Al Grande Fratello Vip, siamo stati spettatori di un certo tipo di televisione che da anni è un po’ scomparso. Maria Teresa Ruta e la figlia Guenda, che con la giusta dose di lacrime, ma la lontananza più completa da uno spettacolo teatrale degno di prima serata, ci hanno insegnato la potenza fortissima di un abbraccio non dato.
Abbiamo visto uno sfogo di una figlia e la vergogna di una madre. Guenda, 31 anni, ormai donna. E Maria Teresa, 60, tra poco mamma.
Tra poco perché lei mamma in fondo non è mai riuscita a esserlo. Ha avuto due figli. È stata madre, sì, ma mamma mai. Non perché non avesse voglia o perché non ne fosse capace, ma semplicemente perché a volte succede così. Succede che il ruolo più naturale del mondo diventa improvvisamente uno strato di nebbia fitta e profonda. Che ti benda gli occhi. E lo sguardo dei tuoi figli, le lacrime dei tuoi cuccioli nemmeno, sono forti abbastanza da farti vedere.
Maria Teresa, mamma di due figli, ha semplicemente scelto che nonostante la sua età aveva ancora molto da vivere e altrettanta voglia di scoprire. Si è innamorata e ha deciso di darsi una seconda chance. Al prezzo più difficile, a quello più scontato.
Scomparendo dalle foto di famiglia appese in salone.
Eppure, dimostrandosi sempre ingenua e immatura, Maria Teresa ha avuto il coraggio di vivere questo dolore.
Perché alla fine Maria Teresa è una donna che il dolore lo ha preso per mano nella sua vita. Ha sofferto la solitudine in un mondo che mai riuscirà a comprendere personaggi come il suo. In cui la sensibilità è vista come ingenuità e la felicità come frivolezza.
Guenda d’altro canto, ci racconta di quanto è stato difficile crescere con questo grande vuoto di una madre non troppo presente. Ci racconta del loro abbandono come figli quando la mamma, superati i 50, si innamora e cerca di costruirsi un nuovo nido d’amore.
Abbandona il proprio e vola via. Vola via perché ha necessita di provare felicità dopo anni di vuoto. Vola via perché vuole sentirsi il cuore scoppiare nel petto. Vola via soprattutto perché prima di essere madre è donna, anzi bambina.
E una bambina non fa le cose con cattiveria.
Vedete, io quindi non riesco proprio a giudicarla. Non riesco a vedere il lato marcio di una madre assente nonostante mi sia stato palesato in diretta Tv. Non ci riesco perché non ci è riuscita nemmeno lei stessa.
Che durante il loro confronto vis a vis non è riuscita a guardare la figlia in viso. Non è riuscita se non per un secondo iniziale, neanche ad abbracciarla. E non ci è riuscita perché il dolore più grande lo ha provocato a sé stessa. Prima ancora di provocarlo ai figli.
Ma ha provato tanta vergogna, tantissima. E come si scusa con la figlia? Dicendo che non voleva essere ingombrante. Ma che meraviglia, che bellezza, che amore.
Lasciatemelo dire.
Con lo sguardo basso e il cuore sconfitto, Maria Teresa ci insegna la vera ingenuità. Quella bella. Quella che ogni donna, madre e non, dovrebbe avere. Quella che ti porta a non smettere mai di cercare la felicità. Anche ballando come una cretina con le trecce a sessant’anni. Anche con la voce di una bambina immatura che non cresce mai. Anche con le parrucche e le ciglia anni ‘80.
Perché vedete, la verità è che a Maria Teresa Ruta non frega niente di essere donna.
O almeno non come la vedete voi. A lei di essere bella e desiderata non frega nulla più. Lei donna lo è stata già. Lei ora vuole essere bambina, innocente e sorridente.
Lei l’orecchino se lo vuole togliere, perché lei vuole essere perla. E lo vuole da sempre.
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