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Riding School Pedersoli,
cosa si insegna nella scuola
più amata da chi va in moto

  • di Alberto Capra Alberto Capra

8 giugno 2021

Riding School Pedersoli, cosa si insegna nella scuola più amata da chi va in moto
Ci sono scuole che nessuno vuole frequentare ed altre dalle quali sono passati con grande godimento più di tredicimila allievi. La Riding School Pedersoli, di Luca Pedersoli, è la più famosa, in Italia, tra tutti i motociclisti. Ecco cosa si insegna al suo interno, qual è l'offerta di corsi per il 2021 e perché, secondo Luca, quella del gomito a terra è soltanto una moda

di Alberto Capra Alberto Capra

Fino a qualche tempo fa, l’idea di prendere parte a un corso di guida era un qualcosa che, semplicemente, non veniva neppure considerato, dalla maggior parte dei motociclisti. Non veniva considerato, innanzitutto, perché l’offerta era sostanzialmente inesistente. Ma non veniva considerato neppure perché l’idea che la guida della moto fosse un’attività tecnica e, come tale, necessitasse di un apprendimento, era un qualcosa di cui nessuno aveva realmente consapevolezza in questi termini. Vi passerebbe mai per la testa di salire su una barca a vela senza che nessuno vi spieghi come fare a manovrarla? Sono certo di no, eppure con le moto questa è stata per anni la normalità. Colpa della maggiore intuitività di un mezzo che porta nel suo DNA una comunanza con le più semplici due ruote, che ognuno di noi è abituato ad utilizzare fin da bambino, ma colpa anche di un ambiente - quello dei motociclisti - che troppo a lungo ha individuato tra i suoi principali meriti di appartenenza caratteristiche che più dovrebbero avere a che fare con l’epica, piuttosto che con la guida in pista e su strada. Mi riferisco a quel “coraggio” che sarebbe la chiave di tutto, l’unico vero strumento per guidare al meglio e in maniera più redditizia, ai tavoli di tanti bar, ma che ha sempre meno a che fare con uno sport che, di giorno in giorno, si arricchisce di persone come Luca Pedersoli, in grado di spiegarti perché un movimento è meglio di un altro, perché guidare meglio è possibile, anche se ci tieni a portare a casa la pelle.

Bresciano, classe 1974, pilota dal 1991, un’esperienza di livello mondiale, con la partecipazione a gare e campionati in Superbike, Supersport ed Endurance, da qualche anno può a buon titolo definirsi il fondatore della scuola di guida più rinomata in Italia: la Riding School Pedersoli. Proprio la sua scuola, nelle prossime settimane, ci ospiterà per permetterci di capire e - soprattutto - di farvi capire come e quanto sia possibile migliorare, dopo una giornata in compagnia dei suoi istruttori. Nell’attesa, lo abbiamo contattato per fare il punto su questa stagione di corsi, finalmente prossima a partire.

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Luca, cominciamo dalla domanda che più mi incuriosisce. Perché, secondo te, la gente prende lezioni di golf, o di sci, ma crede di saper andare in moto senza che nessuno glielo insegni?

In realtà la situazione è molto migliorata negli ultimi anni. Di gente adulta che decide di imparare o che vuole cercare di migliorare, ora, per fortuna ce n'è. Esiste ancora uno zoccolo duro, è vero, che pensa che il corso non serva a niente. Magari sui forum ci sono i trascinatori di turno, i sapientoni che la buttano lì: "Mavalà, non spendere i soldi per un corso, con gli stessi soldi vai a fare due pistate!”. A prescindere dal fatto che il nostro corso è, a mio avviso, piuttosto economico, credo che fare anche dieci pistate, ma senza sapere cosa si sta facendo, non sia di grande utilità. Ti faccio un esempio: la mia seconda passione è il downhill. Io tutti gli anni vado a Livigno, due o tre giorni, e a me viene in automatico, la prima mattina, prendere il maestro. E non vado piano eh. Spingo! Però, ogni volta vedo qualcosa e gli chiedo: "Ma come mai hai fatto così?". E lui mi dice: "Perché se spingi qui, se spingi lì, succede questo e quest'altro". C'è sempre da imparare! Anche soltanto seguire una persona più brava di te, poterla osservare (perché ti aspetta), imitarla, aiuta un sacco a far scendere i tempi - se parliamo di tempi - e aiuta in ogni caso, se chi guida è un neofita.

