Eh no caro Piero (PieVo) Armenti, “urban explorer” come ti definisci tu. Formentera (e Migjorn in particolare) non è una grande “inc*latura” (come dici tu), se arrivi su una spiaggia che tra le più belle dell’isola e tra meno popolate del Mediterraneo e ci trovi la posidonia, perché se ci avessi studiato un minimo sopra, o se avessi usato l’accortezza e la cortesia di farti spiegare dagli abitanti locali il perché di ciò che vedi, probabilmente sapresti che è un fenomeno naturale. Non solo, probabilmente avresti scritto e commentato di quell’alga che è da salvare, magari evitando il sovrappopolamento di alcune settimane dell’anno dei vari yacht e motoscafi dei turisti che arrivano da Ibiza. Le “inc*lature”, quelle vere sono ben altre, il tuo servizio è una “inc*latura” acchiappalike, soprattutto nei confronti di chi lavora nell’isola, visita l’isola, ama quell’isola, che ha una storia selvaggia e turistica da salvaguardare.
Avresti potuto dire sì, che probabilmente negli ultimi anni è diventato una meta per vip, calciatori, gieffini/e, blogger, youtuber, e che probabilmente questo sarebbe il fenomeno da limitare, ponendo l’accetto sulla salvaguardia della natura, forzando sì la mano, magari, verso la possibilità di dare punizioni esemplari per chi non mantiene l’isola in perfetto stato.
Di solito si dice che una persona in questo caso ha perso l’occasione per stare zitto, tu hai perso l’occasione per poter parlare di qualcosa di buono e sensibilizzare.
Probabilmente apprezzerai di più New York o la tua natia Salerno, nella quale, forse, dovresti passare più di qualche settimana per sottolineare i problemi, quelli veri, ai tuoi 500mila “follouev”.
Ah già, che sbadato, ma forse tutto questo parlar male e vociare ti serviva per far parlare di te e del tuo libro appena uscito…”F-urban explorer”.