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Visionari Festival: l'occhio della spiritualità contro la retorica della velocità a ogni costo

  • di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

27 maggio 2023

Visionari Festival: l'occhio della spiritualità contro la retorica della velocità a ogni costo
Al Visionari Festival nessuno corre. Si medita, si balla, si fanno attività tra cristalloterapia e lettura dei tarocchi. Una domenica perfetta nella Milano della performance e della velocità, che aiuta a riconnettersi con se stessi e smettere di andare di fretta. Noi di MOW ci siamo stati: ecco com'è andata

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

Al centro di una città sempre in movimento come Milano, specchio di una città disposta a performare ad ogni costo, sorge un occhio di pace, spiritualità e benessere: il Visionari Festival. Andato in scena lo scorso 21 maggio al Circolo Magnolia di Milano, organizzato dal Giardino dei Visionari, il Festival ha accolto al suo interno musica, bancarelle, yoga, attività, spiritualità e la riconnessione con se stessi. Noi di MOW siamo stati Media Partner dell'evento e non potevamo mancare in una domenica che prometteva grandi emozioni.

Benedetto dal tempo, dopo una settimana di piogge e un weekend di previsioni terribili, il Magnolia si è aperto su un pomeriggio soleggiato, clima perfetto per accogliere le migliaia di persone passate da lì. Già dal primo momento, passati i controlli e varcato l'ingresso, ci è sembrato di lasciarci Milano alle nostre spalle. Abituati a correre sempre, anche di domenica, anche senza avere poi davvero qualcosa di importante da fare, questa città ci ha settati sul ritmo accelerato degli audio di whatsapp ascoltati a 1.5x (o meglio ancora, a 2x) senza un apparente motivo. Anche al Visionari Festival quindi, come secondo miglior tradizione, arriviamo correndo.

Una volta entrati però ci ricordiamo perché questo ritmo frenetico di un mondo che va avanti senza farsi domande qualche volta avrebbe solo bisogno di un piccolo stop. Al Visionari Festival questo stop non è imposto, ma viene naturale. È il clima delle persone che lo popolano a creare l'ambiente giusto, rilassato, per dare il via a un evento del genere. Imporre un clima è impossibile e senza le persone giuste questo angolo di Milano risulterebbe costruito, fatto di strati di apparenze per il tempo di qualche storia Instagram. È un rischio che si corre, è vero, Nel tempo dei social, dell'apparire a ogni costo, del costruirsi una proprio identità perfettamente riconoscibile - e non importa se vera o finta - questo microclima potrebbe essere inquinato da un momento ad un altro.

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E invece non è così. Tra profumi di incenso, musica e yoga, l'ambiente già dal primo pomeriggio è accogliente e veritiero. Le persone impegnate nella lezione di yoga sono tantissime, centinaia, e unirsi a loro viene naturale. Qualcuno è preparato, con materassino e vestiti adatti, qualcuno prova a replicare un cane con la testa in giù tra stradi di vistosi vestiti hippy, ma non importa, Anche noi, ovviamente arrivati senza materassino, ci mettiamo a terra e ascoltiamo la voce rilassante dell'insegnante.

Qualcuno osserva da lontano, coricato all'ombra di un albero, mentre molti altri camminano alla scoperta dei luoghi nascosti del Festival: da una parte le tante bancarelle, tra prodotti bio, anelli e gioielli etnici e vestiti con splendide fantasie, mentre dall'altra si animano i palchi con musica dal vivo mentre le persone - in pista - già dal pomeriggio si muovono bevendo birrette rinfrescanti e chiacchierando con gli amici.

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La ragazze hanno pettinature stupende, perfettamente in tema con una festa che sembra uscita dall'America degli anni 60, e trucchi elaboratissimi. "Ma sono tutte così brave?" ci chiediamo. Fino a scoprire il trucco sul trucco: al centro del giardino del Festival sorgono piccole postazioni per le attività più disparate, compreso make up e pettinature. Ci guardiamo intorno e la scelta è infinita: astrologia, tarocchi, cristalloterapia, aromaterapia. La corazzata di MOW si separa, com'è giusto che sia: birra in mano e ognuno va dove meglio crede. Da una parte chi punta tutto su massaggi al collo rigeneranti e dall'altra chi preferisce scoprire il suo futuro con carte e lettura della linea della vita sulla propria mano.

Per ogni stand c'è una piccola coda ma, anche qui, non sembra di essere a Milano. Nessuno si agita, nessuno sbuffa, nessuno ha l'atteggiamento preoccupato di chi ha - sempre e comunque - qualcosa da fare di importantissimo, qualcosa che non gli permette di restare in coda neanche per cinque minuti. Al Visionari Festival no. Si aspetta, si chiacchiera, ci si gode il momento. Si vive il presente, con un occhio - simbolo dell'evento - di pace, spiritualità e ricerca al centro della società della performance.

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