Se anche voi fate parte di quel numeroso gruppo di persone che hanno adorato a tal punto LOL - Chi ride è fuori da continuare a ridere per mesi solamente alla vista di qualche meme del programma allora non potete non amare Alessandro Mannucci; l’uomo la cui mente geniale ha dato vita non solo al famoso programma di Prime Video ma anche a buona parte delle trasmissioni con Chef Rubio, quelli con Antonino Cannavacciulo ed è stato per ben 10 anni autore dei programmi con Piero Chiambretti, scusate se è poco eh.
È indiscutibilmente uno degli autori televisivi più bravi e sicuramente anche uno dei più divertenti in Italia. Geniale, brillante ed estroverso ma anche tremendamente logorroico, imbranato e involontariamente (tragi) comico, “una specie di moderno Fantozzi”, come si autodefinisce lui stesso.
Al volante della Volkswagen ID.4 dei Fratelli Giacomel in un viaggio esilarante (e a tratti anche un po’ pericoloso), fatto di strade sbagliate e camionisti nervosi, ci ha raccontato i suoi vent’anni nella televisione, dagli inizi un po' incerti fino al grande successo.
Come spesso accade nelle migliori sceneggiature, il caso ha avuto un ruolo fondamentale.
"Io ho iniziato casualmente, ho studiato Scienze delle comunicazioni a Torino, nella mia testa volevo fare pubblicità. Un mio amico mi disse che avevano aperto una software house che si occupava di videogames. Mandai il curriculum senza troppe aspettative e mi presero come game designer anche se le mie competenze si limitavano a sapere accendere e spegnere il computer, però ero spigliato a parlavo bene inglese e a quei tempi era tutto molto pionieristico. Andiammo ospiti dello Smau per presentare un videogioco, non avrei dovuto presentarlo io, io ero uno schiavo che distribuiva le magliette, ma poi mi trovai a farlo e cominciai a dire cose a caso in preda al nervosismo. Alla fine della presentazione arrivò un tizio con cui poi divenni amico, Popi Albera, e mi disse: "lo sai che sei un bel coglione" e mi invitò a fare un provino per MTV. Autore del programma era Tommaso Labranca che avevo avuto la fortuna di incontrare un mese prima, mentre litigavo per strada con la mia fidanzata. Lui passava da quelle parti per caso, io lo vidi e lo riconobbi subito perché avevo letto il suo libro Andy Warhol era un coatto. Lui al provino si ricordò di me e mi prese anche se poi il programma non andò mai in onda. Nel frattempo Tommaso ricevette un ingaggio per un altro programma alla neonata La7 e mi chiamò come redattore, che sarebbe il braccio armato dell'autore. Il programma era Trend condotto da Tamara Donà".
Sì ok ma il primo programma come autore?
“Il primo programma fu Modeland su rete A. Voleva un po’ prendere in giro il mondo della moda ma il budget era scarsissimo quindi facevamo quello che si poteva”.
Dalla moda alla cucina con Chef Rubio e Antonino Cannavacciulo e poi?
"Camionisti in trattoria è il programma che mi ha reso l'uomo che sono oggi, cioè un ciccione sovrappeso con un debito costante di carboidrati. Poi ho fatto Le Iene e per un breve periodo anche Scherzi a Parte. Cannavacciulo è un personaggio incredibile. Lui è uno dei pochissimi cuochi della vecchia guardia cresciuto nella tana delle tigri. Suo padre lo ha sbattuto in cucina che aveva 13 anni e gli ha fatto fare dei lavori che ormai non fa più nessuno, tipo disossare un prosciutto intero, che è un lavoro che richiede la manualità dell’orafo delle uova Fabergé e una forza sovrumana, te ne accorgi quando vedi Cannavacciulo farlo con la stessa facilità e delicatezza che si usa per togliere il picciolo ad una mela, poi lo fanno gli allievi del programma e vedi che in 3 ore hanno fatto solo un taglietto. Lui è businessman incredibile, tu vai al suo ristorante e hai l'impressione di mangiare roba chic ma sei anche molto appagato, cosa che spesso nei ristoranti stellati non capita".
E gli schiaffi?
“Ne ho presi due, colpi secchi, fanno piuttosto male, ma perché Cannavacciulo ha una grande forza ma sa essere anche molto delicato”
Ma il periodo più formativo di sicuro i 10 anni con Chiambretti.
“Forse l'uomo più intelligente che io abbia mai conosciuto, una velocità di pensiero impressionante. Una persona molto divertente ma anche molto perfida. Quando ho cominciato a lavorare da lui ero molto giovane, adoravo il suo programma Markette, lavorare per lui è stato un sogno ma era sempre un continuo "Questo non va bene", "Questo è una merda", "Ma ti pare che io posso dire questo?". Però vederlo in azione in quegli anni in cui aveva lasciato la Rai e si era reinventato completamente era super formativo. Tutto quello che so l'ho imparato da lui".
E poi il grande successo con LOL: Chi ride fuori per Prime Video
“Un grandissimo successo inaspettato, è un programma assurdo, perché lavori con tantissimi esponenti del mondo comico anche in senso lato. La cosa bella di quel programma è che la comicità lavora a più registri, funziona il numero chiuso, funziona l'improvvisazione, funziona la performance non dichiaratamente comica come Elio. Poi è stato interessante vedere tante tipologie di comicità diverse a confronto. C’è stato molto lavoro di squadra e altruismo, si aiutavano tra di loro, si facevano da spalla a vicenda. Il bello di Prime video Italia è che hanno il coraggio di sperimentare con programmi nuovi e diversi. Cosa che ormai nella televisione generalista non si fa più da tempo. Vedi certi programmi vecchi con Arbore oppure Non è la Rai e ti riscopri a pensare: “oggi questo programma non lo potrebbero più fare” ed è triste perché oggi ci sono molti più linguaggi, più mezzi e si potrebbe sperimentare molto di più. Forse ci vorrebbe un po’ di coraggio in più”.
Lo stesso coraggio che ci vuole per andare a correre alle 13 in centro a Milano con 35 gradi come ha deciso di fare Alessandro Mannucci alla fine di questa surreale ed esilarante puntata di Talking Heads Driving Cars tutta da gustare.