In vista del 15 ottobre, giorno nel quale entrerà in vigore l’obbligo del Green pass nei luoghi di lavoro, ci si interroga su quali saranno i disagi, in particolare nel settore dei trasporti. Per evitare disagi, o almeno attenuarli, in mattinata il premier Mario Draghi ha convocato i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil (Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri) a Palazzo Chigi. Al centro della riunione i provvedimenti del Governo in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ambito nel quale rientra a pieno titolo proprio l'introduzione del Green pass. Nel frattempo, la Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali ha invitato la Federazione italiana sindacati intercategoriali e la Confederazione sindacati autonomi federati italiani a revocare lo sciopero proclamato dal 15 al 20 ottobre dandone comunicazione entro cinque giorni. La stessa Commissione ha inviato una nota al Ministro dell'Interno in cui si esprime “particolare preoccupazione” in merito agli scioperi per il “possibile verificarsi, alla luce del delicato contesto sociale, di gravi comportamenti illeciti”.
I porti sotto la lente di ingrandimento. Il venerdì nero passerà da qui, con particolare attenzione a Trieste, dove il comitato dei lavoratori del Porto (Clpt) – come avevamo anticipato ieri - ha minacciato di fermare l'attività a oltranza se non ci sarà uno slittamento della misura del Green Pass. Le società di gestione al Porto di Palermo, invece, hanno fatto sapere che non si faranno carico dei tamponi. Riunioni si sono tenute un po' in tutte le città portuali e la protesta rischia di estendersi ad altri scali della penisola. Ma il problema rischia di riverberarsi all'autotrasporto, visto che un camionista su tre pare non abbia il Green pass, un dato che sale all'80% nel caso degli autisti stranieri. “L'unica apertura che possono avere nei nostri confronti è togliere il Green pass”, ha detto il portavoce dei portuali di Trieste, Stefano Puzzer, “il blocco di venerdì è confermato e ci saranno sorprese perché non si fermerà solo il porto di Trieste, quasi tutti i porti si fermeranno. Stasera ne avremo conferma”. A Trieste in mattinata c'è stato un tavolo in Prefettura: sindacati e Autorità portuale hanno chiesto uno slittamento della misura per l'oggettiva impossibilità per tutti i lavoratori non vaccinati di effettuare tamponi a causa delle difficoltà del sistema sanitario. Di qui l'auspicio che sia resa obbligatoria la vaccinazione per tutte le categorie di lavoratori, con proroga del termine del 15 ottobre.
Spostandoci a Genova, è stato reso noto che alcuni terminalisti del porto pagheranno i tamponi ai dipendenti non vaccinati. Lo ha comunicato il presidente dell'associazione dei terminalisti genovesi di Confindustria, Beppe Costa, al termine di una riunione in prefettura. All'iniziativa hanno aderito il terminal Psa di Pra’ e il porto Petroli. Oltre a Trieste e Genova, ci sono rischi per Gioia Tauro e Livorno dove però ancora non sono state annunciate proteste. Al porto di Gioia Tauro in attesa di conoscere il reale numero dei lavoratori sprovvisti di Green Pass, la Cgil ha chiesto all’Autorità portuale di poter garantire i tamponi, ma spiega Salvatore Larocca, segretario regionale della Filt Cgil, “ovviamente ha risposto che non era possibile economicamente. Adesso tocca alle aziende capire se possono valutare di farsi carico dei tamponi ma, per capire se questa soluzione è gestibile, bisogna capire prima quanti sono i lavoratori sprovvisti”. Nei porti pugliesi e campani, a Venezia e a Napoli l'alto tasso di lavoratori vaccinati dovrebbe scongiurare disagi e azioni di protesta. Anche a Civitavecchia, dove pure le percentuali di non immunizzati siano più alte che altrove, non sono previsti blocchi. Il presidente di Federlogistica, Luigi Merlo, ha attaccato il governo definendo “un errore clamoroso” la scelta di “trattare la vicenda dei portuali di Trieste come un problema di ordine pubblico”, esautorando di fatto il ministero delle Infrastrutture.
Le conseguenze nel trasporto su gomma. Confetra, federazione di associazioni di trasporti e logistica ha avvertito che “si rischia il blocco, la paralisi del sistema logistico nazionale. La nostra confederazione raccoglie 400mila autisti, stimiamo che il 30% di loro non abbia il Green Pass e che dunque tra pochi giorni si debbano fermare”, ha detto il direttore generale Ivano Russo, che ha aggiunto: “In più c'è il tema degli stranieri, molti sono vaccinati con Sputnik o altri farmaci non autorizzati dall'Ema e dall'Aifa e non possono ottenere il Qr Code”. Dello stesso avviso il presidente di Conftrasporto-Confcommercio, Paolo Uggé: “Si sta determinando una situazione per cui si rischia che il 15-16 ottobre il trasporto in Italia si blocchi”.
"Rischiamo un danno enorme. Il mio auspicio è che con il buonsenso si possa arrivare a un equilibrio”. Lo ha detto il presidente della Regione Fvg e della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, precisando di “non intervenire come Regione sulle realtà produttive, perché ho profondo rispetto delle istituzioni che le governano”. Fedriga, in seguito, ha proposto dal 15 ottobre “tamponi nasali meno fastidiosi e fai-da-te da effettuare con la supervisione responsabile d'ufficio”.
A quanto pare, al sud la situazione è sotto controllo. Nei porti cinque porti di Manfredonia, Barletta, Bari, Monopoli e Brindisi “non temiamo particolari situazioni di criticità, scioperi o blocchi” legati all'entrata in vigore dell'obbligo del Green pass. Lo assicura il segretario generale dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, Tito Vespasiani, precisando che “nei nostri cinque porti il tasso di vaccinazione tocca in alcuni settori il 100%”.
Altro sciopero annunciato è quello di Electrolux, sempre per venerdì 15 ottobre e di 8 ore. Nel Trevigiano, a Susegana, si prevede una giornata in cui i lavoratori incroceranno le braccia contro il Green Pass. Lo hanno annunciato le rappresentanze sindacali interne della sede del colosso svedese, al termine di un'assemblea. Inoltre, anche gli spedizionieri doganali hanno messo in guardia: “Rallentamenti saranno non solo a Trieste, ma su tutti i terminal. Con l'obbligo del green pass le difficoltà e i rallentamenti a cui stiamo assistendo a Trieste rischiano di replicarsi in altri terminal: porti, aeroporti e interporti. Le aziende di trasporto già oggi pagano il mancato rientro in Italia dei lavoratori dell'Est, adesso si troveranno a dover fare a meno di altri senza il green pass e gli effetti si toccheranno con mano con rallentamenti ancora più importanti”, ha detto Massimo De Gregorio, presidente di Anasped, la federazione nazionale degli spedizionieri doganali.
A livello locale, infine, potrebbero non mancare disagi sui trasporti pubblici. Il sindacato Orsa ha calcolato che, per creare problemi a metro e treni locali, basta che il 5-10% del personale sia assente. E in Atac la percentuale dei non vaccinati viaggia tra il 10 e il 20%. L'altro aspetto che preoccupa sono le manifestazioni. Sulle chat dei no pass nei canali Telegram ne sono annunciate a centinaia, un po' ovunque, compresa piazza Santi Apostoli a Roma a due passi dai palazzi del potere.