Melandri non molla sul green pass: “Cos’altro è se non dittatura? Non era una Repubblica fondata sul lavoro? In privato tanti personaggi noti mi danno ragione”. E sulle moto…
Marco Melandri, nonostante sia stato preso di mira anche e soprattutto da Selvaggia Lucarelli, non molla e continua a parlare di green pass e dintorni. Lo fa ancora tramite stampa perché, dice “di andare in tv o in radio a parlarne non mi va: verrei solo strumentalizzato”.
Per Melandri è giusto manifestare, in maniera pacifica, contro il lasciapassare: “Venerdì – racconta alla Verità – ho partecipato anch’io a un corteo. Non ho nessuno a cui rendere conto, voglio semplicemente poter dire che, per me, quel che sta accadendo non va bene. Anche scendendo in piazza. Ho amici vaccinati e amici che hanno scelto di non farlo: parlo con tutti, si tratta di una scelta personale, null’altro”. Parla di dittatura: “E cos’altro è quella che stiamo vivendo? Non era questa una Repubblica democratica fondata sul lavoro? Perché oggi occorre pagare per lavorare, se si fa una scelta diversa dal vaccino? Ma è importante chiarire: io non sono un no vax. Occorre dirlo, perché oggi se sei contro il certificato ti definiscono in modo improprio. Si tratta invece di una scelta delicata, con possibili innegabili effetti collaterali. Occorre rispetto per le decisioni di ciascuno sulla propria salute”.
Melandri riferisce di aver avuto il Covid: “A marzo sono arrivati febbre alta e mal di testa. Ho fatto i test fai da te, quelli che vendono nelle farmacie, erano positivi e ho aspettato che diventassero negativi per alcuni giorni di seguito prima di uscire di casa. Curandomi da solo, con i consigli di dottori amici: secondo il medico di base non avrei dovuto prendere nemmeno un antinfiammatorio. I protocolli sono troppo rigidi, tanti dottori hanno paura, e anche questo è un problema di cui si parla troppo poco”. Quindi non ha fatto alcun tampone molecolare: “Avessi dovuto aspettare la burocrazia, visti i ritardi di questo sistema, avrei perso giorni preziosi. Dopo tre settimane sarebbe iniziato il mondiale di MotoGp e non volevo perderlo”.
Pur avendo avuto la malattia, Marco non ha il green pass: “Racconto come è andata perché ben fa capire l’assurdità di come vanno le cose. […] In luglio decido di sottopormi al test sierologico. Il risultato è molto chiaro: il valore degli anticorpi è alto. Mi chiama quindi l’igiene pubblica, mi chiede dove avessi preso il virus e come sia andata. Spiego tutto, finisce lì. Qualche settimana e li richiamo io: era spuntata la novità del green pass, ho chiesto di poterlo avere. Mi hanno risposto che a loro non risultava che io mi fossi ammalato. Proprio loro, che mi avevano chiamato dopo il test. Sarebbe una barzelletta, se ci fosse qualcosa da ridere”. Per avere il pass “permanente”, nonostante tutto, dovrebbe quindi vaccinarsi: “Ma non si fa per avere gli anticorpi? Cosa mi serve se gli anticorpi li ho già? Nessuna risposta. Io non avrò studiato, ma questa mi pare una presa in giro”.
Melandri spiega che non è intenzionato a vaccinarsi “perché alcuni casi in famiglia, a seguito dei quali ci siamo sottoposti tutti a esami, attestano che siamo predisposti a trombosi geneticamente. Quindi, grazie, ma no. E non mi risulta che chi abbia ripreso il Covid per la seconda volta abbia, statisticamente, subito gravi conseguenze: ho cercato i dati, non li ho trovati. Evidentemente non sono significativi”.
Marco parla anche dei bambini: “Tutto questo li sta toccando profondamente. Sento gli amichetti di mia figlia giocare al parco e parlare di vaccini e certificati, e mi arrabbio perché gli adulti stanno scaricando su di loro la propria frustrazione. Se hai il pass sei buono, se non lo hai sei cattivo: li vedo cominciare a ragionare così, da razzisti, loro che devono ancora scoprire la vita e che per colpa dei grandi iniziano a dividere le persone”. Bambini “ai quali imponiamo le mascherine per 6, 8 ore consecutive, anche se c’è uno studio che dimostra come su oltre 90.000 bambini non sia stato riscontrato nemmeno un caso di trasmissione del Covid? E i rischi di miocarditi? Piuttosto, mia figlia, la terrò a casa”.
Che dire delle critiche ricevute dopo le sue esternazioni, comprese quelle tutt’altro che tenere di Selvaggia Lucarelli? “Degli insulti non mi preoccupo: su Internet puoi trovare di tutto, da sempre. Non sa in quanti mi hanno scritto in privato per dirmi che ho ragione. […] Non farò mai i nomi, ma le assicuro c’era gente nota e con credibilità, che evidentemente non ha voglia di entrare in una bagarre mediatica, ma la pensa come me”.
C’è un po’ di spazio anche per le moto. Melandri dice di non avere rimpianti, perché ha dato sempre il massimo: “Oggi so che se anche ho fatto scelte sbagliate era perché, allora, di alternative non ne avevo”. C’è qualcuno che spera ancora in un suo ritorno alle gare: “Lo escludo. Non ne ho nostalgia, no, devo dire la verità. Sono una persona diversa rispetto a quando correvo: a un certo punto ho capito che si può vivere senza stress. […] Ho iniziato da bambino, a 8 anni, la pressione per me è sempre stata una cosa naturale, normale. Ma che tu lo voglia o no, il tempo passa inesorabile, ed è la vera risorsa scarsa della vita. Era arrivato per me il momento di cambiare – conclude Marco sentito dalla Verità – bisogna essere realisti”. I fan si dovranno accontentare di sentirlo parlare di MotoGp su Dazn.