Ai vincitori non servono scuse quando l’avversario è in vantaggio. Lo svantaggio stesso è la motivazione per lottare, pareggiare e sopraffare l’avversario.
Ma osserviamolo sempre il nostro avversario, sia esso, a nostro avviso, più o meno abile di noi.
Dalla “improvvisazione ignorante”, dettata dalla insufficiente conoscenza della materia dei meno abili e dotati, spesso arrivano buone idee, generate fuori dai classici schemi e canoni, sia mentali che geometrici.
Nel biliardo era ed è pratica comune osservare i giocatori meno bravi nelle loro esecuzioni improvvisate ed incerte, per poi ricavare nuove idee e nuove traiettorie da studiare in maniera più evoluta.
Dovremmo inoltre considerare sempre l’insieme dei fattori che compongono le circostanze.
Come in una stecca da biliardo, in una competizione ad alto livello.
Il cuoio buono, l’importanza dell’avversario che ci sta di fronte ed il blasone del suo nome, la punta di diamante da guardare ed emulare, la fiducia di te e di chi è accanto a te.
Ogni parte completa l’insieme e lo fa funzionare, nell’amore, nel lavoro, nello sport…accettiamo di essere sempre in grado di rimetterci in gioco ed accettare nuove sfide sia dopo una vittoria che dopo una cocente sconfitta, foss’anche stata generata dal caso.
La differenza tra la sportività ed il suo opposto risiede nel nostro entusiasmo per una competizione, o nella frustrazione derivante da una sconfitta, soprattutto se non preventivata. Abbiamo tradito le nostre aspettative e, probabilmente, è il caso di analizzare se non siano state sovrastimate le nostre capacità.
Se però non siamo capaci di metterci in gioco e sotto esame in maniera realistica ed onesta e ci affidiamo a banali scuse, siamo preda dei nostri fantasmi, senza considerare che se vedi i fantasmi dappertutto… probabilmente quello morto sei tu.