Tutto come sempre parte con un tweet del tycoon: “Saranno le elezioni meno accurate e più truccate della storia. Una enorme fonte di imbarazzo per gli Stati Uniti. Non sarebbe meglio rinviare le elezioni finché non si potrà votare in modo sicuro e appropriato??”.
Ed è subito panico mondiale. Trump si scaglia contro il voto via posta e si gioca la carta della pandemia - dopo aver minimizzato gli effetti del coronavirus per mesi - mettendo così le mani avanti su una possibile (e al momento probabile) sconfitta.
La sua campagna elettorale sta andando male e i sondaggi fino a questo momento vedono Joe Biden in netto vantaggio quindi insinuare, ovviamente senza nessun valido o conclamato motivo, che il voto via posta possa essere truccato è un colpo da maestro. Il tweet del Presidente è arrivato poi nello stesso giorno in cui sono stati pubblicati i dati del PIL del paese nel secondo trimestre del 2020: un -9,5% spaventoso che, annuallizzato, rappresenta il crollo peggiore della storia degli Stati Uniti con una contrazione economica del 32,9% . Borse in rosso e record negativo, una giornata da dimenticare per Trump che - probabilmente preso dalle ansie di una situazione elettorale sempre più difficile - ha lanciato la proposta bomba.
Ma la domanda che si stanno facendo tutti è: Trump ha il potere di rinviare le elezioni americane?
La risposta è no.
Negli Stati Uniti il governo in carica non ha il potere di spostare la data delle elezioni quindi il ruolo del Presidente e una sua possibile richiesta ufficiale non hanno alcuna valenza davanti a Camera e Senato. La decisione spetterebbe al Congresso che potrebbe cambiare la data delle elezioni con il voto ma, visto il ruolo dei Democratici alla Camera in questo momento, è assolutamente da escludere che questi votino - insieme al Senato guidato dai Repubblicani - per accettare il rinvio delle elezioni.
“Però la possibilità c’è” direte voi. E il tycoon già nel 2016 ci ha insegnato che niente per lui è impossibile - compresa quella vittoria su Hillary Clinton che ancora oggi fatichiamo a credere reale. Ma anche se dovesse riuscire in qualche modo a convincere la Camera, guidata dai Democratici, a votare per lo spostamento delle elezioni non potrebbe cambiare la data di insediamento del Presidente alla Casa Bianca.
Il 20 gennaio è la data in cui scade ogni mandato di qualsiasi Presidente degli Stati Uniti, una data simbolica scritta all’interno della Costituzione americana che non potrebbe essere spostata a meno che si decida di cambiare la Costituzione.
Se si volessero quindi spostare le elezioni bisognerebbe trovare una data tra novembre e gennaio ma allo stesso modo avere abbastanza tempo per lo scrutinio di tutti gli Stati americani e sperare non ci siano problemi nel conteggio dei voti. Le tempistiche sembrano molto lunghe ma non bisogna andare molto indietro nella storia degli USA per ricordare come le elezioni del 2000 diedero il via a una serie di lunghe contestazioni, dilatando il periodo delle elezioni per il riconteggio delle schede in Florida. Fu proprio l’avvicinarsi della data scritta sulla Costituzione a mettere fretta alle procedure di rinconteggio, decretando poi la vittoria di Bush su Al Gore.
La possibilità quindi di spostare le elezioni americane è ben lontana dal possibile e i poteri del Presidente in carica non sono neanche lontanamente sufficienti per ventilare questa ipotesi. Trump, sopraffatto da crisi economica, rivolte sociali e una pandemia ormai fuori controllo, dovrà quindi accettare la data (e le modalità) delle elezioni che potrebbero riconfermarlo Presidente o farlo definitivamente uscire dalla Casa Bianca.