Questo articolo lo avrei voluto far iniziare così, parlando di animali esotici. Nello specifico partendo dal vecchio video di Festival di Paola e Chiara, dalla mezzanotte del 12 maggio pronto a tornare in scena in una nuova fiammante versione in compagnia di Elodie, che già aveva più o meno volontariamente omaggiato il brano l’estate scorsa con Tribale, parte di Per Sempre l’album celebrazione che le sorelle Iezzi stanno appunto tirando fuori riproponendo i loro successi in compagnia di tanti ospiti. Il vecchio video di Festival è stato girato, a suo tempo, a Capocabana e Ipanema, quella dell’omonima ragazza cantata da Carlos Jobim, a Rio de Janeiro. La musica richiamava un ritmo dirompente, lo fa ancora oggi, normale che si scegliessero due posti così evocativi. Il video, l’ho già detto, ammiccava, e ammiccava parecchio, la sensualità della musica a mescolarsi con la sensualità delle due sorelle Iezzi, di lì a breve ancora più esplosiva, ma mai quanto oggi, splendide splendenti davvero. In quella medesima location, più o meno, Rio de Janeiro, certo, ma anche la foresta amazzonica, è stato ambientato, qualche anno dopo, nel 2011, il film d’animazione Rio, eccoli gli animali esotici, film uscito per la Blue Sky Studios in coproduzione con la Century Fox. Un film il cui protagonista era Blu, un rarissimo ara di Spix, pappagallo blu dato ai tempi quasi per estinto. La trama del film racconta appunto di un viaggio verso la propria terra d’origine, il Brasile, lui nato in cattività negli USA, proprio al fine di accoppiarsi con un altro raro esemplare femmina a mandare avanti la specie. Il fatto che di lì a breve l’ara di Spix sia stato considerato del tutto istinto, almeno in natura, la dice lunga su come il disboscamento della foresta amazzonica, fatto cui si fa ovviamente cenno nel sequel di quella storia, Rio 2- Missione Amazzonia, uscito nel 2014, primo anno in cui il mondo è vissuto senza Paola e Chiara in attività insieme, abbia in effetti causato danni irreparabili, l’uomo a decidere sulle sorti del pianeta. Blu è il titolo dell’album di Paola e Chiara del 2004, quello successivo al blockbuster Festival, e quello precedente al Greatest Hits contenente il video di Kamasutra, di cui si è già raccontato. Blu come il protagonista di Rio.
Proprio nei giorni in cui Paola e Chiara sono tornate per la prima volta su un palco insieme, quello dei concerti a San Siro di Max Pezzali, nel luglio del 2022, in Brasile, uno stormo di ara di Spix, i pappagalli dalla cangiante tinta blu, sono tornati a volare in libertà. Un miracolo, considerando che erano almeno venti anni che non se ne trovavano in natura. Un miracolo permesso dagli ambientalisti, che hanno avuto cura di salvaguardare i venti esemplari ancora vivi in cattività fino a farli riprodurre e a lasciarli liberi in zone non ancora devastate dall’uomo. Miracolo che, attenzione, avrei ricollegato al ritorno in volo proprio di Paola e Chiara, dopo le comparsate già citate dell’anno scorso e dopo il clamoroso passaggio sanremese, la loro Furore è senza ombra di dubbio un dei massimi successi di questa fortunata edizione, di nuovo sul mercato, appunto, con Per sempre, da Emma al già citato Max Pezzali, da Gabry Ponte a Jovanotti, da Noemi a Elodie, passando per Ana Mena e Levante lì a rendere omaggio alle regine. Questo articolo lo avrei voluto far iniziare così, parlando di animali esotici e di chiappe al vento nelle spiagge di Copacabana, ma avrei reso in minima parte quel che c’era da dire. Anche perché l’evento di presentazione dell’album, a Milano, presso Dolce e Gabbana, non esattamente il luogo nel quale io mi senta più a mio agio, è iniziato con tinte giustamente malinconiche, Paola a ricordare il compiano Roberto Rossi, direttore artistico della Sony, musicista di lungo corso, persona perbene, una rarità in questo ambiente, scomparso nella notte e per certi versi ben presente in loco, visto che è stato il loro primo discografico, oltre che un costante punto di riferimento negli anni. Malinconia, quindi. Proviamo a partire da qui.
È possibile essere malinconici parlando del nuovo attesissimo album di Paola e Chiara, Per sempre, una raccolta di vecchi successi riprodotti da nomi di grido e interpretati in buona compagnia di ospiti che in qualche modo hanno voluto riconoscere a Paola e Chiara una certa primogenitura su questo pop con chiari riferimenti agli anni Novanta che oggi imperversa non solo in Italia, pensiamo a Dua Lipa, senza stare qui a scervellarci troppo? Sì, è possibile. Perché Paola e Chiara, questo il vero punto di partenza di questo articolo, sono una anomalia felicissima e riuscitissima nella nostra discografia, costantemente a controllare ogni singolo passaggio della loro carriera, dagli esordi fino al mondo del lodo addio, dieci anni fa, dalla scrittura dei brani, alle sonorità, ai look, ai video, sorta di piccola officina dei sogni che ha intuito, ora lo si può dire senza problemi, e chi scrive lo ha sempre fatto, come il pop fosse genere solo in apparenza di superficie, ma in realtà capace di toccare corde anche nascoste in profondità, penso proprio alla passione e alla sensualità, come se stare a galla al largo non sottintendesse che il mare, sotto di noi, può toccare abissi sconfinati. Del resto pop è tutto e niente, una attitudine più che un genere, la voglia di gioire e far gioire. Ora, dieci anni dopo lo scioglimento dovuto alla necessità di spezzare un rapporto sorellesco simbiotico, certo, e anche ai motivi di cui sopra, Kamasutra, il Moige eccetera eccetera, è arrivato il momento di raccogliere i frutti di quell’essere anomale e geniali, in un comune plauso generale, tipico dei tempi in cui giustamente chi da sempre è stato troppo avanti si trova a allinearsi col presente. Un ritorno, questo, che è consapevole, certo, e anche pacificato, nessuna voglia di rivalsa verso una discografia e parte della critica che per anni le ha trattate come fossero prodotti minori, in quanto pop forse meno d’autore di quanto certo cantautorato non sia. Paola e Chiara appaiono proprio così: pacificate. Serene nel loro stare consapevolmente sotto i riflettori, illuminate dalle luci stroboscopiche che non hanno mai lesinato, un album di duetti, Per sempre, un nuovo fragoroso singolo, Mare Caos, un primo assaggio di tour adesso e poi il tour estivo, loro che dell’estate sono state a lungo legittime rappresentanti. Anche più sensuali di quando la giovinezza ce le aveva regalate prorompenti. Talmente pacificate da risultare, se possibile, ancora più dannatamente sexy, popstar a tutto tondo. Il tempo che passa, a tratti, ci permette di guardare tutto sotto prospettive che da giovani avremmo pensato impossibili, provateci voi a commuovervi come sto facendo io ascoltando Vamos a bailar o Amici come prima. Per sempre è anche questo. Un album che in qualche modo si prende la briga di rappresentare uno snodo generazionale, la mia generazione, quella di Paola e Chiara, di chi negli anni Ottanta era ragazzino, con tutte le sfumature del caso. Per sempre.