Esistono marchi di cui pensi di sapere tutto e di cui scopri di conoscere, in realtà, molto poco. Prendete Yamaha, ad esempio. Cosa vi viene in mente se chiudete gli occhi e noi pronunciamo il suo nome? Moto, innanzi tutto. Moto sportive, più nel dettaglio, o quantomeno molto ben definite in un carattere che non è mai banale, mai scontato. E poi la musica, se vi sforzate un po’ di più. Pianole, amplificatori, strumenti in genere. Ai più attenti verrà in mente anche il mare, con le moto d’acqua. Altro? C’è voluto un viaggio in Sardegna per avere un assaggio un po’ più completo di quanti e quali siano gli ambiti in cui la Casa dei tre diapason si trova a muoversi, oggi, nel solco di una tradizione che dura ormai da decenni.
Mobilità totale, sull’Isola di Culuccia
È il caso del supporto fornito da Yamaha al processo di riqualificazione in corso sull’Isola di Culuccia, un luogo del tutto particolare, nel nord della Gallura. Situata nel golfo di fronte all’Isola di Sparagi, tra Porto Pozzo e Porto Pollo, l’Isola di Culuccia, conosciuta anche come Isola delle Vacche, è in realtà - al momento - una penisola, interamente ricoperta da macchia mediterranea. Rimasta semi deserta e in stato di abbandono per 35 anni, dal 2017 è di proprietà di Marco Boglione, l’imprenditore fondatore e presidente della BasicNet, l’azienda proprietaria dei marchi Kappa, Robe di Kappa, K-Way, Superga, Sabelt, Jesus Jeans, Briko e Sebago.
La superficie totale dell’isola – che è chiamata così perché un tempo era effettivamente circondata dall’acqua su tutti i lati e che presto dovrebbe tornare ad esserlo, secondo i progetti della sua attuale proprietà – è di circa 300 ettari, in cui sono presenti numerosi recinti, ricoveri e abbeveratoi per animali, oltre a vigne e orti che, poco alla volta, sono stati recuperati alle funzioni originarie. Olio, mirto, gin, miele, allevamenti bovini, ostriche e vino sono i fiori all’occhiello della produzione dell’Azienda Agricola di Culuccia, l’avventura imprenditoriale legata a questo territorio e fondata dai suoi proprietari allo scopo di valorizzare questo piccolo paradiso naturale. Un luogo nuovo e diverso rispetto alla pur bellissima Costa Smeralda, che Boglione intende destinare soprattutto ai giovani del futuro, il pubblico che più di ogni altro dovrebbe essere in grado di apprezzare un turismo sostenibile, immerso nella natura, fatto di prodotti della terra, sport e di cultura.
È su questo territorio che la completezza della gamma dei prodotti Yamaha è potuta venire alla luce. L’attività di riqualificazione, innanzitutto, ha richiesto e sta tutt’ora richiedendo, una non banale capacità di muoversi su sentieri estremamente dissestati. Per farlo, l’Azienda Agricola di Culuccia ha deciso di affidarsi a una serie all terrain vehicle (ATV) forniti dalla Casa di Iwata. Mezzi inarrestabili che servono, prima di ogni cosa, ad assecondare quell’idea che sta alla base di ogni prodotto realizzato dagli uomini Yamaha: muovere le persone per portarle nel futuro, semplificando la loro vita. Accanto agli ATV, le bici elettriche.
Già perché, nonostante non sia così noto, spetta proprio alla Casa dei tre diapason il primato di aver inventato la prima bicicletta dotata di un sistema di pedalata assistita elettricamente. Un quindicina di anni fa? Macché, nel 1993. Un primato che le consente, oggi, di essere un dei costruttori di motori per e-bike più relivanti al mondo. Sull’Isola, quindi, ampio uso di bici motorizzate Yamaha, con le quali muoversi da un pontile all’altro per raggiungere - perché no - Simone Zignoli, a bordo della sua moto d’acqua, ovviamente Yamaha. Simone è, infatti, il responsabile delle attività esterne che l’Azienda Agricola sta ospitando da quando è stata fondata e che diventeranno via via sempre più numerose, man mano che il processo di riqualificazione sarà ultimato e la presenza di ospiti si farà più continua. Un amore, quello tra Zignoli e Culuccia, scoppiato in occasione delle registrazioni del famoso servizio prodotto per Le Iene, “L’incredibile viaggio di Marika”. È proprio su una delle spiagge di quest’isola che Simone e Marika hanno condotto la loro Super Ténéré 1200Z, per trascorrere la parte più “wild” della loro avventura. Un incontro che ha colpito al cuore Boglione e che l’ha convinto a coinvolgere Simone in questa esperienza tutt’altro che ordinaria.
Ci sono anche le moto
Inutile dire che il mezzo scelto da Yamaha per farci visitare questo luogo straordinario è stato, poi, una moto. Ténéré 700, per la precisione. Un’occasione perfetta per scoprirne le straordinarie doti di accessibilità e di facilità di guida e per recarci, assieme a lei, sulle fantastiche strade del rally di Sardegna, su su fino ad Alà dei Sardi, con le sue pale eoliche.
Una presenza, quella di Yamaha in questo territorio, testimone di un modo di intendere lo sviluppo dei propri prodotti che è stato in grado, in passato, di dare sostanza a progetti come quello dello Yamaha Clean Water Supply System, un sistema di purificazione delle acque di superficie destinato ai paesi in via di sviluppo che, oltre a migliorare la vita delle persone nelle aree in cui è installato, alleviando le malattie causate dall'acqua contaminata, mette le donne e i bambini - i principali responsabili dell'attingimento e del trasporto dell’acqua - nelle condizioni di avere più tempo per dedicarsi allo studio e ad altre attività produttive. Una tecnologia che contribuisce a promuovere le attività di vendita e consegna di acqua, a ridurre la combustione di legna, eliminando la necessità di bollire l’acqua, e che rispecchia quello sguardo laterale, sull’importanza dei propri prodotti, che ha portato a dare vita a campagne come quella avviata in Senegal per promuovere la pesca con i motori marini Enduro.
Yamaha, infatti, si è messa in testa di aiutare i pescatori di questa zona dell’Africa, a modernizzare l'industria della pesca, introducendo motori fuoribordo e il modo giapponese di pescare, al posto delle tradizionali barche di legno con remi e vele. Perché? Perché ciò amplia l'accessibilità a zone di pesca più grandi, aumenta i tipi di pesce catturato e permette ai pescatori di consegnare il pescato ai mercati più rapidamente. Data la potenziale minaccia di guasti, dovuti alle condizioni delle acque e dei carburanti impiegati, uno specifico motore - l’Enduro appunto - è stato appositamente sviluppato per l'uso in ambienti difficili, con impiego di benzine di scarsa qualità. Uno sforzo a cui si è affiancata un’attività di formazione per meccanici locali e la creazione di una adeguata rete di assistenza, che ha visto un grande coinvolgimento anche dalle comunità di pescatori locali.
Migliorare la vita delle persone, insomma, non soltanto spostarle, pur se con il massimo del divertimento e della sicurezza: questo è ciò che Yamaha fa, da quasi settant’anni. Ed è servito un viaggio in Sardegna per accorgersi di non averlo mai compreso, pienamente, fino ad ora.