Che le maxi enduro siano le regine incontrastate del mercato è un dato oramai consolidato. Che a capeggiare la fila delle moto più vendute siano i modelli low cost di questo segmento è una novità degli ultimi due o tre anni. Che a farsi avanti a gomiti alti siano moto equipaggiate (quasi) come le jappo o le europee, ma con prezzi convenienti (quasi) come le moto cinesi, è roba degli ultimi mesi.
La nuova Morbidelli T1002VX fa parte proprio di quest'ultimo gruppo, porta con sé un pacchetto tecnico più che interessante ed è in vendita a un prezzo potenzialmente in grado di spaccare il mercato. Sarà la moto più venduta a fine anno? Nell'attesa di scoprirlo, siamo volati fino a Bologna per scoprire come è fatta e come si comporta su strada. Ecco come va.
Morbidelli who?
Prima di addentrarci nei dettagli di come è fatta questa Morbidelli e di come, effettivamente, se la cavi una volta su strada, due parole due le merita il marchio che questa moto porta sul serbatoio e la sua storia più recente. Se siete nati, come chi vi scrive, verso la metà degli anni Ottanta, due sono i ricordi che dovreste associare a questo nome: Gianni Morbidelli, ex pilota di Formula 1 (buon pilota davvero, a podio, addirittura, con una Footwork motorizzata Hart, al GP di Adelaide 1995 - e di cui il sottoscritto conserva un autografo strappato a Monza, con le unghie e con i denti), by the way figlio del fondatore della Morbidelli di cui proprio oggi vi parliamo, e la Morbidelli V8, moto eccezionale, prodotta in sole 4 unità, presentata a EICMA 1994 e disegnata da Pininfarina.

Ebbene, LA Morbidelli deve le sue origini al signor Giancarlo Morbidelli, che la fondò, nel 1968 a Pesaro. Si trattava, inizialmente, di una azienda specializzata nella produzione di macchinari per il legno. Ma la passione vera di Morbidelli - come per tutti, da quelle parti - erano in realtà i motori. All’interno dei suoi capannoni, Morbidelli ricavò uno spazio in cui, a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, prese a modificare motori Benelli e a costruire piccoli prototipi, con cui cominciò a prendere parte a gare via via più importanti. Vi basti sapere che, dal suo opificio, il signor Giancarlo seppe dare forma a moto in grado, non soltanto di debuttare nel Motomondiale, ma addirittura di vincere QUATTRO mondiali: un mondiale 125 nel 1975, uno nel 1976 e addirittura una doppietta (125 e 250) nel 1977. Per Morbidelli corsero, tra i vari, Angel Nieto e Graziano Rossi, papà di Valentino, e vennero prodotte moto per le categorie 50, 125, 250, 350 e 500. Insomma, una storia bellissima.

Una storia bellissima che si è dovuta piegare, nel male e nel bener, alle logiche di un mercato globale. Se, infatti, in un primo momento, Morbidelli si è vista costretta a cessare la produzione di motociclette, all’inizio degli anni Novanta, è all’arrivo di nuovi capitali dall’estero che deve, oggi, la sua rinascita. Lo storico marchio fondato dal Signor Giancarlo è, infatti, ora di proprietà di Keeway Group: una realtà estremamente strutturata, che fa attualmente capo ai marchi Keeway, Morbidelli e Benelli, di cui è comproprietaria. Sempre a Keeway Group è riconducibile, inoltre, la distribuzione del marchio Benda, in alcuni Paesi, come il nostro e MBP formalmente incaricata della distribuzione del marchio Morbidelli. Fondata dal gruppo Keeway nel 2021, MBP racchiude nel suo nome i tratti essenziali di ciò che fa e che le sta più a cuore. MBP sta, infatti, per Moto, Bologna e Passione.

Una realtà tutta italiana, che sorge - guarda un po’ - a Budrio, in provincia di Bologna, e con dipartimenti specifici per progettazione e ingegneria, attività di ricerca e sviluppo, commerciale e promozione, gestione e distribuzione, assistenza clienti e amministrazione finanziaria.
La nostra T1002VX, quindi, è frutto di un lavoro profondamente radicato nel nostro Paese, che può contare sulle sinergie di un gruppo, come il Gruppo Keeway, capace di attingere alle migliori professionalità asiatiche e a una rete di distribuzione e assistenza davvero molto strutturata, non soltanto a livello europeo, ma più in generale a livello globale.

Ok ma la moto come è fatta?
Parliamo, dunque, finalmente, di questa T1002VX. Partiamo dal nome. T sta per tourer o turismo (una moto, quindi, pensata per questo tipo di attività); 1000 indica la cilindrata, 2 è il numero dei cilindri, V è l’architettura, mentre X sta per crossover - anche in questo caso in riferimento al posizionamento del modello. La T1002VX è, insomma, una crossover di 997 c.c., equipaggiata con un bicilindrico a V di 80°, in grado di erogare 87,2 CV a 7500 giri/min e una coppia massima di 89 Nm a 5250 giri/min.
A caratterizzare questa T1002 vi è poi un equipaggiamento, davvero non comune per i prodotti che sono in qualche maniera riconducibili a gruppi con sede in Cina. La T1002, infatti, monta un sistema ABS dotato di piattaforma inerziale firmato Bosch. Abbiamo quindi ABS cornering e in generale, una suite di aiuti alla guida, di prim’ordine, che comprende quattro modalità di guida (Standard, Sport, Rain e Off-Road), traction control, full ride by wire e ABS disinseribile.

