Poteva mancare all’appello dei commenti su Imane Khelif, uno dei casi più discussi degli ultimi anni, Giuseppe Cruciani? Il volto di La Zanzara, condotto insieme a David Parenzo, infatti, è partito all’attacco: “Leggo che Imane Khekif sarebbe stata turbata dagli insulti ricevuti sul web. Però si è turbata così tanto che ha vinto la medaglia d'oro alle Olimpiadi. Che turbamento. Forse, la storia è più semplice. Imane vuole fare cassa”. Che cosa intende? Che la pugile vuole monetizzare questa situazione che la vede quotidianamente protagonista sui social, quotidiani e online? Beh, a giudicare dall’ultimo video in cui l’atleta si mostra in un look completamente diverso dal solito, truccata e con una mise che mai avevamo visto prima, di certo non rifugge dalle telecamere, anzi. Al quotidiano di Alessandro Sallusti, infatti, quando gli viene chiesto che cosa ne pensa in merito alle accuse di cyberbullismo, molestie informatiche e insulto pubblico per cui gli avvocati di Imane intendono procedere, Cruciani risponde che “mi pare tutto esagerato in questa storia. Perché passare da un tribunale se sei salita sul gradino più alto del podio? Una premessa. Per me Imane è donna fino a prova contraria. La storia è controversa e pure confusa, ma lei, se non si accerta il contrario, resta una donna. Ma non credo che Elon Musk, oggi indicato come uno dei suoi bersagli, l'abbia definita una scimmia. Avrà detto che è un uomo, una donna che in realtà non è tale. È un errore, anch'io all'inizio pensavo fosse un trans, poi ho capito che no, è donna, anche se ha un livello di testosterone alto. Ma un errore, pure grave, deve finire davanti ai giudici? È difesa da tre quarti dell'umanità, è diventata una celebrità mondiale, è oggi un eroe nazionale e verrà ricevuta dal presidente della repubblica di Algeria, paese che non mi pare in cima alle classifiche per il rispetto dei diritti umani. Immagino che non avrà più problemi nemmeno dal punto di vista economico”.
L’obiettivo, quindi, secondo il conduttore, resta economico e di facciata, soprattutto se tra le “vittime” della pugile ci sono due personaggi ricchissimi come Elon Musk e J.K. Rowling: “L'offesa tempra. Fa crescere. Certo, ripeto, se ti calpestano e umiliano ti puoi difendere in aula, ci mancherebbe. Ma lei ha già avuto tutto. E devo pensare che mettere in mezzo Musk o la Rowling serva solo per fare soldi. Non mi piace il vittimismo alla cassa. Ma lei è già stata consacrata. È una star, un'icona ovunque e invece un mese fa nessuno la conosceva. Sarebbe stato più elegante ignorare perfidie, provocazioni e svarioni. Queste passerelle giudiziarie sono simboliche, chiamano riflettori e titoloni, poi vanno come vanno. La coda giudiziaria, francamente me la sarei risparmiata”. Del resto, non sono poi proprio i paladini dei diritti civili a chiedere che si possa parlare liberamente? Come mai, in questo caso, sono state minacciate denunce a destra e sinistra? Come mai qualunque frase che non sia inclusiva al 100% o che non rispecchi il comune sentire o pensare deve essere tacciata come omofoba o razzista? Forse, a volte, non ci rendiamo conto che il vero mondo al contrario è un altro.