Gaspare Mutolo, ex mafioso e collaboratore di giustizia reinventatosi ormai da qualche tempo come pittore, è intervenuto a KlausCondicio, la trasmissione di Klaus Davi su YouTube. Dopo una prima parte dedicata agli aspetti artistici, Mutolo – ormai ottantunenne, già fidato autista di Totò Riina e incaricato nel 1974 di rapire Silvio Berlusconi, secondo la sua biografia – è stato interpellato su questioni di mafia.
Per prima cosa il pentito siciliano si è espresso sull’ascesa della criminalità organizzata calabrese: “Dopo le stragi – le parole di Mutolo – tutto lo Stato era concentrato sulla Sicilia. Fino al quel momento erano i siciliani che portavano la bandiera in tutto il mondo. Poi ci fu il boom dei collaboratori e allora quando uno incontrava un siciliano aveva paura che fosse un pentito. Ora i calabresi comandano in tutto il mondo, la mafia calabrese è leader, forte principalmente perché ha il potere economico”.
Sul superlatitante Matteo Messina Denaro: “Sono sicuro che è in Sicilia, da qualche personaggio importante, politico o «reale», perché in Sicilia siamo ricchi di conti, marchesi, principi. Sarà dove la polizia nemmeno si sogna di poter andare. Altrimenti con tutti questi mezzi che oggi la polizia ha… Arrestano dei fiancheggiatori, ma non si arriva mai a lui. Messina non si trova. È un mistero purtroppo che secondo me va al di là della mafia. A parte Provenzano, preso nel casolare perché si vede che ogni tanto aveva voglia di vedere la moglie, tutti i latitanti sono stati presso personaggi insospettabili”. Ma è vivo? “Che è vivo è vivo sicuro”.
Ma la mafia verrà mai sconfitta? Per Mutolo “la mafia scomparirà, ma scomparirà quando i signori che sono al governo decideranno di farla scomparire”.