Beati vent’anni, quando basta aver letto qualche libro per voler cambiare il mondo buttandosi con furore in qualsiasi tipo di battaglia senza pensare alle conseguenze. Sembra questo il caso di Filippo Dellepiane, il giovane invitato ieri a parlare nella trasmissione Piazza Pulita e che, finora, nessuno aveva mai visto in tv o sui giornali. A solo 20 anni è già tra i fondatori del movimento Studenti contro il Green Pass e membro della Direzione Nazionale di Liberiamo l’Italia. Nel programma di La7 si è distinto per spavalderia, proprietà di linguaggio e, altro aspetto che non guasta, una certa telegenia. Filippo, convinto sostenitore della discriminazione introdotta dalla “carta verde”, nel suo caso verso gli studenti universitari, ha provato a far valere le ragioni del movimento con citazioni forbite e impugnando penna e taccuino, ma di fronte alla realtà le sue speculazioni si sono sciolte come neve al sole.
Tralasciando la questione neofascisti con i quali hanno condiviso le piazze, nonostante lui si dichiari antifascista (“A Roma non siamo andati perché abbiamo avuto il sentore di quel che sarebbe successo”. E perché non avete denunciato prima? Vabbè), è sull’utilità o meno del Green Pass che la sua posizione si sfarina alla prima prova di resistenza. “È meglio evitare il confronto o andare dentro a quel movimento, come facciamo noi, che portiamo un messaggio di democrazia e cerchiamo quella che Gramsci avrebbe chiamato ‘egemonia’ all’interno di un movimento?” ha chiesto retoricamente ai presenti. Non fa una grinza sul piano teorico, peccato che quell’egemonia sia stata soffiata a tutte le persone perbene – con una pianificazione che dura da tempo, come ha dimostrato l’inchiesta di Fanpage - proprio da quei neofascisti di cui stiamo parlando da settimane e che, a Trieste in queste ore, hanno costretto gli organizzatori ad annullare un’altra manifestazione per timore di infiltrati violenti.
Ma è sul “certificato verde” che si consuma lo scollamento con la realtà di Filippo e di chi, come lui animato da buoni propositi, non riesce a prendere atto che sui numeri c’è ben poco da filosofeggiare. A un certo punto dice: “Sul Green Pass vi sembra normale che io, che ho una vita sociale, se non ho quello non posso entrare all’università? L’anno scorso sono andato con la mascherina e non c’è stato un contagio”. A riportarlo con i piedi per terra, ci ha pensato la giornalista Annalisa Cuzzocrea: “Tu andavi in università perché eri una matricola, andavano solo le matricole. E ora il Green Pass serve a far si che tutti possano tornare all’università, una esperienza formativa importante da fare in presenza”. Poi il conduttore Corrado Formigli manda in sovrimpressione la grafica con la curva dei dati sui morti e sui contagiati in vari paesi e scopriamo che l’Italia, grazie anche al vituperato Green Pass, è quella che fa registrare nettamente meno morti e meno contagiati rispetto agli altri. Questi numeri meritano di essere ricordati a Filippo e a chi, come lui, è contrario al Green Pass. Negli Stati Uniti i vaccinati sono solo il 56% della popolazione e i morti giornalieri 1700 con 5 morti ogni 24 ore per milione di abitanti. In Russia, sintetizzando, 33% di vaccinati e 977 morti al giorno con 7 morti giornalieri (per milione). Ancora, in Serbia 43% di vaccinati e 8 morti al giorno (per milione), tanto che la premier ha dichiarato la situazione “catastrofica” e deciso di introdurre il Green Pass. Continuando, la Bulgaria è il paese con meno vaccinati d’Europa (16%) e ha 15 morti giornalieri (per milione) e, infine, la Romania con il 30% di vaccinati e 19 morti al giorno (per milione). Sapete qual è la condizione dell’Italia con vaccinazioni e Green Pass? Abbiamo la media di 0,6 morti per milione di abitante. Zero virgola. Che sono sempre troppi, ma rispetto agli altri è comunque un miglioramento nettissimo. Allora, sarebbe interessante domandare al giovane Dellepiane, a fronte di questi dati (sempre che creda nella loro validità) se sarebbe in grado di tornare all’università in presenza senza Green Pass e con la coscienza a posto, sapendo che oltre alla sua “bolla” di giovani studenti rampanti i morti potrebbero aumentare esponenzialmente. Chissà, magari l’esperienza di ieri gli è servita a capire che studiare filosofia è importante ma non basta a comprendere il tutto. D’altronde, per caso, quando ha il mal di denti si rivolge a uno dei suoi colleghi filosofi?