Le Olimpiadi si sono concluse, ma il caso della pugile Imane Khelif continua a far discutere, tanto che lei avrebbe anche minacciato azioni legali nei confronti di Elon Musk e J. K. Rowling, e i volti noti dello sport continuano a pronunciarsi. A parlare è il presidente della World Athletics, Sebastian Coe, che ha promesso di “proteggere la categoria femminile” nello sport nel tentativo di sostituire Thomas Bach come presidente del Comitato Olimpico Internazionale (Cio). Questo perché “teme che nessuna donna vincerà mai un altro evento sportivo” se qualcuno non interviene per proteggerle. Le sue parole arrivano proprio dopo la discussione, accesa in tutto il mondo, sulle medaglie d'oro di Imane Khelif e Lin Yu-ting nella boxe olimpica femminile. Ha proseguito, ai microfoni di Itv, sostenendo che “non posso davvero sedermi qui con un soffitto di vetro dove ci sono atlete che entrano nel nostro sport e sanno che ci sarà un punto oltre il quale la biologia determinerà il risultato di ciò che fanno. Per me è molto semplice: avere una politica, rispettarla, comunicarla e non farsi distrarre dalle voci dissenzienti. A volte devi solo piantare un paletto nel terreno e dire: ‘Fin qui e non oltre’ e la decisione che abbiamo preso al World Athletics è stata abbastanza chiara”. Poi ha aggiunto anche al The Telegraph che “Bisogna avere una politica chiara. Se non lo fai, entri in un territorio difficile, e penso che sia ciò a cui abbiamo assistito qui. La realtà è molto semplice: ho la responsabilità di preservare la categoria femminile, e continuerò a farlo finché un successore non deciderà diversamente o la scienza non cambierà”.
Ricordiamo, però, che l'anno scorso, l'International Boxing Association (Iba) aveva squalificato entrambe le atlete dal campionato del mondo e che il capo russo dell'organizzazione, Umar Kremlev, ha definito entrambe le pugilesse “uomini”: “Non verifichiamo cosa hanno tra le gambe. Non sappiamo se sono nati così o se sono stati apportati dei cambiamenti”. Ma il futuro della World Ahtletics potrebbe non procedere come vorrebbe Coe, perché per sostituirlo è spuntato anche il nome di Caster Semenya, affetta da iperandrogenismo, che, infatti avrebbe intenzione di candidarsi a capo di World Athletics per il 2027: “Sfidare le persone che non hanno a cuore i diritti degli atleti. Capisco l'importanza dello sport. Non dovrebbe riguardare me. Dovrebbe trattarsi di proteggerli e di assicurarsi che tutti gli atleti siano trattati allo stesso modo”. Semenya crede di avere tutte le possibilità di vincere: “Posso ottenere il sostegno sufficiente. Quando ti candidi per una carica, devi avere una visione. In campagna elettorale non si possono fare promesse che non si possono mantenere, che non sono realizzabili o che non sono realistiche”. Prima delle prossime Oimpiadi così Coe potrebbe, oltre a non arrivare alle presidenza del Cio, vedere sostituirlo qualcuno che per motivi intuibili non la prensa proprio come lui...