In uscita oggi in tutte le edicole il nuovo magazine cartaceo di TPI, la testata giornalistica indipendente creata nel 2010 da Giulio Gambino e che ospita tra i tanti collaboratori anche la chiacchieratissima Selvaggia Lucarelli (che nel frattempo pare abbia deciso di dire addio al Fatto Quotidiano).
Nel pieno della crisi nera della carta stampata che dopo aver fatto morti e feriti sta inesorabilmente intaccando anche i colossi dell’informazione nazionale, The Post Internazionale che fa? Un nuovo cartaceo, ovvio.
Un giornale settimanale che, a detta dello stesso fondatore sarà: "Un punto di visto alternativo (e mai scontato) al coro mono-corda dei media tradizionali”. Un’affermazione un pochino da ragazza passivo-aggressiva che ci tiene a far sapere che no, lei non è come le altre, salvo poi dimostrare esattamente il contrario. E per marcare ancora di più la mano sul concetto “noi siamo i più fighi di tutti” lanciano il primo numero e scrivono “Cosi coraggiosi da uscire venerdì 17” alludendo alla presunta sfiga che questo giorno dovrebbe portare con sé.
Sorvoliamo sulla questione estetica, servirebbe un capitolo a parte solo per parlare della grafica, talmente brutta da sembrare una di quelle riviste di fake news che girano tra i complottisti: titoloni giganti in bold, colori accesi e selezione fotografica così scarsa che certi tabloid cartacei in confronto sembrano una rivista della Taschen. Dicono di essere un'alternativa ai media tradizionali ma basta un rapido sguardo alla copertina per sbadigliare. All’interno carrellata di approfondimenti su temi “caldi” del momento: no vax, covid, Afghanistan, politica, ecc ecc. Lo stile è più o meno quello dell’online, ma ancora più urlato, tanto da sfociare a volte nel tragicomico; vedi il titolo dell’intervista a Giuseppe Conte: “Abolire il reddito? Devono passare sul mio cadavere”, neanche fosse un film western degli anni 50.
Non è mia intenzione sminuire il lavoro fatto dalla redazione di TPI, sicuramente dentro la rivista ci saranno anche spunti interessanti e reportage validi. Il punto è che nel 2021, in un'epoca in cui strumenti alternativi come newsletter, podcast, e riviste auto pubblicate offrono al pubblico una molteplicità di visioni, approfondimenti inediti e nuovi modi di fare informazione, la versione cartacea di The Post Internazionale risulta già vecchia e poco appealing e il tanto decantato "punto di vista non scontato" sembra più che altro una classica minestra riscaldata di titoloni clickbait e posizioni forzatamente contrarie. Sinceramente la prossima volta preferirei usare i miei 3€ per qualcosa di più moderno tipo "Famiglia Cristiana".