Ok, noi in Italia (come molti altri nel resto del mondo) siamo incazzati con i francesi per come hanno organizzato le Olimpiadi e per come le stanno gestendo. Dalla polemica sulla pugile Imane Khelif, su cui si è espresso anche Nicola Pietrangeli, a quella per il cibo di cui si sono lamentati gli atleti, fino al disastroso villaggio olimpico, sembra che Parigi 2024 sia un disastro. Per non parlare della Senna, che ha già causato il primo caso di Escherichia Coli, di cui su MOW ha parlato il professor Matteo Bassetti. Ma ai francesi, di tutto quello che diciamo e scriviamo noi, interessa davvero qualcosa? Loro che hanno sempre pensato di impartirci lezioni di stile e di vita, come affrontano le critiche giunte da più di un paese? Ne abbiamo parlato con Chiara Piotto, giornalista e corrispondente di Sky tg24 a Parigi, che sta seguendo i giochi e che ha analizzato con noi le varie tematiche e smontato qualche fake news, come gli atleti francesi che avrebbero "abbandonato" il villaggio olimpico. Ecco il lato nascosto della competizione, raccontato da una vera e propria insider.
Come stanno vivendo i francesi la polemica sempre più incessante sulla Senna?
La polemica sulla Senna in Francia, rispetto all’Italia, è sicuramente meno importante, anche perché c’è, in generale, la volontà da parte loro di concentrarsi sugli aspetti più positivi di queste Olimpiadi. Quindi si parla dei risultati oggettivamente importanti che il paese sta ottenendo, di quelli raggiunti in materia di sicurezza, dato che all’alba dei giochi c’era un timore ben radicato e giustificato che potesse capitare qualcosa di brutto. Per cui la questione Senna, da un punto di vista mediatico, scende sicuramente di livello.
I francesi stanno mostrando lo stesso spirito patriottico di noi italiani?
Loro hanno la reputazione per essere il paese della grandeur, per cui c’è grandissimo entusiasmo, orgoglio per tutto quello che stanno facendo, ed è un risultato già molto superiore rispetto a quello ottenuto alle passate Olimpiadi, dato che sono sempre terzi o quarti nel medagliere. Questo non può che renderli davvero felici. L’altro giorno c’era un meme bellissimo in cui dicevano che “sono davvero Olimpiadi eccezionali se nemmeno i francesi si lamentano”, data la loro reputazione di non essere mai soddisfatti.
La questione della pugilessa Imane Khelif come viene raccontata in Francia? Se ne parla? Sulle prime pagine come da noi? C’è meno polemica?
La polemica c’è stata ed è stato raccontato tutto, anche per quanto riguarda lo scontro con l’azzurra Angela Carini. In generale questo caso ha fatto riaccendere il dibattito sulla questione transgender e persone iperandrogine che partecipano alle competizioni olimpiche. Ci si è chiesto come inserirle, quali sono i parametri, ma, di nuovo, un gradino inferiore rispetto a quello che è successo in Italia. Non hanno avuto lo stesso problema, perché non c’è stato un match Francia-Algeria che li abbia spinti a interrogarsi di più sul tema. Nel racconto francese c’è poco spazio proprio per il racconto di altri paesi su queste olimpiadi. Unico caso diverso ha riguardato la cerimonia di apertura, in cui le critiche arrivate sono state talmente importanti da parte di paesi esteri, che il comitato olimpico si è dovuto scusare per forza apertamente.
Ma la questione di Imane ha diviso i francesi?
A livello di persone, spettatori o tifosi, anche in Francia c’è stata una divisione tra chi ha una visione della tematica più conservatrice e chi, invece, è più liberale. La differenza sta nel fatto che a livello di istituzioni non si sono pronunciati: in questi casi la Francia ha lasciato parlare sempre il comitato olimpico internazionale che ha difeso a spada tratta il diritto di Imane di partecipare a questa competizione. Secondo il Cio, infatti, Imane e l’altra atleta, hanno tutti i requisiti per gareggiare, sono delle donne e quindi è come se la polemica non esistesse. I media non cavalcano la situazione se non in maniera fattuale, raccontano quello che succede e hanno dato notizia del fatto che in Italia ci sono state delle polemiche, nulla di più.