Passando alla ciclistica, il telaio è un tradizionale doppia culla in acciaio, che ospita sospensioni KYB all’anteriore (il diametro della forcella non è dichiarato), con possibilità di regolazione dell’estensione e della compressione. L'escursione della forcella è pari a 183 mm. Al posteriore trova posto un monoammortizzatore unbranded, regolabile nel precarico, con un’escursione pari a 77 mm. Le ruote sono a raggi, di tipo tangenziale, con un cerchio da 19 pollici all’anteriore e da 17 al posteriore, entrambi dotati di pneumatici di tipo tubeless (la moto monta di serie Pirelli Scorpion STR). L’impianto frenante, fornito da J.Juan, prevede un doppio disco da 320 mm, davanti, e un disco singolo da 260 mm al retrotreno.

Sempre sul fronte della dotazione elettronica è da segnalare la presenza del sistema Morbidelli Connect. Grazie ad un modulo GPS presente nativamente sulla moto e posizionato nella zona anteriore, unitamente a un sistema di connettività integrata, i proprietario della T1002 possono comunicare in tempo reale con la moto, tramite un’app dedicata, ottenendo informazioni su statistiche di guida, cronologia dei viaggi e avvisi di sicurezza. Inoltre, Morbidelli Connect offre la possibilità di impostare promemoria per la manutenzione, ricevere notifiche in caso di movimenti non autorizzati della moto e condividere percorsi con altri utenti. Questa funzione consente, inoltre, di localizzare la moto, nel caso siate così sbadati da non ricordare dove avete parcheggiato o - anche e soprattutto - nel caso in cui la moto dovesse esservi sottratta da qualche male intenzionato.

La fanaleria della T10022VX è di tipo full LED e, sempre sul fronte dell’illuminazione, sono presenti di serie i comandi retroilluminati. Sempre di serie: manopole e sella riscaldata, sia per il guidatore che per il passeggero. La moto è venduta a un prezzo di lancio di 9.900 euro f.c. con tutto ciò di cui vi abbiamo parlato fino ad ora e con l’aggiunta di un tris di borse in alluminio. Un aspetto, quello del prezzo, che merita di essere segnalato prima del peso, dal momento che proprio quest’ultimo è stato rilevato - e dichiarato - in ordine di marcia, con l’80% del serbatoio pieno e con i telaietti delle borse già installati. In questa configurazione, la bilancia si ferma a 265 Kg: una misura che, proprio in ragione della presenza degli accessori descritti e di tutti i liquidi, è meno distante di quello che potrebbe sembrare dai valori dichiarati da alcuni competitor. A conferma di quanto in Morbidelli siano convinti della bontà del proprio prodotto, la T1002VX è commercializzata con 36 mesi di garanzia, con un tempo di evasione dei ricambi assicurato in 48 ore e una rete di assistenza di oltre 200 dealer in Italia.

Ok ma come va?
Partiamo col dire che, dal vivo, questa Morbidelli a noi è apparsa decisamente riuscita dal punto di vista del design. Un aspetto assolutamente non secondario, in particolar modo in un mercato come quello italiano, in cui, in generale in ambito automotive, proprio il design è uno dei primi motivi d’acquisto - anche se a guardare le classifiche di vendita, almeno quelle degli anni scorsi, forse non lo si direbbe. La T1002 è ben proporzionata, chiaramente ispirata in vari aspetti ad altre moto già presenti sul mercato, ma non più di quanto facciano o abbiano fatto in passato i suoi competitor. Abbiamo iniziato questo articolo dicendo che quella di cui vi stiamo parlando potrebbe essere la moto più venduta di questo 2025 e proprio il design potrebbe essere il primo degli elementi differenzianti rispetto alla concorrenza più diretta, a segnare un punto a suo favore nelle intenzioni d’acquisto dei motociclisti italiani.

Una volta in sella tutto è posizionato al posto giusto: la triangolazione è corretta, nelle manovre da fermo non si percepisce un peso eccessivo (certo, neanche quello di una piuma) e l’impressione di qualità è più che buona. Il display TFT presenta buoni contrasti ma grafiche forse da rivedere. È questo uno dei pochi difetti che abbiamo trovato su questa moto: un aspetto piuttosto comune a molti prodotti pensati (quantomeno per alcune componenti), nel far east. Niente di drammatico, sia chiaro, ma il colpo d’occhio non sempre è efficace: troppe informazioni, tutte insieme, con grafiche spesso piccole e con ampi spazi vuoti che avrebbero potuto essere occupati diversamente. Insomma, la piacevolezza delle sovrastrutture esterne può e deve trovare un match anche nel sistema infotainment: una modifica su cui siamo sicuri Morbidelli possa lavorare per il futuro.

