"Ma non possiamo chiedere a Yamaha di tenerci un posto per la presentazione? Vorrei provarla e poi rovinarmi con un prestito". "Possiamo lavorare sul fartela provare e farti indebitare. Ma se ci invitano al press-test dovrai passare sul mio cadavere". Questo, a grandi linee, il dialogo intercorso pochi minuti fa, all'interno di una delle innumerevoli chat redazionali, tra chi vi scrive e l'ottimo Cosimo Curatola, pronto a vendere la sua collezione di orologi per sacrificarli sull'altare della velocità.
Tutta colpa della nuova Yamaha R9, finalmente annunciata, dopo anni di speculazioni e un'infinta attesa. Attesa che, beninteso, è stata ripagata oltre ogni aspettativa. La nuova R9, infatti, sembra essere molto bella e, soprattutto, altrettanto ricca di contenuti, per quanti, come noi, nutrono ambizioni decisamente superiori al proprio talento. Volete sapere come è fatta? E noi a questo serviamo.
La potenza che mancava
Al centro del progetto R9 ruota, innanzitutto, il già noto motore CP3 da 890 cc, raffreddato a liquido, con distribuzione DOHC e 4 valvole per cilindro: lo stesso tre cilindri in linea che ha fatto la fortuna di MT-09 e Tracer, fino a oggi. Con una potenza di 119 cavalli e una coppia massima di 93 Nm, il motore della R9 è in grado di assicurare sempre tanta spinta, dimostrandosi perfetto per quanti siano alla ricerca di un'unità super sfruttabile, sia su strada che in pista. Perché, al di là di tecnicismi su rapporti di comprssione e fasatura degli scoppi, ciò che realmente marca una differenza tra la nuova R9 e il resto del mercato è proprio il suo posizionamento in termini di potenza, in rapporto all'equipaggiamento. Le prestazioni sempre più estreme delle super sportive "maxi", infatti, hanno reso questo segmento sostanzialmente inavvicinabile per la stragrande maggioranza del pubblico sportivo. E pure quelle che fino a poco tempo fa erano le nuove "medie", hanno ormai potenze mediamente superiori ai 150 CV, con il risultato di essere ormai, anche in questo caso, semplicemente "troppo". Ciò che mancava, insomma, era proprio un modello capace esprimere una buona potenza, senza essere eccessiva, pur con una ciclistica di primo piano, per teconologia e qualità dei suoi componenti.
Telaio leggero e sospensioni evolute
In questo senso, la bontà del materiale messo a disposizione da Yamaha con questa nuova R9 fa mostra di sé a partire dal nuovo telaio, ispirato a quello della R1. Realizzato in alluminio pressofuso, con struttura a diamante, dal peso di soli 9,5 Kg, è stato completamente rivisto, sia rispetto alla MT-09 che alla XSR900 GP. La nuova R9 ha un interasse più corto sia della MT-09, che della XSR900 GP, così come un'inclinazione del canotto di sterzo ancor più ridotta. Sulla carta, tutto ciò dovrebbe trasformarsi in un'agilità senza pari, senza dover rinunciare alla stablità, grazie alla nuova distribuzione dei pesi, assicurata dalla diversa posizione di guida, e al comparto sospensioni di qualità superiore. La nuova R9 è equipaggiata con una coppia di KYB completamente regolabili, sia all’anteriore, che al posteriore. In particolare, la forcella da 43 mm assicura, oltre alla regolazione del precarico, anche quella per lo smorzamento dell'estensione, sullo stelo di destra, e dello smorzamento della compressione, sia alle alte che alle basse velocità, sullo stelo di sinistra. Il mono ammortizzatore è regolabile nel precarico, in estensione, in compressione e pure nell'altezza - aspetto molto interessante, che permette di intervenire sulle geometrie senza modificare la risposta della molla, non necessariamente precaricata. Ottimo anche l'impianto frenante, che vede la sua comparsa, all'anteriore, di una pinza Brembo Stylema, garanzia di modulabilità e potenza. Un componente che contribuisce alla leggerezza complessiva di questa moto, il cui peso, in ordine di marca, si attesta sui 195 Kg: una misura ideale per offrire un’esperienza di guida agile e bilanciata, sia su strada che in pista.
Elettronica di alto livello, aerodinamica da MotoGP
La nuova Yamaha R9 è dotata di una centralina IMU a sei assi ed eredita molti dei controlli che abbiamo già visto sulla nuova MT-09 e, in precedenza, sulla R1: controllo di trazione regolabile, ABS cornering, quickshifter bidirezionale, wheeling control, oltre a un set completo di modalità di guida personalizzabili che consente di adattare la risposta dell'acceleratore e dell’elettronica al contesto di utilizzo, sia che ci si trovi in città, su una strada tortuosa o su un circuito. L'utilizzo della "piattaforma" MT-09 ha consentito, inoltre, di mantenere il cruise control, a riprova della destinazione (anche) stradale di questo prodotto.
Impossibile, poi, non notare la presenza di importanti superfici aerodinamiche, nella parte frontale della moto, in stile MotoGP. A loro è demandata una funzione anti-impennata, assicurata dalla capacità di ridurre la portanza della ruota anteriore del 6-7% in linea retta. Un effetto che, combinato con quello assicurato dallo spoiler presente sotto la presa di aspirazione, secondo Yamaha dovrebbe arrivare fino al 10% in curva.
E il prezzo?
Non sono ancora stati svelati, al momento, dettagli sul prezzo. Possiamo tuttavia fare alcune ipotesi. La corrispondente top di gamma della linea naked, realizzata sulla stessa base, e la variante neo-retrò carenta - ovvero l'MT-09 SP e la XSR900 GP - costano rispettivamente 13.099,00 e 13.499,00 euro. Dobbiamo aspettarci una R9 su questa fascia di prezzo? Sarebbe molto bello ma ne dubitiamo fortemente. L'equipaggiamento, davvero notevole, e un posizionamento leggermente diverso, per destinazione e numeriche attese, fanno pensare, piuttosto, a un prezzo attorno ai 15-16.000 euro, al pari di quanto richiesto per una Tracer 9 GT+, altro modello realizzato sulla stessa piattaforma, considerato da Yamaha al top dell'offerta, per teconologia a disposizione della clientela. Insomma, a quanto ammonta il debito di cui il nostro Cosimo dovrà gravare la sua famiglia per sentirsi un pilota? Continuate a leggere MOW per scoprirlo.