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Think twice

Ma di che cosa è fatto Alex Zanardi?

Giulia Toninelli

14 gennaio 2021

Un commento letto sui social e una domanda legittima, oggi che sappiamo che ha ricominciato anche a parlare. Perché dev’esserci un segreto, per essere così. Un trucco, una regola, una magia. Qualsiasi cosa capace di renderci tutti un po' Alex Zanardi

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

Titanio, come le sue gambe? Ironia, come quella del suo spirito? Tenacia, come quella che serve a un uomo per risorgere, due volte?

Di che cosa diamine è fatto Alex Zanardi?

Lo chiedeva un utente sui social, nel giorno dell’annuncio dell’ennesima incredibile vittoria di un uomo che si fa fatica anche solo a chiamare così. Perché umano non sembra, Zanardi, ma che forse è il più umano fra noi. Ce le ha le fragilità, i drammi, i giorni no, gli anni avversi. Come noi, più di noi.

La vita lo ha spezzato, letteralmente, ma non si è piegato mai. Nemmeno sta volta che doveva andare male. La legge dei grandi numeri non è una cazzata e di certo non gli si poteva chiedere di risorgere ancora, di sopravvivere di nuovo. 

Le redazioni di tutta Italia, forse di tutto il mondo, avevano preparato il coccodrillo, il pezzo per annunciarne la morte. Io quella notte infame non ho neanche chiuso occhio.

Ma lui ci ha presi in giro tutti, di nuovo. Chissà se anche sta volta hanno provato a fagli un’estrema unzione. Sarebbe la seconda, ad andare male. 

La notizia è che adesso parla, Alex Zanardi. Parla con la sua famiglia, alza il pollice, indica le persone. Sta migliorando, sta tornando ad essere lui. I suoi occhi azzurri, la sua faccia spigolosa, il sorriso da persona buona. Che io non ci credo alla gente che dice che le persone famose sono tutte antipatiche, strafottenti, che se la credono sempre troppo.

Le persone a volte basta guardarle bene, per capire di che cosa sono fatte. E Zanardi così, di quella pasta lì, lo è da sempre. Lo è in questa fotografia straordinaria dei suoi anni giovani, spensierati, in giro per gli autodromi di tutto il mondo.

Due gambe in più, due incidenti assurdi, impensabili, in meno.

La vita non gli aveva ancora presentato il conto, ma lui già era Alex Zanardi. E non è questione di destino o di un qualche tipo di divinità che ha messo uno spirito straordinario dentro a un corpo capace di rompersi, restando intero.

Il merito è solo suo. 

Perché la verità è che il bolognese spavaldo di questa fotografia, l'eroe e il campione di tutti noi, è fatto di quello di cui sono fatti gli uomini. Debolezze, sangue, sudore, ossa che si possono rompere, sogni che si possono spezzare. 

E' un uomo Alex Zanardi, come tutti noi. Solo che lui ha trovato la forza di essere più grande, di tutti noi. 

Ed è una lezione, per chi dice di non farcela mai. Basta pensarlo oggi, adesso che sappiamo che può anche parlare, ora che abbiamo la certezza di una terza vita, dopo un secondo sfregio della morte, per avere un po' di forza in più. 

O almeno per provarci, ad essere fatti di quello di cui è fatto Alex Zanardi. 

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