Argentina, 1993.
Ricardo “Pichon” Dieguez perde la finale del campionato del mondo di biliardo contro l’italiano Fabio Cavazzana, in un incontro per lui, idolo di casa e con un tifo da stadio, sicuramente non baciato dalla fortuna.
Non si registrano altre sconfitte di un argentino a un campionato mondiale giocato in casa, la questione è paragonabile a quando il Brasile gioca un mondiale di calcio in casa e lo perde.
Solo due anni dopo, a Fiuggi, nel 1995, nel girone a eliminazione diretta del mondiale, conduce uno a zero contro il super campione Gustavo Zito. Si va agli 80 punti al meglio dei tre set. Perde la seconda partita per vincere due a zero a 78, a soli 2 punti dalla vittoria, anche qui la fortuna non sta dalla sua parte. Il terzo set è ad appannaggio di Gustavo Zito che quindi vince per due a uno. Zito vincerà poi quel mondiale con una cavalcata trionfale, inanellando poi nel tempo una carriera biliardistica straordinaria.
Quella che vive in quel momento il giocatore argentino è probabilmente una delusione troppo forte, finita la partita prende la stecca, la smonta la ripone nel fodero, lo chiude e smette di giocare a biliardo.
El corazón dice basta.
Nel 2017, però, Nestor Osvaldo Gomez, Nenè per tutto il mondo del biliardo sportivo, una leggenda del biliardo sportivo a livello mondiale ed il maestro di tantissimi giocatori attuali (incluso lo scrivente), gli chiede di giocare ancora una volta a biliardo e di riprendere a farlo proprio in Argentina, a Necoechea, spiegandogli che sarebbe poi stato il suo ultimo mondiale perché era anziano ma anche già malato. L’amico e compagno di mille battaglie ci riflette, ma decide quasi subito e senza indugiare di riprendere la stecca in mano dopo vent’anni, giocando un mondiale discreto, bissato successivamente da una buona prestazione anche nel mondiale del 2019 a Pistoia. El corazón, quindi batte ancora per il biliardo, dice Ricardo.
Il 25 settembre di quest’anno, alle 18:30, ha giocato la finale di un campionato del mondo, ancora una volta contro un giocatore italiano, questa volta lontano dalla sua terra, in Sardegna a Calangianus. Ha giocato contro Andrea Quarta, il più forte giocatore di biliardo italiano, allievo proprio di quel Nestor Osvaldo Gomez che l’aveva convinto a tornare sul tappeto verde.
Ricardo ha mancato la palla nel primo set della finale, in un momento topico della gara, perdendo di seguito gli altri tre set. L’espressione facciale dopo il tiro sbagliato racconta molto, o forse molto lascia intendere, sullo stato d’animo di un giocatore così esperto da capire cosa sarebbe potuto accadere poi. El corazón non sbaglia mai.
Quello che non poteva sapere, però, è che dopo poche ore sarebbe nato un altro Nestor Osvaldo Gomez, figlio di Camilo, proprio uno dei tre nomi che aveva nel cuore Ricardo e del quale portava il lutto sul gilet albiceleste con il quale aveva partecipato al mondiale.
La storia si rinnova, nella tradizione argentina e, comunque sia andata, questa sarà una storia da raccontare ai nipoti.
El corazón está aquí, vivo, “Pichon”. Hasta luego!