"Ma la Puglia è un po' pericolosa, no?", curioso siparietto post udienza in Vaticano, tra Papa Francesco e un gruppo di fedeli pugliesi. La genuina battuta del Pontefice in poco tempo ha fatto il giro del web, diventando virale. In fondo da vieni a ballare in Puglia a vieni a pregare in Puglia il passo è breve, ma il Papa (più volte ospite dei pugliesi) proprio non se la sente di rischiare. Inutile a dirsi, la frase, un po' infelice, ha già fatto girare le palle a parecchi. Ma è davvero così infondata?
La Puglia è una regione capace di far perdere la testa, ma sopravvive ancora tra contraddizioni e virus malavitosi che le tolgono il fiato. È un po' il male del nostro Sud, contraffatto da un sistema che campa sull'omertà e il non detto. Una terra generosa, che accoglie centinaia di profughi, ma che è pure in pole position tra le più soggiogate dalla criminalità, diventando persino veicolo di passaggio per il terrorismo internazionale. Se è vero che l'emergenza sanitaria ha contribuito al diffondersi dei reati informatici, con una supremazia destinata questa volta alle regioni del nord, nel Meridione ha invece visto il rafforzarsi dei crimini più tradizionali. Così la mafia continua a dilagare, soffocando le province pugliesi dal Salento al Gargano, con riflettori accesi sulla capacità di penetrare nei settori economici e nella pubblica amministrazione, e stringendo legami con la mafia dell'est per traffico d'armi e di sostanze stupefacenti. Tra i settori maggiormente esposti a rischio d'infiltrazione criminale, resiste quello sanitario, con necessità d’attenzionare anche il turismo e la ristorazione, in crisi di liquidità post pandemia, per non parlare dell'annoso problema caporalato (vedi immagine di apertura).
La criminalità (taciuta dai più) piazza la Puglia ai primi posti in Italia per reati di stampo mafioso, omicidi ed estorsioni. Non se la passa bene nessuna delle sue province, con Foggia che si posiziona perfino sul gradino più alto del podio nazionale per denunce relative ad estorsioni, seconda invece per omicidi e tentati omicidi, e terza per riciclaggio e associazione di tipo mafioso. D'altra parte Taranto detiene un altro poco encomiabile primato, sempre nazionale, per furti d'auto e nelle abitazioni, mentre Cerignola (ancora Foggia) s’incorona perfino capitale europea delle rapine. Anche il capoluogo ha la sua bella gatta da pelare, difatti Bari è terza in Italia per furti d’autovetture e tredicesima per associazione di stampo mafioso, ma è soprattutto la mafia della sesta provincia della regione a far paura e a preoccupare. La criminalità organizzata è protagonista nel territorio della Bat (Barletta - Andria - Trani) con gruppi mafiosi autonomi, pronti ad estendere la propria rete nel tessuto della società civile. Si tratta di una mafia costituita da vari clan, che rischia di prendere il sopravvento con gli stessi meccanismi della famigerata 'ndrangheta. È chiaro che la Puglia non può essere abbandonata a sé stessa, c'è bisogno dell’intervento dello Stato, con una presenza maggiore sul territorio delle forze dell’ordine, che possano lanciare un chiaro segnale alle leghe malavitose locali. Perché la Puglia è “un po' pericolosa” soprattutto per la tanta, tantissima gente onesta che la abita.
Sono queste persone le prime vittime di un sistema che da una quindicina d’anni sembra ormai dimenticare dolosamente quanto lavoro sia ancora necessario fare su questo territorio, concentrando piuttosto la propria attenzione unicamente su un’industria turistica ormai da riferimento e in grado, così, di tenere in qualche modo distratti dai tanti problemi sui quali è obbligatorio non abbassare ancora la guardia. Perché non è più tempo d’assistere impotenti a una costante resa dei conti, tra minacce agli esercizi commerciali a suon di bombe carta e comuni sciolti per infiltrazione mafiosa.
Fa strano che a sollevare la questione sia stato proprio il Papa, ma se questo può servire come incentivo per allungare una mano verso una delle nostre regioni più amate, ben venga, affinché questa terra possa cominciare a liberarsi di quel cancro che la tiene imprigionata.