Girata la chiave e mossi i primi passi, la moto risulta piuttosto amichevole. L’esemplare che abbiamo guidato era nuovissimo e sulle prime ci ha lasciato un po’ perplessi per la risposta del freno anteriore, che avremmo voluto più pronta. Nel corso delle giornata, questo aspetto è migliorato ampiamente, sintomo di un set di pastiglie che dovevamo probabilmente essere rodate per poter rendere al meglio. Il motore, alle basse andature, si fa apprezzare per una notevole fluidità: un aspetto tutt’altro che scontato, vista l’architettura, che testimonia l’ottimo lavoro di sviluppo fatto su questo propulsore. La risposta del gas, nella modalità Standard, non è mai brusca: non c’è on-off ed è possibile riprendere anche da un basso numero di giri senza che la moto singhiozzi o strappi, come facevano un tempo i bicilindrici di questo tipo. Merito del full ride by wire, che consente di filtrare la risposta del gas, soprattutto nelle prime fasi di riapertura. Una testimonianza preziosa dell’importanza di un equipaggiamento di questo tipo e un altro punto a favore, rispetto alle sue competitor più dirette.

Proprio il motore risulta, in generale, molto godibile, una volta raggiunto il misto (abbiamo provato la moto nei dintorni di Bologna, in direzione Passo della Raticosa). Non aspettatevi bordate di coppia o una spinta da primato, ma il suo comportamento è sicuramente molto equilibrato e comunque più che soddisfacente per il tipo di moto. Bellissimo il sound che proviene dallo scarico e - soprattutto - dall’aspirazione della moto. Cupo, profondo, vi farà aprire il gas a tutta, anche senza motivo, soltanto per sentirlo uscire dalla zona serbatoio.
Sulle strade tutte curve su cui abbiamo provato la moto ci siamo ritrovati a considerare come la terza marcia fosse sufficiente per fare tutto. Un classicone dei bicilindrici di grossa cubatura, una piacevole conferma anche su questa T1002VX. A proposito di cambio: manca il quick shifter. Difficile capire quanto avrebbe impattato, in termini di posizionamento della moto e di prezzo offerto al pubblico. Certo è che in Morbidelli si è deciso di non montarlo per contenere i costi. Lo avremmo voluto? Come dicono a Milano è un “nice to have”. Si tratta di una mancanza in grado di incidere negativamente sull’esperienza di guida? Decisamente no.

Considerazioni varie in ordine sparso. Uno: la moto vibra abbastanza, un po’ troppo forse, in un’ottica prettamente turistica. Le vibrazioni sono percepibili soprattutto a manubrio e sulle pedane. Le conferiscono carattere, al pari del rumore, ma forse sarebbe meglio ridurle un po’. Ancora: la T1002VX è una moto stradale, al di là del suo aspetto. L’escursione del mono posteriore, dotato apprezzabilmente di leveraggio, lo testimonia e a testimoniarlo ci pensa anche un assetto decisamente ribassato e piuttosto frenato. Sempre a proposito delle sospensioni, un grande peccato è l’assenza del pomello di regolazione del precarico del mono posteriore - che quindi può essere fatta ma solo con degli attrezzi. Poi: le modalità di guida sono quattro, sì, ma per cambiarle è necessario essere al di sotto dei 10 Km/h. Una misura di sicurezza francamente eccessiva per le nostre abitudini di guidatori occidentali. Continuando con i riding mode, la selezione della modalità di guida Off-Road esclude la presenza dell’ABS e del traction control - non c’è modo di reinserie anche solo il primo, escludendo il secondo - mentre la modalità Sport mantiene il primo ma esclude ancora una volta il secondo. Si tratta di una scelta piuttosto radicale che rende in particolare la modalità Sport poco sfruttabile, a nostro avviso, al netto di una risposta al gas che, con quel riding mode inserito, diventa troppo appuntita e in linea di massima poco sfruttabile sulle nostre strade. Buona, infine, la protezione aerodinamica, anche se non c’è stata la possibilità di effettuare un vero e proprio test prolungato su strade ad alto scorrimento, per un feedback più accurato sul comfort nei lunghi trasferimenti.
Quindi?
La Morbidelli T1002VX si candida, come detto in apertura, a un posto sul podio delle moto più apprezzate al termine di questo 2025. Perché? Beh perché è una moto decisamente riuscita, dal punto di vista estetico, con un ottimo equipaggiamento, in relazione al prezzo, e con prestazioni superiori alla media, per il posizionamento che è stato scelto al momento da Morbidelli. La grande variabile sarà capire quanto quel delta prezzo che la separa dalla attuale regina del mercato possa incidere negativamente sulla scelta dei consumatori. Insomma, quei 2mila euro abbondanti in più spingeranno i consumatori a continuare a preferire altri prodotti? Noi, non avremmo dubbi.