Manca meno di una settimana al GP d’Olanda e, di conseguenza, alle prime parole di Marc Marquez dopo l’ufficializzazione del suo accordo con la Ducati ufficiale per il 2025. A parlarne, adesso, è Gigi Dall’Igna, in una bella video intervista con Manuel Pecino sul suo canale YouTube PecinoGP. Il direttore generale di Ducati Corse parla di tutto, lo fa con grande chiarezza e senza nascondersi, che è un po’ il motivo per cui sentirlo parlare è sempre interessante: se non può o non vuole dirti qualcosa si limiterà a non farlo. “Sono sempre stato molto competitivo e molto spesso è un difetto enorme, qualche volta è un pregio. Sicuramente sul lavoro è ed è stato un pregio, però posso garantire che nella mia vita privata qualche volta questa voglia di primeggiare non è sempre facile. Bisogna imparare a gestirla”, dice subito.
Le prime domande tornano indietro allo scorso anno, nello specifico ad agosto, quando si parlò della possibilità che l’ingegnere veneto passasse alla Honda per dare a Marc Marquez un modo per vincere. Cosa che, ironia della sorte, è successa in un altro modo: “Non credo che andrei dai giapponesi. Ho fatto sicuramente tanta fatica per arrivare qui e ottenere i risultati che abbiamo raggiunto assieme e sarebbe anche bello, prima o poi, dedicarmi a fare qualcosa di meno competitivo. Non vedo l’ora di fare altro! (ride, ndr). Certo che sarei un falso a dire che non ho avuto contatti con altre aziende. Però alla fine ho sempre pensato che Ducati potesse essere la miglior azienda con cui lavorare”.
Di conseguenza, Pecino gli chiede come abbiano fatto Honda e Yamaha a finire così indietro in classifica: “Direi che sicuramente hanno sottovalutato i loro avversari. Se uno vuol battere il suo avversario questo è sempre un problema. Se vuoi battere un tuo avversario non lo devi mai sottovalutare e sicuramente avere un pilota fortissimo (Si riferisce a Marc Marquez sulla Honda, ndr.) qualche volta non ti fa vedere il reale potenziale dei tuoi avversari, perché pensi di avere qualcuno che ti risolva i problemi. Invece anche quando si ha un campione bisogna continuare a lavorare per cercare di dargli la miglior molto possibile, indipendentemente dalle esigenze che può avere. Perché vanno ascoltati tutti i piloti. Può darsi che i giapponesi vivessero in una bolla. Alla fine hanno vinto e dominato per tantissimi anni, è difficile pensare che hai dei limiti quando domini così a lungo”.
Dall’Igna dice anche che lavorando nella maniera giusta - lasciando quindi intendere che forse i giapponesi non lo stanno facendo - non servono troppe stagioni per tornare in alto: “Ducati nel 2014 aveva grosse difficoltà, nel 2015 abbiamo corso per vincere e dal 2016 abbiamo cominciato a portarci a casa le gare. È vero che ci è voluto tanto per vincere il mondiale, essere protagonisti però non è stato così difficile. Se si organizzassero correttamente, i giapponesi potrebbero tornare ad essere competitivi. Ducati lo ha dimostrato”.
Così cominciano a parlare di tecnologia, nello specifico di aerodinamica e abbassatori. E qui Dall’Igna ci regala, sorridendo di gusto, una piccola notizia: “Credo che sull’abbassare siamo ancora i migliori, il nostro lavora un po’ meglio degli altri. Secondo me ci hanno messo due anni a capire che avevamo l’abbassare. Tutti pensavano che fosse il motore, il motore, il motore. In realtà era un’altra cosa quella che ci aiutava ad andare più forte sul dritto”.
L’ingegnere, quindi, si è divertito. Torna serio invece quando Manuel Pecino gli annuncia che è il momento del tema più importante, quello che non si può evitare: Marc Marquez. Perché è stato preso, gli chiede. “L’obiettivo è stato quello di prendere un altro campione per vincere il mondiale, perché per dove siamo arrivati credo che sia importante avere due piloti in grado di farlo. Il criterio per decidere è stato capire chi avrebbe potuto essere nel 2025 il miglior pilota per vincerlo. Se non lo abbiamo già? Certo, ma come ha detto Max Biaggi una volta, la moto non è un concerto di musica classica, possono succedere veramente moltissime cose. Specialmente con le regole di adesso, con la Sprint e tutto quanto. Per questo per come è strutturato il regolamento adesso è importante avere in squadra due piloti in gradi di vincere il mondiale, capito?”. Poi continua: “Hai visto Bastianini, l’hanno scorso? Saltò praticamente tutto l’anno. Qui basta saltare due o tre GP per avere delle difficoltà”.
Per chiudere, arriva una domanda ancora più diretta: dov’è che Marc Marquez fa delle cose, con la Ducati, che nessun altro è in grado di fare? “Diciamo che normalmente soprattutto nelle curve a sinistra è bestiale. In staccata invece a volte il migliore è lui, altre volte lo è Pecco. In frenata siamo nell’intorno. Se ho perso delle ore di sonno per prendere questa decisione? Fortunatamente la notte dormo, indipendentemente da quello che succede. Anche quando ci siamo giocati il primo mondiale a Valencia… la notte prima ho dormito”.