Si chiude il 2021, un anno caratterizzato dalla grande crisi del settore della metalmeccanica. Come segnala il quotidiano La Stampa, proseguono le difficoltà per centinaia di aziende, in particolare dovute alla transizione ecologica e all’aumento delle bollette dell’energia che mettono a rischio 55mila posti di lavoro. Attualmente, sono 107 i tavoli di crisi aperti nel settore metalmeccanico: 51 nazionali gestiti dal Mise e 56 regionali. Secondo l’ultimo report della Cisl sono quattro i settori più a rischio: automotive, siderurgia, elettrodomestico ed aeronautica. Le crisi storiche continuano a preoccupare. Come per esempio quelle dell’ex-Ilva, di Blutec, di Piombino JSW (ex- Lucchini), di Whirlpool e di Bekaert, di Industria Italiana Autobus e di Ex Alcoa. Alle quali si aggiungono quelle di Gianetti Ruote e della Gkn nell’automotive, così come l’ex Saeco di Gaggio Montano, la Speedline di Venezia e la Caterpillar di Jesi che hanno annunciato di delocalizzare le loro produzioni.
“Noi vediamo due importanti campi difficili e significativi per l’avvio del 2022. Uno è senza dubbio quello dell’automotive, un settore che più di tutti gli altri rischia di aumentare i casi di ristrutturazione e utilizzo degli ammortizzatori se non addirittura di scelte di abbandono industriale, e questo sia a fronte del grave calo del mercato che della transizione ecologica che comincia a far cambiare scelte industriali e occupazionali” ha dichiarato Roberto Benaglia, segretario nazionale di Fim Cisl, il quale ha poi spiegato che la ripresa possa essere “abbattuta dall’aumento delle materie prime e dai costi vertiginosi dell’energia che stanno diventando insostenibili soprattutto per settori primari fortemente energivori come la siderurgia”. Altro settore in grande difficoltà è quello petrolifero. Soprattutto in Sicilia nel polo chimico di Priolo-Augusta. Qui sono fallite 4 aziende con la perdita di 439 posti di lavoro. E in Sardegna nella raffineria Saras di Sarlux (Cagliari) dove sono in cassa integrazione 1.300 lavoratori delle imprese collegate. Un quinto delle crisi (22) è localizzata in Campania, a seguire Lombardia (17), Abruzzo con 9, Emilia-Romagna e Veneto con 7 a testa. “Pur dentro una robusta ripresa, molto importante nel 2021 – ha concluso il segretario generale della Fim Cisl, Roberto Benaglia – il settore continua a ristrutturare”.