Manca poco all’estate e la maggior parte di noi è in apprensione per la propria linea. La dura verità è che per tornare in forma e perdere qualche kg di troppo non ci si può ridurre all’ultimo minuto, in una corsa contro il tempo rischiosa e dannosa per il proprio fisico e la propria salute. È anche vero, però, che quando si decide di perdere peso, ci si presentano davanti milioni di opzioni, tutte papabili e idealmente molto promettenti. Una di queste, particolarmente in voga negli ultimi mesi, è il digiuno intermittente. Cos’è? Come si fa? Perchè sti stronz* vogliono costringerci a stare a stecca, dopo anni ed anni in cui i nutrizionisti hanno fatto i salti mortali per convincerci a fare diecimila piccoli pasti al giorno? Ve lo spieghiamo subito.
Ok ma che cos’è il digiuno intermittente?
Sebbene dal nome sia facilmente intuibile, onde evitare equivoci ve la tagliamo giù a pezzettini: il digiuno intermittente è una pratica alimentare che prevede l’alternanza tra periodi in cui si mangia e periodi in cui si digiuna e che dovrebbe incidere positivamente sul funzionamento del nostro metabolismo. Ok, ma per quanto tempo si digiuna? E dopo aver digiunato per tot giorni, sono autorizzato ad abbuffarmi tipo cenone della vigilia? Ecco, no. Il digiuno intermittente prevede vari schemi di “lavoro”, alcuni più estremi ed altri più umani. Sta a voi decidere cosa funziona per il vostro corpo, o ancora meglio, è compito del vostro nutrizionista, ma giusto a titolo esemplificativo ecco qualche schema di digiuno intermittente per farvi capire meglio le tempistiche e i metodi di alimentazione che prevede questa nuova pratica.
Schema 16/8 (metodo LeanGains)
La giornata si suddivide in 2 parti: una in cui si mangia, che dura 8 ore; una in cui si digiuna, della durata di 16 ore. Non così hard, se si dorme per parecchie ore e si salta la colazione, per poi consumare il pranzo ed essere liberi di fare merenda e di cenare entro le ore 20.
5:2 A giorni alterni (aiuto)
Siete liberi di mangiare, sì, ma non tutti i giorni. Per 2 giorni a settimana, infatti, dovrete limitare il vostro apporto calorico a 500/600 kilocalorie. Praticamente un pacchetto di cracker, una mela, e tanti saluti. Magra consolazione: non devono essere due giorni di digiuno consecutivi. Fiuuu.
Eat Stop Eat (also known as metabolismo schizofrenico)
In questa variante dimenticatevi anche le 500/600 kilocalorie al giorno. Per due giorni alla settimana, infatti, dovete proprio digiunare, al massimo vi sono consentiti bevande ipocaloriche, tè o caffè. Chiaro che il resto della settimana non vi dovete abbuffare come dei cavernicoli, just saying…
Ma al nostro corpo fa bene?
Teoricamente, sì. Il problema più che altro si presenta se vi viene un esaurimento nervoso. Ma al corpo, sembrerebbe giovare. Quando si sta in astinenza alimentare l’insulina (ormone anatolico responsabile del deposito adiposo), si da’ una calmata, per risvegliare invece un altro ormone interessante: l’IGF-1 anche conosciuto come somatomedina, che assomiglia all’insulina ma stimola i tessuti muscolari. La privazione alimentare poi, dovrebbe incrementare anche il famoso “ormone del benessere” (somatotropina/GH), che favorirebbe il dimagrimento ed ingrosserebbe il muscolo, al contrario dell’insulina. Praticamente se il vostro sogno è quello di diventare dei body-builder, oltre ad allenarvi come dei pazzi, siete sulla strada giusta: il digiuno intermittente risveglia degli ormoni che migliorano bilateralmente la composizione corporea, favorendo il dimagrimento ma anche la massa muscolare.
E quando si mangia, cosa si mangia?
Come abbiamo già detto, abbuffarsi non ha senso, praticamente mai. Iniziamo col dire che se volete dei risultati ottimali, è sempre bene affiancare la dieta (o cosa per essa), all’allenamento fisico. Facciamo un esempio pratico di routine:
- Primo pasto, appena svegli: si consigliano fonti proteiche e carboidrati a basso indice glicemico, con pochi grassi.
- Secondo pasto: colazione completa. Attenzione comunque ai cibi troppo raffinati, meglio orientarsi su frutta e yogurt, tè, caffè o spremute.
- Allenamento ad alta intensità. Niente yoga insomma, muovete quelle chiappette
- Terzo pasto, SUBITO dopo l’allenamento, che si presume sia il pranzo: consigliati alimenti ricchi di fibre, carboidrati meglio se integrali, proteine di alta qualità (pesce, legumi, uova) e grassi vegetali (olio d’oliva, frutta a guscio, avocado).
- Digiuno da dopo pranzo fino al mattino successivo
Ovviamente le porzioni non devono essere esagerate, solo perché avete paura di patire la fame nelle ore seguenti. Ricordatevi soprattutto di bere molta acqua, tisane o infusi, per mantenere costante il vostro livello di idratazione e chiudere un po’ quel buchetto nello stomaco. E ovviamente, dormite, anche se avete i crampi dalla fame: una carenza di sonno può infatti provocare un aumento di peso.
E se invece volessimo optare per qualcosa di più tradizionale?
L’approccio classico prevede un metodo diametralmente opposto a quello del digiuno intermittente, quello della termogenesi indotta dagli alimenti. In questo modo, più si mangia, più si brucia, e più si perde peso. Il nostro corpo dimagrisce sfruttando la spesa energetica imputabile alla digestione degli alimenti che introduciamo e, a parità di calorie introdotte, consumando più pasti e di dimensioni ridotte, brucia più energia per elaborarli. Cosa succede quindi? Non abbiamo mai quel senso dilaniante di fame, il nostro metabolismo lavora sempre, e mandiamo a quel paese l’ormone dello stress, il cortisolo, favorendo il giusto mantenimento della tiroide.
Ovvio che anche in questo caso non si può mangiare di tutto: non cambia niente se prendete il menù small al McDonald’s al posto di quello medio. L’ammontare calorico, la ripartizione nutrizionale e gli indici glicemici devono essere sempre appropriati. Sennò, non dimagrirete.
In conclusione
Il digiuno intermittente non è per tutti, bisogna essere pazienti e costanti, come d’altronde per ogni dieta, ma forse un po’ di più. È anche vero, però, che può essere un metodo efficace per ridurre il grasso corporeo, soprattutto per chi è sovrappeso. Prima di iniziare, è necessario un consulto medico o quello di un nutrizionista e, soprattutto, non protrarre questa pratica a lungo nel tempo. Date tempo al corpo di abituarsi a questo nuovo metodo, mantenete un regime alimentare sano e non perdetevi d’animo: sta tutto nella vostra testa.