Se anche voi siete rimasti delusi dalla boxe olimpica, con il match tra Imane Khelif e Angela Carini, dove sono volate più polemiche che cazzotti, sicuramente il Power Slap vi piacerà. Probabilmente lo avete già provato con gli amici sui banchi di scuola, durante l'adolescenza, soprattutto se avete frequentato un istituto professionale tipo l’Itis o se eravate nell'indirizzo meccanici dell'Ipsia, e sicuramente lo avrete visto nei film con Bud Spencer e Terence Hill. Avete capito bene: stiamo parlando della gara di schiaffi. La versione hardcore del più classico braccio di ferro, uno sport antico e divertente. Le regole sono semplici: ci sono due sfidanti, uno di fronte all'altro. Uno schiaffazzo a testa, in piena guancia e a mano aperta e trenta secondi per rispondere. Chi vince? Chi resiste di più ai ceffoni dell'avversario e si perde per ko o ai punti. Forza, resistenza, velocità e facce deformate. Non è di certo roba per mammolette. E nemmeno per scienziati, dato che, proprio loro, hanno dedicato uno studio al Power Slap, sconsigliandolo e portando una serie di motivazioni non indifferenti.
Il team di ricercatori del dipartimento di neurologia dell’Università di Pittsburg, infatti, ha presentato dei dati abbastanza allarmanti: circa l’80% degli schiaffeggiatori professionisti riporta evidenti segni di commozione cerebrale. L'oggetto della ricerca accademica lascerebbe immaginare che gli studiosi si siano seduti al tavolino e abbiano condotto lo studio prendendosi a pizze in faccia, ma in realtà, parliamo sempre di accademici, si sono limitati a trarre le loro conclusioni semplicemente osservando le gare di Power Slap in streaming. Non che ci volessero dei titolari di un assegno di ricerca, ma gli studiosi hanno notato che gli energumeni, tra una sberla e una cinquina, riportavano evidenti segni di commozione cerebrale. Difficoltà a rimettersi sulle proprie gambe, vomito, amnesia, convulsioni, sguardo assente e vacuo. Sicuramente chi partecipa alle gare di Power Slap non è un cervellone, ma i cervelloni dicono che a furia di addentrarsi in questa sorta di gioco con i propri consimili potrebbe addirittura peggiorare, diventando ancora più rimbambito.
Magari i ricercatori dell'Università di Pittsburgh non hanno mai dato schiaffi, o non ne hanno mai presi abbastanza, ma se hanno deciso di dedicare uno studio al Power Slap probabilmente anche loro non sono proprio degli sveglioni. Di sicuro si saranno divertiti a esaminare i video perché la gara di schiaffi, che nel frattempo è diventata una disciplina sportiva, è uno degli sport più divertenti da seguire. Vedere questi due gorilloni che si scambiano manate in faccia è una gioia per gli occhi dello spettatore. Come nei film di Bud Spencer, chi attacca prende la mira appoggiando la mano sul volto dell'avversario, carica il destro, apre il palmo e spara la botta. Chi riceve sta fermo, aspettando eroicamente l'urto. La cosa migliore è l'effetto slow motion della percussione: il volto dello schiaffeggiato si spiegazza come se fosse di gomma, in una smorfia esilarante di dolore. In fondo, è il punto zero della comicità, e se non vi viene da ridere nel vedere una gara di Power Slap è perché molto probabilmente ci avete partecipato, patendo una commozione cerebrale. Poi la gara di schiaffi è uno sport che risale alla notte dei tempi, avallato perfino da Cristo: porgi l'altra guancia. E chissà che Gesù non stesse parlando dei soldati romani in Palestina che facevano Power Slap.