Vero, la situazione è molto migliorata rispetto a qualche tempo fa, ora è molto più comune fare un corso. Io, però, continuo ad avere l’impressione che in uno sport in cui, peraltro, si rischia la pelle, ci sia molto poco la percezione di quanto sia continuamente necessario migliorarsi e affinare il proprio stile di guida. È come se non venisse percepita fino in fondo la rilevanza della componente tecnica, in uno sport come il motociclismo…

Guarda, sono d'accordo, ma bisogna dividere un po' le varie tipologie di motociclista. Da quando ha aperto la scuola, dai nostri insegnanti sono passati circa 13-14.000 allievi, per i corsi pista. Quindi vuol dire che una buona parte di quelli che vedi in giro nei track day sono passati da noi o da qualche altra scuola comunque. Diverso il discorso per i corsi di guida sicura. In quel caso, spesso capita che a prendere parte ai corsi siano magari dei moto-turisti, abituati a fare un sacco di strada, che arrivano da noi per un regalo della moglie o dei figli, ma con aria un po’ scettica. Sai, della serie: "Faccio 30.000 km l'anno, vediamo com'è sto corso...". La cosa che ci dà molta soddisfazione, però, è vederli poi andare via dicendo: "Caspita, non pensavo di poter imparare così tante cose".

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Com'è nata la Riding School?

Nel 2000 facevo il Trofeo Kawasaki 600 per un team che organizzava track day e nel nostro accordo era previsto che, in una serie di date, avrei dovuto fare l’istruttore per loro. Ho iniziato quindi, così, per caso, ma da quelle esperienze mi sono portato via quanto fosse bello potersi dedicare all’insegnamento e quanto potesse essere utile per gli allievi. Considera che erano gli anni in cui si vendevano, che ne so, cinquemila R1 all’anno, in Italia. C'era un bel movimento. Poi, nel 2003, ho saputo che a partire dal 2005 avrebbe inaugurato la pista di Franciarcorta, non distante dalla zona in cui abito. L’idea di avere una scuola tutta mia mi piaceva e così ho deciso di prendere contatti con chi stava realizzando il tracciato, per capire se quella sarebbe potuta essere la base del mio futuro centro. Nel 2005, così, ho fondato la Riding School e, da allora, credo di aver tenuto almeno 400 giornate di corsi.

Com'è strutturata l'offerta 2021?

Partiamo dal basso: se non sei mai andato in moto, non sai neppure come accenderla o come metterla sul cavalletto abbiamo un corso che chiamiamo “Basilare”, che serve proprio per questa prima presa di contatto. Poi c'è il corso Guida Sicura, in cui agli allievi vengono fatti fare esercizi come la frenata d’emergenza, l'evitamento dell’ostacolo, la curva a raggio costante tramite movimento del busto, esercizi per lo sguardo. È un corso che ci dà molta soddisfazione, perché ci permette di infondere una nuova consapevolezza nei nostri allievi. Capita che vadano a casa dopo aver scoperto che per far curvare la moto basta un semplice gesto e la cosa stupisce anche chi fa i famosi trentamila chilometri all’anno, di cui parlavamo prima. Poi c’è il corso Guida Sportiva. È un corso che si svolge in pista e che serve per comprendere meglio quale sia il proprio limite, quale sia il limite della moto. Il ginocchio non è per forza una fissa, per capirsi. È ovvio che accentuiamo i movimenti, che insegniamo a come uscire col sedere, come aprire la gamba e guarda lontano, ma il tutto è sempre rivolto alla guida sportiva, non ad un approccio “racing”. Poi c'è il corso Pista Entry Level, per chi non è mai stato in pista, in cui tutti questi concetti vengono ulteriormente accentuati, nell’ottica del loro impiego in circuito. Proseguendo, abbiamo il Pista 1, per chi in pista ci è già andato e ci va, ma vuole capire come migliorare, capire magari qualcosa di più degli assetti, delle gomme, di come perfezionare il proprio stile ed essere ancor più padrone della situazione. Infine, c'è il Pista 2 che è un corso pista avanzato, che non si rivolge, necessariamente, a chi è particolarmente veloce, ma - chiaramente - neppure a chi è alle prime armi. Il Pista 2, tra l’altro, è figo perché permettiamo a chi si iscrive di girare in un contesto di 5-7 moto al massimo, contemporaneamente, cosa che spesso attira non necessariamente chi ha chissà quali ambizioni corsaiole, ma vuole guidare in un contesto super sicuro. Non che negli altri corsi ci sia traffico eh, ma con il Pista 2 il contesto è più esclusivo: turni più lunghi, eccetera…

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Quanti partecipanti ci sono negli altri corsi invece, mediamente, contemporaneamente?

Una quindicina nel Guida Sicura, una ventina nel Guida Sportiva, una ventina nel Pista Entry Level e nel Pista 1, 5-7 come ti dicevo per il Pista 2. Oltre ai corsi che ti ho descritto ci sono anche le divisioni esterne: organizziamo dei tour didattici su strada e in giornata. Da quest'anno, poi, c'è una novità molto interessante: la divisione "Adventure". Si tratta di una serie di corsi che sono rivolti a tutti quegli utenti che hanno una moto adventure ma che magari parcheggiano a 400 metri dalla spiaggia perché hanno paura a fare gli ultimi 400 metri di sterrato.

