Una corsa non solo per i regali, ma anche per i tamponi, con file chilometriche fuori dalle farmacie di tutta Italia a caccia di test rapidi, vero oggetto del desiderio di queste festività natalizie, per trascorrere con più serenità pranzi e cene con amici e parenti tra le mura di casa. Eppure la certezza di considerarsi al sicuro dopo l'esito del tampone rapido è senza fondamento, come dimostra la vicenda di Jovanotti, positivo al Covid.
Il cantante di Cortona ha informato del virus che l'ha colpito con una serie di video pubblicati su Tik Tok e Instagram, senza risparmiare frecciatine ai cosiddetti test antigenici. “Natale è passato e passerà anche il virus. Ieri avevo 38 di febbre, oggi 37,2. Dai va bene, poi sono vaccinato – commenta – Ma non è che questi tamponi rapidi siano così efficaci, nonostante tutte le precauzioni. Ieri infatti mi ha chiamato Nicola Savino – continua Jova – e mi ha detto: 'Stamattina ero negativo, poi ho fatto il molecolare e sono positivo’".
I testi antigenici rapidi sono da sempre l'anello debole nella catena delle contromisure per limitare la circolazione del Covid-19, e da mesi diversi esperti ne chiedono l'eliminazione dalla vendita. "Bloccate i tamponi rapidi per non chiudere l'Italia", sono le parole di Claudio Giorlandino, direttore scientifico del Centro ricerche Altamedica di Roma. Opinione ampiamente condivisa, tra gli altri, da Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'Università di Padova: "I tamponi rapidi dovrebbero essere proibiti. Gli antigenici sono un elemento di diffusione del virus, non di controllo”.
Questo perché i test rapidi non riescono ad individuare il virus se non quando è presente in quantità massicce, determinando un risultato, nel 50% dei casi (quindi un caso su due) di falso negativo. Nonostante ciò, l'esito del tampone antigenico è stato decisivo in questi mesi (dal 6 agosto in poi) per il rilascio del certificato verde, oggi definito di "base", ancora utile per stabilire chi può recarsi al lavoro e prendere i mezzi pubblici, e usato fino al 6 dicembre, ossia fino all'entrata in vigore del Super Green pass (e poi del Mega Green pass), per l'accesso a tutte le attività permesse a guariti da Covid, vaccinati e "tamponati" col molecolare. La confusione regna, insomma, del tutto sovrana, alimentata dal silenzio del ministro Speranza, che non contribuisce a fermare la corsa al tampone rapido, possibili ora, per giunta, a prezzi lievitati per colpa delle feste. Malgrado il dubbio risultato.