Come scrissi tempo fa su Bengala, la vera sfida per il futuro è di abbattere gli estremismi, includere per non escludere e oggi aggiungo, contrastare ignoranza, pregiudizio e paura, per non basare la nostra realtà sulla caccia alle streghe.
Dal 1990 l'omosessualità è depennata dall' OMS come malattia psichiatrica e definita “variante naturale del comportamento umano”. Questo ci servirà per comprendere quanto il ddl Zan sia sensato in una società dove purtroppo l'odio vince sulla ragione, ma devo fare un salto mnemonico a qualche anno fa dove, durante un corso sulla psicologia e sessualità, il già ex presidente dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia, ci mise in guardia su un concetto inesistente ma che stava prendendo piede negli ambienti benpensanti: la teoria gender.
I fautori di questa teoria, formati da gruppi pseudocattolici (per me sono pseudo. Il messaggio di Cristo non risiede nell'odio), sostengono l'esistenza di un complotto organizzato da lobby omosessuali e transessuali, finalizzate ad agguantare il potere, schiacciando l'identità della famiglia in primis e relegando l'eterosessualità all'angolo.
Secondo questo complotto, l'Europa alla mercé di questi gruppi politicamente forti, legiferano e silenziosamente riprogrammano i bambini attraverso pseudo seminari, role playing e linee guida che, già nelle scuole della prima infanzia prescrivevano contatti con lo stesso sesso, prove tecniche di masturbazione da 0 a 4 anni, travestitismo, metodi contraccettivi in ragazzetti che a malapena riconoscono i nomi dei colori sui cartelloni e altre oscenità che non stanno né in cielo né in terra.
In realtà l'OMS parlava di Standard per l'Educazione Sessuale in Europa, finalizzata all'educazione e sviluppo sessuale del bambino sul piano fisico, affettivo e sociale, poiché la sessualità è una componente determinante dello sviluppo della persona, ma questo concetto è stato preso e trasformato in grottesca farsa, con tanto di volantini stampati ad hoc e seminari sulle “terapie di conversione” tenuti da Luca di Tolve ( il famoso “Luca era gay e adesso sta con lei” di Povia) o politicanti fobici, forse più attenti ad ottenere visibilità mediatica che concretezza.
Da queste fake news, il Popolo della Famiglia è riuscito ad ottenere importanti traguardi: l'accensione delle luci del Pirellone con la scritta Family Day, 7 pullman diretti verso il Circo Massimo per dire no alla legge Crinnà sulle unioni civili (diventata loro malgrado legge), e manifestazioni con fantomatici 2 milioni di partecipanti, ridotti poi in appello a qualche migliaio nel confronto fotografico tra la massa dei manifestanti e il concerto sold out dei Rolling Stones del 2014 .
Veniamo ad oggi. Alessandro Zan, politico italiano e attivista Lgbt, propone una legge contro l'omofobia, la transfobia, la misoginia e l’abilismo, dove sottolinea in un'intervista a Lifegate: “La parte fondamentale del disegno di legge è quella che modifica l’articolo 604 bis del codice penale, che ad oggi punisce con la reclusione fino a sei anni i reati di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, aggiungendo anche gli atti discriminatori fondati “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”, prevedendo pene fino a quattro anni di carcere, che potranno essere commutate anche parzialmente in lavori di pubblica utilità da svolgere anche presso associazioni di tutela delle vittime”.
Il DDL passa alla Camera ma viene prontamente bloccata al Senato, utilizzando la classica scusa del tecnicismo, del non ordine del giorno, ma in sostanza si usa l'ostruzionismo e tutto ciò che è in potere da parte di chi può bloccare un ddl contro l'odio usando lo scudo del perbenismo.
Ora, al di là delle burocrazie del nostro Stato, il ddl Zan non cerca di favorire un'identità schiacciando l'altra (come sottolinea anche lui), ma di abbattere quello strato d'odio che purtroppo permea la nostra società. Qualche mese fa due ragazzi gay sono stati pestati a Roma rei di essersi baciati in pubblico, un altro nella mia città cacciato di casa perché omosessuale; una ragazza di 22 anni a Castelfiorentino anche lei cacciata di casa perché lesbica, ma l'elenco continua andando indietro nel tempo e sicuramente anche avanti nel futuro, inserendo, cosa che fa il DDL Zan, anche le persone disabili fisiche o mentali, schernite, picchiate o com' è successo tempo fa, uccise dal solito branco di ragazzini annoiati e non ultima, la misoginia che tanto danno ha fatto e tanto ne farà.
Perché quindi ha senso far passare questa legge?
Avete idea di quanta sofferenza debba passare una persona che si sente diversa o esclusa dalla società? Sapete quanti ragazzi e ragazze temono il “coming out”, sentendosi colpevoli di aver scelto senza scegliere ed infliggere una coltellata morale ai genitori? E quanti di questi devono sopportare il “macchietismo”, la stigma o il pensiero che “Dio non accetta queste diversità perché contrarie alla famiglia?” (ah, giusto per specificare, esistono e non sono pochi gli omosessuali credenti). Avete idea di quanta difficoltà deve attraversare una persona con iter psicologico, endocrinologico, sociale, burocratico per farsi riconoscere nel genere che si sente e non per quello attribuito dalla nascita? E no, non è quella boiata portata avanti da alcuni politici che vedono nella riattribuzione del sesso, la possibilità di accedere alle quote rosa o vincere le competizioni sportive, facilitati da muscoli maschili e nomi femminili.
Ma più banalmente, tutte quelle minoranze (e non parliamo di numero, ma di persone che si trovano in una posizione sfavorevole) che in ogni forma e modalità sono violentate nell'essere, nella forma e nella sostanza? Il senso del DDL Zan è riassumibile nella sua dichiarazione “la mia legge è contro i crimini d'odio“.
E come psicologo e cittadino, non posso far altro che approvare.
#ddlzan