A Milano c’è stata una bellissima serata organizzata in memoria di Carlo Talamo, per ricordare la persona, le sue passioni, la sua visione del mondo dei motori. Purtroppo oggi in alcuni, troppi casi direi, le persone ragionano poco con il cuore e molto con la convenienza. Carlo fu un visionario in un mondo fatto già allora da troppi pagliacci e circensi in genere, e per capirlo basterebbe leggere tutte le sue pubblicità per percepire quanto fosse stato avanti ai suoi tempi e quanto lo sarebbe stato ancora oggi, conscio già oltre trent’anni fa che il mondo dei motori stesse cambiando, in peggio, in maniera chiara e inequivocabile, portandolo a fare delle scelte drastiche rispetto a ciò che lo aveva mosso per anni, sin da bambino, nel credere in un futuro di benessere e prosperità, come recita il mio portachiavi, e soprattutto a scrivere e far pubblicare una pubblicità sulle pagine de “L’Unità” con la frase “la ricchezza non è mica peccato”. Era un grido di guerra contro tutti coloro che, da mediocri, non erano mai riusciti a emergere e invidiavano quindi chi ce l’aveva fatta, ma anche contro coloro i quali pensavano che i soldi potessero comprare tutto. In un mondo composto da quegli influencer che non hanno un solo grammo della passione che aveva quell’uomo, e che pensano di spiegare al resto del mondo cose che non solo non conoscono, ma che non hanno purtroppo per loro mai vissuto e che non potranno mai rivivere.
Tutto questo per l’appunto, a oggi, è purtroppo rimasto tale, se non peggiorato. D’altro canto, la passione non si può comprare, gli oggetti sì… Ma questo non fa del cliente un appassionato, nella maggior parte dei casi. Quando ancora la logica commerciale recitava che l’offerta dovesse essere necessariamente inferiore alla domanda, era lui a pesare la passione del cliente rispetto all’acquisto di un oggetto da mostrare agli amici. Si può non essere d’accordo su questo approccio, ma non si può non riconoscere la logica appassionata e sanguigna che stava dietro tutto questo, se desideravi una moto o un’auto da lui, dovevi meritartela, con il cuore prima e con il portafoglio poi. Un abbraccio virtuale, Carlo: “Il mio lavoro è un gioco molto serio”.