Figo! Dove si tengono i corsi Adventure?

In Lessinia, in provincia di Verona. Partiamo esattamente da Corte Marani, a Tregnago, dove c'è anche la pista da flat track. Lli abbiamo 10.000 metri quadri di terra in cui facciamo fare degli esercizi mettendo gli utenti davanti a delle possibili situazioni di criticità, come una buca o una salita o un tronco. Poi facciamo un giro da un'ora e mezza circa, alternando asfalto e sterrato. Poi torniamo a Corte Marani per il pranzo e facciamo degli esercizi sfruttando il fondo a bassa aderenza della pista da flat. In aggiunta a tutto questo c'è anche una divisione per i bambini: la Junior Riding School.

Ma dai!

Sì, sì. Si svolge sempre presso Corte Marani, c'è tutta la gamma Yamaha a disposizione, dalla PW piccolina alla PT125. Facciamo dai bambini di 3 anni ai ragazzini di 13. Non è motocross vero e proprio: non gli mettiamo il cancelletto e non gli facciamo fare i salti doppi o cose del genere. Ci sono dei percorsi tracciati su prato, di varie difficoltà che servono ad imparare ad andare in moto. E poi ci sono le mini-moto. Da ultimissimo ti segnalo anche la nostra partnership con Donne in Sella che prevede un pacchetto di tre giorni finalizzato al conseguimento della patente.

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Ma se qualcuno volesse partecipare ai tuoi corsi in pista e non avesse una moto a disposizione?

C'è la possibilità di noleggiarla. A disposizione degli utenti ci sono R1 SBK (disponibile solo per il Pista 2 a 790 euro al giorno), R1 M STK MY 2018 (disponibile per i corsi a partire dal Guida Sportiva/Entry Level, a prezzi da 390 euro al giorno), R1 pronto pista MY 2016 (come sopra, ma il prezzo scende a 360 euro), R6 pronto pista MY 2018 (290 euro), R6 pronto pista MY 2015 (250 euro), FZ6 pronto pista (200 euro), R3 pronto pista (200 euro). Abbiamo poi delle MT-07 e delle MT-03 per il Guida Sicura (rispettivamente 140 e 120 euro) la YS125 per il basilare (95 euro).

Per i corsi adventure c'è la possibilità di affittare una moto?

Al momento non è ancora possibile.

Che succede se cado con la moto che ho affittato? C'è una franchigia?

Per offrire un pacchetto più competitivo ai nostri utenti abbiamo deciso di evitare formule con assicurazione o che prevedano anche la copertura dei danni. Un'assicurazione costerebbe circa 500 euro, con 2.000 euro di franchigia. Trattandosi di moto pronto pista, crediamo sia più conveniente per l'utente pagare gli eventuali danni.

Come si tengono aggiornati i tuoi istruttori? Esiste uno stile in qualche maniera codificato, soprattutto con riguardo alla guida sportiva?

Molti dei miei istruttori sono piloti. Il fatto che corrano non li rende, automaticamente, dei bravi insegnanti, ma i miei, fortunatamente, lo sono anche. Il loro impegno nelle competizioni li obbliga, però, ad essere sempre molto aggiornati rispetto a tutte le novità che possano presentarsi relativamente allo stile di guida. Detto questo, non credo che per le moto ne esista uno univoco. Spesso ci troviamo di fronte a delle vere e proprie mode, come quella del gomito, ad esempio. Il fatto di mettere il gomito a terra è qualcosa che viene dalle competizioni, dalla MotoGP, in particolare, ma che dipende anche molto dallo straordinario livello tecnologico a cui sono arrivate quelle moto.

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In molti sport tecnici, però, lo stile viene in qualche maniera evoluto secondo direttive univoche. Penso allo sci, ad esempio, in cui ci sono gli istruttori federali che insegnano ai maestri di sci...

Nelle moto la variabile tecnica è troppo marcata. Nello sci, nel tennis, c'è uno strumento, certo, ma le variabili in gioco sono in un numero minore rispetto a una moto. Per questo in quel caso è più facile identificare un modo di utilizzare quegli strumenti - gli sci, la racchetta - nella maniera migliore possibile.

Quali sono le altre "mode" che vedi in giro tra gli amatori?

C'è il mito delle sospensioni rigide. Sui forum, nei gruppi, si parla sempre di questa cosa di irrigidire le sospensioni. Può avere un senso se vai davvero già molto forte. Per carità, se ti fa sentire meglio in sella, se ti toglie un pensiero, si può anche fare, ma la verità è che sono modifiche che non hanno nessun impatto sul modo in cui la moto viene usata da queste persone. Considera che con le moto di adesso, con fari, specchietti e frecce, con le pressioni giuste, al Mugello giri in 1:56. A cosa serve mettere le mani sulle sospensioni se giri in 2:10?

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