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Alberto Soiatti, Triumph e una nostalgia che non fa retromarcia: le migliori emozioni si riconoscono ad occhi chiusi

  • di Redazione MOW Redazione MOW

16 ottobre 2024

Alberto Soiatti, Triumph e una nostalgia che non fa retromarcia: le migliori emozioni si riconoscono ad occhi chiusi
Soiatti Moto Classiche e Triumph non hanno bisogno di guardarsi per riconoscersi. È sufficiente una lisciata sul telaio di una Bonneville, mentre gli occhi restano chiusi, per sorridere: “Made in England”, scritto in bassorilievo, trasmette un assoluto senso di sicurezza. Perché definisce l’incontro con un’entità che ti assomiglia, con cui condividi lo stesso passato, la medesima visione del mondo. Questa è una storia di lettere seminascoste che non si cancellano mai, di parole indelebili che raccontano il lato più bello della nostalgia

di Redazione MOW Redazione MOW

Non c’è niente da fare: i profumi che inebriano la nostra infanzia e i luoghi che ne compongono lo sfondo restano appiccicati per il resto della vita. Alberto Soiatti è nato nell’officina del padre; nei suoi ricordi primordiali è scolpita l’immagine di un uomo che restaura moto d’epoca con un lavoro meticoloso, preciso, tendente all’opera d’arte. Daniele Soiatti eseguiva tutto ciò nello stesso stabile di Novara in cui oggi ha sede Soiatti Moto Classiche. Tre parole inscritte in un ovale, un logo essenziale e tremendamente efficace per trasmettere il concetto di tradizione, di cose fatte con cura che vengono miracolosamente protette dall’inesorabile incedere del tempo.

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“Un cognome, che è anche un marchio di fabbrica. Per la generazione più giovane è tatuato sulla pelle”, racconta Alberto mentre solleva la manica destra della camicia, scoprendo leggermente un tricipite su cui sono incise le sue origini. “Per la generazione dal sapore antico invece – continua poi riferendosi al padre - tutto è custodito nel profondo”. Ma prima di trovare quel profondo dal quale sgorgano le emozioni di Daniele bisogna attraversare migliaia di ore di prove, di aggiustamenti, di ricerche del pezzo perfetto. Niente internet a disposizione, solo tanta pazienza. Un qualcosa di talmente potente che Alberto, finiti gli studi, non poteva che soddisfare il mosaico. Come? Valorizzando Soiatti Moto Classiche con la sua sensibilità, complementare a quella di Daniele, indispensabile per erigere una dinastia che fonda sul dettaglio il riconoscimento della propria grandezza: “La meccanica non è altro che un connubio di tecnica e precisione. Applicarle costantemente ci aiuterà a trovare la soluzione al problema, tramandando il sapere di padre in figlio. Questo sentimento poetico ci legherà per sempre”.

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Così la domanda sorge spontanea: “Qual è la moto che lega indissolubilmente le generazioni dei Soiatti quando padre e figlio lavorano fianco a fianco?”. Alberto risponde senza esitare: “Triumph. Io e mio padre, avendone restaurate a centinaia, ci siamo sempre chiesti ‘ma tu quale preferisci?’. Alla fine non c’è scampo, le moto inglesi sono quelle che hanno più charm; quelle più classiche e più eleganti di tutte. Basti pensare che la persona che insegnò il lavoro a mio padre correva con una Rocket 3. Nell’officina Soiatti Moto Classiche di Novara mastichiamo da sempre la meccanica inglese”.

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Così te li immagini, Alberto e Daniele, che sorridono complici mentre accarezzano una moto che sul telaio ha tatuate tre parole sufficienti a definirne la carta d’identità: “Made in England”. Sorridono perché quelle tre parole combinate sono rassicuranti, sintetizzano una storia che si ripete restando fedele a sé stessa; senza mai risultare banale, arrangiata, superata. È lo stesso effetto che scaturisce da un oggetto riconoscibile solo al tatto, di cui ti puoi fidare ad occhi chiusi, che sai non ti tradirà mai. Perché in fondo ti assomiglia: è preciso, elegante, all’avanguardia nonostante i contorni rétro. Trasmette un bagliore di nostalgia che, senza possibilità di innestare la retromarcia, è un sentimento ancora più bello e puro. Sorridi perché sai già di essere in sella ad una Triumph, preparata da Soiatti Moto Classiche.

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