Ha sdoganato i dogmi dell’essere transgender, si è costruita un’identità sicuramente riconoscibile ma mai banale. Quello che dice non è legge, sia chiaro, ma comunque ha sempre un pensiero ragionato di fondo. Platinette non si smentisce e ancora una volta va controcorrente “toccandola piano” sul tema dell’omosessualità e non solo.
“I veri discriminati di oggi sono gli eterosessuali” ha detto sulle pagine di Libero. Un’affermazione va contro il superficialismo del politicamente corretto: “La battaglia che ho vinto non era per il diritto di essere omossessuali ma per quello di essere come ti pare perché è lì che alberga il vero concetto di dignità” continua Platinette. Il coraggio è dunque come l’identità di genere per Maurizio Coruzzi, il coraggio di autodefinirsi “frocio” o “cagna” è la vera vittoria: “Tutti siamo d’accordo che non bisogna picchiare un gay e che chi odia le minoranze abietto ma non bisogna farne un dogma – continua – La cultura non è un atto normativo, inserire l’identità di genere nei programmi scolastici è una violenza, significa far prevalere una visione del mondo rispetto ad altre”.
È sulla legge Zan e il suo boom mediatico che poi Platinette prende una posizione ferma e decisa. “Sono assolutamente contrario, vietare il dissenso è liberticida. Vengo definito un gay omofobo quando facevo le battaglie prima che loro nascessero. Il martellamento ideologico non ha effetti positivi sulla società”. Dalla preoccupazione per il contagio “Quando ho saputo di essere stato in contatto con un cameraman positivo sono stato chiuso per due settimane alla sfiducia nella politica “Draghi è ostaggio dell’incompetenza dei partiti, Grillo ha truffato gli italiani” Platinette non risparmia neanche una virgola: “La Meloni ha il vento in poppa perché è la sola che oltre alla faccia ha preso una posizione chiara, ma non può continuare ad essere indifferente verso le coppie gay. Deve fare un passo avanti verso ciò che sente più distante”.
Tempi duri per gli spiriti liberi, “ma è tutto un casino”. Tra adozioni e uteri in affitto, Platinette sostiene che tra donne e gay ci sia un’alleanza cristallizzata con il prossimo scontro che sarà tra chi vorrà una vita ordinaria, chi cerca visibilità e chi salirà sul carro del pensiero dominante anche se non ci crede. “Mi lasciano perplesso tutte le battaglie di questi vip a favore della legge Zan, secondo me non l’hanno nemmeno letta, agiscono in branco come chi assale un inerme”.
Un ritorno di fatto alla preistoria, perché il progresso e l’apertura aprono alle opzioni e in questo momento c’è troppa tendenza a stigmatizzare ogni opinione contraria. Il motto di Platinette non a caso è “Siate quel che siete ma non rompete i coglioni al prossimo”. Dal fallo di gomma come oggetto più venduto negli shop ai mariti che si fanno penetrare dalla moglie per movimentare la routine del rapporto di coppia, passando per il metoo dove si sono confuse “vittime e arriviste, dove c’è chi è stata abusata e chi ha raccontato la versione diversa il giorno dopo”. Per Platinette questo è un momento storico simile agli anni Sessanta, dove c’era l’ipocrisia buona dove c’era un compromesso tra apparire ed essere che permetteva a tutti di celare un pezzo di verità e mantenere l’equilibrio sociale. Al giorno d’oggi però se hai un'opinione contraria, vieni messo in croce.