MOW GOES TO colpisce ancora. Questa volta MOW è stato media partner del Festival Stella Maris ad Umago in Croazia in un weekend di musica e divertimento sulla splendida laguna Stella Maris. Com'è andata? Ve lo raccontiamo.
Partenza dalla Stazione di Milano Porta Garibaldi, giovedì alle ore 16. Incontriamo il “dream team” del weekend, in perfetto orario per un Freccia Rossa in perfetto ritardo, e partiamo verso la nostra destinazione: Croazia, fine maggio, musica e location da sogno. Cosa chiedere di meglio? Al nostro arrivo un piano bar “meraviglia” di tutto rispetto gentilmente offerto dall’Hotel Aurora - con i successi delle ex repubbliche balcaniche, tedesche e qualche influenza italiana - e un vero pubblico over 60 pronto a danzare in coppia, anche con stranieri appena arrivati. Poco in linea con il Festival? Macché, ci pensano loro a creare il clima giusto di divertimento e relax in attesa del vero inizio.
Quando arriviamo è sera, non vediamo molto di quello che ci circonda. Venerdì mattina però è tutta un'altra storia: apriamo le finestre della camera sull’incredibile Plava Laguna - un complesso turistico che ospita più di 20.000 persone - e non bastano le parole per descrivere la location mozzafiato che ci troviamo davanti: l’azzurro del mare, il lungomare verde tempestato di fiori e pini marittimi, il cielo che non sembra finire mai. A questo punto, manca solo una cosa, quella per cui siamo venuti qui: la musica.
Armi alla mano (una Canon R50, un iPhone 14X Pro Max e un bel po' di acqua per restare idratati) siamo pronti al Festival Stella Maris. Aprono i “Joker Out” - Tesla Main Stage - freschi portabandiera della Slovenia all’Eurovision 2023. Aprono come se nella vita non avessero fatto altro e ci si mette poco ad entrare nel clima giusto. Dopo una pizza al food court - anche se sì, la pizza non è certo un piatto tipico croato - camminiamo verso il palco Nautilus Arena per scoprire, una volta lì, che è dentro un campo da tennis. Anzi, è un campo da tennis. Momento Studio Sport: Umago è famosa anche per il Croatia Open Umag: torneo di tennis maschile del circuito ATP Tour 250.
La notte prosegue con Senidah - la musica Slovena incontra il Sudamerica che incontra la Bosnia che incontra Detroit - lei è ufficialmente la nostra crush Summer 2023 (se non la conoscete correte a scoprirla e vi dimenticherete di Rosalia in un secondo). Headliner? Robin Schulz, signori. Produttore, dj e chi più ne ha più ne metta. Laser, coriandoli, colonne di fuoco ed effetti pirotecnici. Esattamente il mood di cui abbiamo bisogno per concludere questa serata nel migliore dei modi possibili.
Torniamo in stanza con le gambe molli, come quando da bambini pizzicano e fanno male per la crescita troppo veloce, arrivata tutta insieme. Ma siamo felici, felici per davvero. La mattina colazione nella hall con gli over 60 sempre carichi, muniti di immancabili cappellini e sandali. La giornata scorre leggera: c'è chi si riprende dall'hangover della prima serata, chi si alza presto per godersi le ore più belle al mare, chi semplicemente aspetta che si riaccenda la musica con la seconda serata del Festival Stella Maris.
Si inizia al Silent Octopus, ma senza musica, o almeno così sembra. La gente si muove a ritmo di una danza silenziosa e ci vuole un po' prima di realizzare che non si tratta di una performance di Marina Abramovich ma del “silent stage”: con birra in mano e cuffie indossate si può iniziare a muoversi con i piedi nel mare. Poi è il momento della band più attesa, gli immortali Prodigy, prova vivente che si può uscire vivi da un oltre un decennio nella techno e nei rave più spinti. Saranno una di quelle vecchie glorie incapaci di reggere il peso dei loro pezzi iconici? No, niente affatto. Si divertono e fanno divertire: un colpaccio per il Festival.
Dopo i Prodigy tenere il livello è un'impresa dura ma ci pensa Indira Paganotto. Non conoscete il nome? Non importa. Basta ascoltarla live per cinque minuti per capire una cosa: la techno vive e lotta con noi. Andate a seguirla su Instagram. Dopo gli headliner si continua a ballare senza sosta. L’ultimo party alle 6 del mattino all’Electric Waves Stage con una spettacolare alba che illumina la baia e i volti degli ultimi sopravvissuti.
Dormire? No, ovviamente. Si torna in camera a metà mattina, giusto il tempo per preparare la valigia e prendere il transfer per rientrare a casa. Il ritorno è il tempo della malinconia, o almeno così dicono nelle canzoni tristi. Sicuramente è il tempo giusto per tirare le somme: al Sea Star c’è un popolo di millennials, di giovani della generazione Z, di meno giovani della generazione X. C'è gente da tutta Europa, di tutti i tipi, riunita da unico desiderio: ballare insieme in un ambiente che trasuda energia positiva e che fa sentire in una collettività di esseri umani.
In questi due giorni più di 40.000 visitatori hanno attraversato i cancelli del Festival. I fan più numerosi venivano da Croazia, Slovenia, Italia, Austria, Germania, ben cinque nazioni - più i tanti arrivati da altrove - unite sotto la stessa musica. Questo è il Sea Star Festival, ma immaginarlo senza averlo vissuto non è comunque possibile. Quindi tutti chiamati a raccolta per la prossima edizione.