Il King of the Baggers a Laguna Seca è stato qualcosa di eccezionale. Immaginate un plotone di Harley-Davidson e Indian buttarsi a capofitto per il cavatappi del circuito californiano, con un peso che giustifica la retromarcia e le valigie montate, per poi spalancare il gas in discesa e liberare chili di coppia dai V-Twin preparati per l'occasione. Libidine e follia.
I piloti hanno tuta e saponette e nessuno la sta davvero prendendo come un gioco. Come accade sempre nel motorsport, per quanto si possa partire con la più goliardica delle intenzioni arriverà qualcuno con più voglia di vincere e budget da spendere. Succede nel Tractor Pulling (le gare tra trattori truccati, altra assurda competizione statunitense) e succede anche per la Red Bull Epic Rise con i cinquantini.
La King of the Baggers si è rivelata da subito un affare privato: da una parte Tyler O'Hara, con la S&S Indian Challenger, dall'altra Hayden Gillim su di una Harley-Davidson preparata da Vance & Hines. Indian negli Stati Uniti sta portando via diversi clienti al marchio di Milwaukee, e presentarsi alla King of the Baggers con qualcosa di speciale era necessario. D’altro canto Vance & Hines aveva preparato la HD Road Glide di Gillim come se dovesse andare in guerra.
Dopo aver dominato in tutti i turni di prova però, era chiaro che il favorito sarebbe stato O'Hara con la Indian. E così è stato fino al secondo giro, quando un lungo in curva due lo ha relegato in terza posizione a seguito di un fuoripista ad alte velocità nelle sabbie di Laguna Seca.
Con sei giri rimasti, O’Hara ha cominciato a recuperare, siglando anche il miglior tempo in 1:36.211 (il record per la MotoGP è di Dani Pedrosa in 1:21.229) e per quanto la Harley avesse più motore sul dritto la Indian era in grado di affrontare meglio le curve girando più stretta, fino al sorpasso all'ingresso del cavatappi a due giri dalla fine, con i commentatori che “wow, per un minuto ho pensato che fosse Rossi mentre passava Stoner”. Insomma, puro spettacolo.
Una cosa simile la puoi vedere soltanto in America, o al limite in questo video su YouTube su cui vi consigliamo fortemente di spingere play.
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