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Vale, Benigni, la felicità

Moreno Pisto

27 settembre 2020

Vale, Benigni, la felicità
Essere felici, consapevoli, avere speranza. Tre lezioni che Vale ci lascia così, in un'intervista dopo la firma per il team satellite di Yamaha, Petronas. E che ricordano una scena di un film di Benigni e ci dicono cosa è l'amore

di Moreno Pisto Moreno Pisto

C’è una scena di un film che faccio vedere sempre agli studenti durante la prima lezione di giornalismo online che tengo in Accademia di Comunicazione. È tratta da La Tigre e la Neve di Roberto Benigni. L’attore toscano qui è un professore e fa un monologo sulla scrittura che è la cosa più bella detta sull’argomento negli ultimi dieci o forse venti anni. Una delle frasi che preferisco è la seguente: “Per trasmettere la felicità bisogna essere felici! E per trasmettere il dolore bisogna essere... felici!” (video alla fine). 

Mi è tornata in mente ieri, leggendo le dichiarazioni di Valentino Rossi nelle interviste rilasciate post firma col team Petronas. Perché alla fine l’atteggiamento di Valentino nei confronti del motociclismo è lo stesso identico a quello che ha Benigni con la recitazione. Che è un atteggiamento di vita, a pensarci bene. Puoi odiarli entrambi questi due fenomeni. Possono non piacerti. Ma l’amore che trasmettono per ciò che fanno non ha eguali è questo nessuno può contraddirlo. Solo gli stolti, manco gli haters. Vale per le moto, Benigni per Dante o il cinema. 

È amore. Amore allo stato più puro. Più alto. Più sacro. Ed è per questo che molti non possono capirlo. Non lo riconoscerebbero nemmeno se l’amore arrivasse da dietro e glielo mettesse nel culo (calmi, è una citazione di Voi non sapete cosa è l’amore di Raymond Carver, uno dei più grandi poeti contemporanei). 

“Credo che tutto derivi da mio papà, dal Grazia: mi ha messo molto presto sulla moto, per lui era un piacere farmi stare nelle corse. Credo che tutto dipenda dalla passione: la nostra è una bella vita, ma è anche dura, devi gestire tanta pressione, allenarti sempre più duramente ogni giorno. È una vita complicata: quando entri in pista devi essere felice”. Così ha detto Vale ieri: per continuare a correre devi essere felice di farlo. 

La felicità è anche rendersi conto che il tempo passa e che vanno  fatte delle scelte o vanno accettate quelle fatte da altri. Come non poter avere tutti i suoi uomini fidati nel nuovo team: “A questo punto della mia carriera non tutto può essere perfetto” ha detto Valentino. La consapevolezza, un’altra chiave per essere felici. 

Come lo è un’altra cosa: la speranza, nutrita dall’ambizione e rafforzata dalla volontà. Perché ti sentì che non è finita e sai che con il lavoro, la competitività e un po’ di sano culo qualcosa può ancora succedere. Cerchi appigli nel passato e su questi fai leva per scalare ciò è rimasto da scalare: “Quando ho debuttato in 500 ero con il team Nastro Azzurro, un team satellite a tutti gli effetti come può essere il team Petronas adesso. Nel 2001 vinsi il mondiale: sono l’unico a esserci riuscito con una squadra non ufficiale. Speriamo sia di buon auspicio…”. 

Essere felici o provare a esserlo facendo ciò che si ama. 
Essere consapevoli. 
Continuare ad avere speranza e crederci fino alla fine.

Tre lezioni che Vale ci ha servito così, in un’intervista. Che se non ci credi tu non ci crede nessuno. Banale. Ma è la base della motivazione e la cosa più importante. 

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