Dopo che Fanpage ha pubblicato il video di un’inchiesta che rivela un sistema di finanziamenti in nero per la campagna elettorale di Chiara Valcepina, candidata alle comunali di Milano nella lista di Fratelli d’Italia che sostiene il candidato sindaco Luca Bernardo - e mostra i dirigenti locali del partito inneggiare al fascismo con saluti romani e slogan mussoliniani - la questione dal merito si è spostata alle modalità con cui è stata condotta l’indagine giornalistica. E mentre Carlo Fidanza, eurodeputato di Fratelli d’Italia tra i protagonisti del video, si è autosospeso dal partito, e la leader di FdI Giorgia Meloni ha chiesto di visionare il video integrale anticipando di voler prendere poi le sue decisioni, c’è chi ha iniziato ad attaccare Fanpage parlando di “inchiesta a orologeria” a poche ore dal voto o chi, come il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, ha parlato di “roba da servizi segreti deviati”. In attesa della pubblicazione della seconda puntata, che di certo farà ancora discutere, abbiamo chiesto un parere a Fabrizio Gatti de L’Espresso, uno dei giornalisti d’inchiesta più famosi e preparati in Italia.
Secondo la sua esperienza, il lavoro dei colleghi è stato finora encomiabile: “Le inchieste di Fanpage sono un esempio di vero giornalismo. Complimenti a tutta la redazione e al direttore Francesco Cancellato” e si è rivolto subito dopo ai politici coinvolti: “Se vogliono dimostrare di essere una destra matura e antifascista, Giorgia Meloni e Ignazio La Russa, così come per altri versi Matteo Salvini, si dichiarino antifascisti militanti sempre, condannino le formazioni neofasciste che inquinano l'Italia e l'Europa, caccino dai loro partiti chiunque mostri simpatie fasciste e ne prendano pubblicamente le distanze”. Anche perché, ci ha tenuto a precisare, “si può essere di destra e contemporaneamente antifascisti? Sì, non solo si può, ma si deve, altrimenti ci si pone al di fuori della Costituzione”. Riguardo poi alle modalità con le quali è stata condotta l’inchiesta, Gatti è stato chiaro: “Bene ha fatto Fanpage a ricorrere a un’inchiesta sotto copertura per dimostrare ciò che non è visibile e dimostrabile con le tipiche domande da giornalista a intervistato” e ha sottolineato che “la richiesta delle 100 ore di girato è un modo ridicolo di sviare l'attenzione. Bene ha fatto il direttore di Fanpage a non concederle a Giorgia Meloni. Ovviamente, se la Procura lo richiede, vanno consegnate. In una democrazia, non è mai troppo tardi per conoscere ciò che non si conosce ancora. E se l'informazione su fatti così gravi arriva prima di un appuntamento elettorale, ben venga”. Infine, è tornato a chiedere maggiore attenzione verso quei gruppi estremistici sui quali troppo spesso si chiude un occhio: “La questione davvero fuori controllo è piuttosto la democrazia a orologeria: gli ormai tanti politici locali e nazionali che fingono di essere democratici, ma poi, e non sempre di nascosto, esprimono e sostengono la loro affiliazione con le peggiori ideologie del Novecento”.