Ieri è stata una giornata piuttosto convulsa. Tutto è partito dalla curiosità emersa sui social da appassionati che si domandavano come mai Andrea Dovizioso, nel test Aprilia a Jerez, indossasse un casco Shoei e non Suomy. Il giornalista Alberto Capra, per capirlo, ha chiamato Fabian Osamu Narizuka, country manager di Shoei Italia che ha raccontato: «Dovizioso ha già usato Shoei in passato. Quando Andrea ha vinto il suo mondiale, in 125, nel 2004, l’ha fatto con un casco Shoei addosso. Negli anni a seguire, ha alternato prodotti di altri fornitori, per questioni di sponsorizzazione e su indicazione del suo management, ma nel 2019 ha guidato con uno Shoei addosso, pur se re-brandizzato Suomy».
Suomy ha chiesto delle precisazioni. Le più importanti, due. La prima: “Non è vero che Suomy non fosse in grado di fornire caschi omologati». Corretto: l’omologazione a cui faceva riferimento Narizuka era quella richiesta dalla Dorna a partire dal GP di Catalunya 2019. Prima di questa data i caschi dovevano essere omologati solo ECE2205, cosa che Suomy garantiva da anni. Con il cambio di normativa Suomy è riuscita a mettersi in pari a luglio 2019 con la taglia calotta M, ma la calotta del Dovi è la S, e per la taglia più piccola l’omologazione è arrivata solo a novembre 2019. In questo periodo quindi è vero - come in parte ha sostenuto il country manager del brand nipponico - che Andrea Dovizioso ha chiesto di utilizzare uno Shoei marchiato Suomy, in virtù di un gentleman agreement che è stato confermato da tutte le tre parti in causa: Fabian Narizuka che ha rettificato quanto detto dopo aver parlato direttamente con il CEO di Suomy Clement Ooi, Suomy stessa che è stata la prima a far notare l’inesattezza e infine da Simone Battistella, manager di Dovizioso, raggiunto telefonicamente ieri sera. Che ha aggiunto: «Dato il ritardo nella nuova omologazione per la taglia più piccola di Suomy, quella di Andrea, il pilota ha scelto di ricorrere a utilizzare uno Shoei, brand che aveva già utilizzato in passato e con cui si era trovato molto bene». In sostanza: la “sostituzione” Shoei-Suomy non è durata per l'intera stagione del 2019, ma solo per parte del 2019 (e questa è la seconda fondamentale precisazione).
Suomy, nella lettera di rettifica, ha aggiunto che «nel 2018 Dovizioso ha utilizzato solo e unicamente caschi Suomy progettati e sviluppati da Suomy come nel 2010, 2014, 2015, 2016 e 2017. Dovizioso ha peraltro partecipato attivamente e con soddisfazione allo sviluppo del casco che ha indossato nel 2018, in parte nel 2019 e per l’intero anno 2020». E allora perché per i test con Aprilia ha scelto Shoei e non Suomy? «Il motivo è semplice» ha risposto Battistella. «Chiuso con la MotoGP si è chiuso il rapporto con Suomy, non interessata a seguire Andrea nel cross. Infatti, per questa disciplina, Andrea si è rivolto ad Alpinestars. Quando si è trattato di decidere di fare dei test in pista, non avendo Alpinestars caschi per la velocità, ne abbiamo chiesti due a Shoei, ma non c’è alcun mistero dietro né una chiara motivazione, solo un motivo di opportunità». Rispetto a questo il country manager di Shoei aveva aggiunto che Dovizioso si era rivolto «al suo vecchio fornitore di fiducia, quello in grado di produrre il casco che, evidentemente, corrisponde maggiormente alle sue esigenze». Ma in seguito è stato lo stesso Fabian a precisare che con questa frase non voleva minimamente insinuare che Dovizioso preferisse Shoei a Suomy (cosa esclusa da Battistella stesso, che del rapporto con Suomy si è «sempre ritenuto soddisfatto») ma che si trattava di una deduzione data la richiesta ricevuta. Fine della storia insomma. E quello che ieri sembrava un caso di Stato si è risolto facendo chiarezza su un dettaglio, quello del casco utilizzato dal Dovi, che non è passato inosservato a tutti i lettori e agli appassionati. Caso che è stato possibile risolvere nella sua semplicità grazie alla collaborazione di tutti: di Shoei, che si è dimostrato disponibile a confrontarsi con Suomy; di Suomy che ha fatto notare le inesattezze contenute nell’articolo; di Simone Battistella che ha raccontato in maniera molto candida come sono state gestite tutte queste situazioni.
Resta la domanda: cosa succederà in futuro? Anche qui Battistella è stato chiaro: «Andrea proverà anche al Mugello, come detto in conferenza stampa. Poi vedremo. E fin quando non avremo chiaro cosa faremo utilizzeremo i caschi di Shoei, ma richiedendoli di volta in volta. Quando e se si tratterà di tornare in MotoGP capiremo a quale casco affidarci senza pregiudizi di sorta».