”. Eppure, siamo certi che le polemiche anche in questo caso non mancheranno.
Chi è Beatrice Venezi
Nata a Lucca e professionista dell’ambito musicale, Beatrice Venezi è fra i più giovani direttori d’orchestra italiani. Quando Amadeus per il Festival di Sanremo le ha chiesto come avrebbe preferito essere chiamata nella sua serata di co-condiuzione, Venezi ha risposto: “Per me quello che conta è il talento e la preparazione con cui si svolge un determinato lavoro. Le professioni hanno un nome preciso e nel mio caso è 'direttore d'orchestra’”. "Mi assumo la responsabilità di quello che sto dicendo" ha aggiunto, e le sue parole hanno scatenato la polemica sui social.
La replica di Laura Boldrini
“Esiste un genere femminile e un genere maschile” ha commentato ad Adnkronos l’esponente del Partito democratico, Laura Boldrini. “Più che una scelta individuale della direttrice d'orchestra Venezi, è la scelta grammaticale a prevalere e quella italiana ci dice che esiste un genere femminile e un genere maschile. A seconda di chi riveste il ruolo si fa la declinazione. Chi rifiuta questo lo fa per motivi culturali" ha poi aggiunto.
Direttore o direttrice?
La querelle ha coinvolto anche l’Accademia della Crusca. “Ognuno ha il diritto di essere chiamato come vuole nell’ambito della pluralità degli usi esistenti nella lingua italiana: scegliendo la definizione ‘direttore’ Beatrice Venezi ha adoperato un maschile cosiddetto inclusivo o non marcato – ha spiegato ad Adnkronos il direttore della Crusca, Claudio Marazzini -. Una soluzione tradizionale, ben nota alla lingua italiana e che viene considerata tuttavia come una bestia nera da taluni, perché a loro giudizio non riconosce o occulta gli avanzamenti del dibattito di genere”. Marazzini ha aggiunto che la scelta di Venezi per alcuni poteva essere “ideologicamente arretrata” aggiungendo che “ognuno ha quindi il diritto di fare la propria scelta, ma non può pretendere di imporla agli altri in maniera assoluta, né può pretendere che lo faccia qualche istituzione”. Un paradosso per una donna che porta nel nome il suffisso femminile di “beatore”.