Avete mai pensato a tutte quelle volte in cui si dice che il dettagli fanno la differenza? A tutte quelle volte in cui, potendo tornare indietro nel tempo, avreste prestato più attenzione ad un particolare? La verità è che la cura del sottile richiede tempo, unica entità in grado di restituire un peso a tutto ciò che a prima vista viene trascurato. La premura nei confronti del dettaglio e la calma nell'approccio della vita sono due concetti che Soiatti Moto Classiche ha unito, lavorando da 45 anni con meticolosa precisione sulle moto d'epoca. Nell'officina di Novara - capitanata da Daniele e Alberto Soiatti - si trascorrono settimane, se non mesi, alla ricerca dei pezzi di ricambio originali di moto prodotte sessant'anni fa, che non hanno lasciato tracce su internet, che possono essere fedelmente restaurate solo attingendo dall'esperienza di chi le ha viste, toccate, vissute. Quello di Daniele ed Alberto è un lavoro che tende all'essenza delle cose, che si ribella ad un mondo sempre più orientato al frenetico, all'accumulo di oggetti usa e getta, di giornate usa e getta.
“Ricerco la concezione astrale tra passato e futuro, e quando mi sento così faccio una cosa sola: ritrovo me stesso in sella alla mia moto. È una continua rincorsa a scoprire persino l’anima più profonda. Mi chiamo Alberto Soiatti e guido la mia macchina del tempo, è una Triumph”. La necessità di conservare il tempo, il rifiuto di un passato che invecchia avvitandosi su sé stesso generando disaffezione, combaciano esattamente con lo stile Triumph, che dal 1885 ad oggi, gettando un occhio vispo in direzione futuro, non ha mai abdicato le proprie origini. Nessuno nel marchio inglese, nel corso di 140 anni di storia, è riuscito a profanare una tradizione che tutt'oggi vice solidissima, come una tazza di tè alle cinque pomeriggio: trovare in ogni giornata uno spazio per noi stessi, per tornare alla base di quello che siamo veramente.
Triumph e Soiatti Moto Classiche condividono questa sacra e viscerale forma di rispetto per il tempo. "Su questa Triumph, ad esempio, abbiamo mantenuto quelle schiariture, quelle patine, che si ritrovano nei quadranti degli orologi anni ’70-80” - ci ha svelato Alberto in officina mentre guardava il padre al lavoro su di una Bonneville del 1977. Le linee gentili della Triumph disegnate e scandite dal tichettio delle lancette, applicabili sulla Bonneville da restaurare così come sulla nuova Speedtwin 1200, perché il concetto di fondo non cambia: guidare una Triumph significa andare incontro a noi stessi, al ritmo di vita che ci fa stare bene. Spesso ci sentiamo oppressi dalla quotidianità, dal rumore sempre uguale della città. A volte bisogna spezzare le catene: spalancare le porte del garage, avviare la Speedtwin e volare verso il lago stretti ed accompagnati da chi ci vuole bene, lasciando gli impedimenti e le scorie fuori dalla nostra strada. In sottofondo i Canned Heat, On The Road Again. Sarà il nostro miglior tempo.