Quanto si sente la competizione con l’Italia? È il Paese contro cui c’è sempre stata grande rivalità.
La competitività con l’Italia non si sente particolarmente perché i francesi avvertono di essere una posizione privilegiata e, oggettivamente, guardando il medagliere lo sono.
E le polemiche sul villaggio olimpico? Nemmeno quelle vengono raccontate? Cibo scarso, addirittura vermi, e assenza di aria condizionata…
Le polemiche sul villaggio olimpico sono molto presenti nei media stranieri ma molto meno in quelli francesi, un po’ per il discorso che vi facevo prima, ovvero il fatto che i francesi stanno cercando di sottolineare le cose positive di queste olimpiadi. Questo anche perché veniamo da mesi molto intensi per la Francia da un punto di vista politico e questa tregua olimpica, almeno in terra francese, era molto desiderato dai cittadini. Si parla comunque delle polemiche pur non trovando esse spazio magari in apertura dei giornali o dei Tg.
È come se ci fosse una “no fly zone” sulle critiche quindi.
Non è vietato criticare le olimpiadi, ma probabilmente anche per uno spirito di orgoglio, vista una situazione così eccezionale come i giochi olimpici, c’è questa tendenza dei media francesi a essere più del solito positivi, ottimisti e a non volersi concentrare sulle cose che non funzionano. In questo caso sicuramente i francesi si lamentano meno del solito e sono certa che i bilanci e le critiche arriveranno dopo, una volta che le olimpiadi si saranno concluse. Considerate che dalla Francia c’è una visione molto più positiva di queste olimpiadi rispetto all’Italia: si è arrivati da un periodo molto cupo, tra lamentele per la questione dei trasporti, piuttosto che degli affitti, si veniva da settimane intense di crisi politica, di disagi e di violenze. La settimana precedente all’inizio delle olimpiadi sono stati accoltellati tre poliziotti, ma da quando la competizione è iniziata sembra andare tutto meglio. Quello che si respira serenità e voglia di godersi le gare, cosa che forse non c’è in Italia visto che non sono le nostre olimpiadi.
Ma è vero che anche gli atleti francesi hanno abbandonato il villaggio olimpico?
Non è corretto dire che lo hanno abbandonato, perché non sono arrivati per poi andarsene. Semplicemente un numero più alto di atleti del paese ospitante, rispetto alle edizioni passate delle olimpiadi, non si sono insediati nel villaggio olimpico e hanno scelto di stare altrove. Questa è anche una questione strategica perché è stata fatta ancora prima che il villaggio olimpico venisse creato e che ci fossero tutte le critiche a cui assistiamo adesso. Scelta legata al fatto che molti luoghi delle competizioni non sono comodamente raggiungibili da Parigi e quindi hanno preferito stare in altre location che le federazioni hanno allestito. Altri invece sono semplicemente di Parigi.
Un’altra polemica è quella della sessualizzazione: come viene vissuto lì il tema?
La polemica sugli atleti italiani bellocci non è proprio arrivata, proprio perché non c’erano atleti francesi al centro del discorso. In compenso, però, si è parlato molto di uguaglianza di genere alle Olimpiadi, non solo in termini numerici visto che è stata presentata come la prima Olimpiade in cui atleti uomini e donne sono presenti in egual misura, ma anche per la questione delle uniformi che non sono coprenti alla stessa maniera per atleti e atlete. O, ancora, sono state diverse le richieste fatte al comitato olimpico internazionale, che a sua volta ha mandato delle richieste formali alle emittenti televisive, affinché le riprese tv non fossero sessiste e che ci fosse la stessa attenzione per gli atleti uomini e donne. Il tutto con l’obiettivo di avere un Olimpiade davvero equa a livello gender soprattutto, appunto, per quanto riguarda le riprese, gli spazi televisivi e le uniformi.