L’attore e regista Luca Barbereschi in un’intervista a Libero presenta la sua nuova trasmissione “In barba a tutto” di cui è autore e presentatore.
Già Angelo Guglielmi quando dirigeva Rai tre gli aveva proposto un programma ma “l’idea non era giusta e all’epoca ero un notevole testa di ca… La vecchiaia in generale fa bene!”
“In barba a tutto” invece andrà in onda e sarà un programma contro il politicamente corretto che Barbareschi considera “una sorta di tumore maligno della cultura occidentale” e contro la stupidità “per il quale a differenza del Covid non c’è ancora un vaccino, l’intelligenza è ormai diventata un optional e Internet noi lo abbiamo confuso con un luogo di informazione in altri Paesi viene chiamato rutto libero”.
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Nel programma si parlerà di tutto anche di parità di genere che Barbereschi sostituirebbe volentieri con “la dignità della differenza” sul quale sta anche preparando un film: “The good Bench che racconta la storia di una famiglia etero discriminata in una città dove il sindaco è un filippino trans e l’assessore alla cultura un neonazista nano”.
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Torna in televisione perché il teatro è morto “le risorse ci sono ma le categorie dovrebbero muoversi a chiederle. Purtroppo la rappresentanza alta del teatro è fatta da gente incapace noi siamo anarchici che fatichiamo a metterci insieme”.
Nel suo show non disdegnerà ospiti politici tra tutti vorrebbe il ministro della giustizia Cartabia e il ministro della cultura Dario Franceschini.
E per il futuro? Barbereschi vorrebbe dedicarsi all’insegnamento: “nella staffetta della vita il testimone è il pensiero e il nostro teatro ha un disperato bisogno di formazione”.