A poche ore dall’annuncio di Vittorio Feltri come capolista della lista di Fratelli d'Italia alle prossime elezioni amministrative di Milano cominciano, come comprensibile, le polemiche. Perché il giornalista, direttore editoriale di Libero, ha tante qualità ma non quella della diplomazia. E infatti, nelle interviste per spiegare la sua scelta, si è lasciato andare ad alcune proposte per la città piuttosto forti.
Per esempio, quando gli hanno chiesto quali sono i temi sui quali vorrà concentrarsi, ne sono spuntati due piuttosto divisivi. Il primo? Le piste ciclabili: «Bisogna regolarle meglio perché così paralizzano il traffico». Secondo? «Le zanzare a rotelle» e cioè i monopattini: «Ma sì, quei cosi, come si chiamano: i monopattini. Pericolosissimi. Sono da disciplinare. Chi ci va deve avere casco, assicurazione, patentino e quant’altro». Non è mancato poi un terzo argomento, che riguarda i clochard: «Ce ne sono molti, anzi troppi, vivono per strada e specie d’inverno vederli fa male al cuore. Mettiamoli nelle case popolari dismesse, diamo loro un tetto, insomma facciamo qualcosa».
Ma se l’ultima proposta sembra più un appello all’umanità, sulle prime due Feltri ha dimostrato di avere le idee molto chiare: «Bisogna eliminare le piste ciclabili che hanno paralizzato la città, combattere i monopattini e cercare di restituire a Milano un’immagine anche esteriore che sia migliore di quella che è stata disegnata nell'ultimo anno e mezzo con il Covid. Milano in fondo è rimasta la prima città italiana, cerchiamo di ribadirlo». Per il resto «Milano è una città che funziona, si tratta di farla funzionare meglio. Mi auguro di poter dare il mio contributo se non riuscirò pazienza».