Ogni Olimpiade passa alla storia, questo è assodato. Solo che quelle di Parigi 2024 hanno scelto strade originali per garantirsi future reminiscenze. Le pantegane nella Senna, le infinite polemiche che hanno avvolto la boxe femminile, e in particolare l’algerina Imane Khelif, per un mesetto famosa quanto Cristiano Ronaldo, che oggi, 9 agosto, combatterà (inizio match, 22.50) contro la cinese Liu Yang per conquistare l’oro olimpico nella categoria 66kg. Un evento reso tale – lo sanno anche i soprammobili – da uno dei più surreali tira e molla mediatici degli ultimi decenni. Molti hanno detto che è transgender, Imane Khelif. Non parrebbe esserlo. Allora forse è intersex? Trattasi di una donna affetta da iperandrogenismo con troppo testosterone in corpo? La verità è che forse nessuno sa la verità, e questo fa parte del problema. È allora giunto il momento di fare due chiacchiere con Marco Nicolini, politico, scrittore ed esperto di boxe (titolare di una pagina Facebook parecchio seguita) che sulla questione Khelif si è già espresso, più di una volta, via social.
Erano anni che non si parlava tanto di boxe. Peccato che non siano state questioni tecnico-sportive a tenere banco. Un ultimo sforzo, quindi. Stasera Parigi incoronerà una vincitrice e forse – forse – la finiremo lì. O no?
“All’inizio ho dato un parere equilibrato ma sbagliato perché partivo dalla notizia – falsa – che Imane Khelif fosse transgender. Presto abbiamo invece capito che è nata femmina, nonostante l’aspetto abbastanza mascolino. Però attenzione perché più o meno nello stesso momento scopriamo anche che nel 2023 c’è stata una squalifica abbastanza netta, ai danni di Khelif, da parte dell’Iba (International boxing association). Che adesso, per i media, è il diavolo, ma che fino a poco tempo fa era un assoluto punto di riferimento per l’intero sistema pugilistico dilettantistico. Serve chiarezza, insomma. La Carini, per dire…”.
Ecco, Angela Carini. Che è successo?
“Mah, avrà senz’altro subito un colpo forte, ma un secondo colpo l’ha preso da tutto il caos che ha circondato il match contro Khelif. E, ricordiamolo, c’è stata anche una combattente messicana che si è trovata a disagio con Khelif per via di colpi “diversi dal solito”. A me spiace molto che Imane Khelif abbia subito un certo attacco mediatico, ma se ci sono dei dubbi non rendiamo questo argomento intoccabile. Se appena osi dire qualcosa sei filo-russo, omofobo e tutto il resto, così non va”.
Potrebbe non essere così facile, però, chiarire la questione…
“Sai, abbiamo il Cio (Comitato olimpico internazionale) che non riconosce i test sul genere sessuale condotti dall’Iba che avrebbero determinato il sesso maschile di Imane Khelif. A questo punto il Cio dovrebbe esporsi molto di più, spiegando perché questi test siano da ritenere inaffidabili. Qui abbiamo a che fare con atlete – come anche la taiewanese Lin Yu Ting – che hanno un pugno “diverso” da quello di tante altre combattenti. E sia chiaro, che questo non suoni come un elogio “tecnico” perché non lo è affatto. Il livello tecnico di questa categoria femminile – ma non solo –, a queste Olimpiadi, è stato bassissimo. Si vuole vincere l’oro a tutti i costi, si cerca di influenzare i giudici con stoccate degne della scherma. Livello basso, errori tecnici che non vedevo da anni. Tornando a Khelif, ma la situazione di Yu Ting è quasi identica: credo che stia soffrendo parecchio, non credo veda volentieri le avversarie fare il segno “x” con le dita per indicare la coppia “xy” dei cromosomi maschili. In questo contesto è miope e immatura una società che non si prende la responsabilità di stabilire una verità. Ribadisco: è il Cio che dovrebbe esporsi in modo eloquente. Ed è sconcertante che chi ha a cuore la questione di Imane Khelif non mostri la minima comprensione per Angela Carini, che ogni giorno, ormai, viene pesantemente attaccata e derisa per essersi ritirata”.
Come giudichi il comportamento sul ring di Carini?
“Non mi è piaciuto, ma la sua condotta è figlia di questa polemica enorme. È salita sul ring timorosa, con la testa piena di voci. Ha preso un pugno particolare e ha mollato. Non la giustifico, ma la capisco”.
Un’ultima battuta sull’Iba. Solo ora è stata in qualche modo esautorata?
“Credo di sì. Fino a questo episodio in pochi sapevano che l’Iba è in mano all’oligarca russo Umar Kremlev. Però, anche qui, quali potrebbero essere gli interessi dell’Iba nell’attaccare Algeria e Taiwan? I pugni di Imane Khelif e Lin Yu Ting devono essere ancora “spiegati”, questa è la mia convinzione”.