Il paradosso di Jack Miller ad Austin è lo specchio di una stagione pesantemente condizionata dalla mancanza di costanza degli pneumatici forniti da Michelin. I piloti ripetono ormai da inizio stagione che le gomme non sono tutte uguali e che troppo spesso capita di ritrovarsi a fare i conti con lotti incapaci di garantire performance decenti. E' successo a tutti, ma quello che è successo ad Austin all'australiano della Ducati ha dell'incredibile e, giustamente, lo ha mandato fuori di testa. Perchè Miller è stato sin da venerdì quello che è riuscito ad interpretare meglio il Cota Circuit e i suoi pericolosissimi avvallamenti, tanto da strappare per ben due volte il miglior tempo e da passare una buona metà delle fp3 a mostrare al suo compagno di squadra, Pecco Bagnaia, quali fossero le linee migliori. Lo stesso Bagnaia lo ha ammesso: "Senza Jack sarei stato nei guai, ho capito da lui come fare il T1". Solo che poi Bagnaia ha centrato la pole position, mentre Jack Miller s'è perso nelle retrovie, nonostante per tutti i turni precedenti era stato l'uomo da batteree il riferimento di tutti.
Il motivo? Manco a dirlo: le gomme Michelin. Zero feeling in qualifica, problemi di grip e, probabilmente, la consapevolezza di essere incappato nei maledetti pneumatici "venuti male". Tanto che poi, a sangue ancora caldo, Jack Miller è stato decisamente duro nelle interviste del sabato sera: "Avevo una gomma dura nelle FP4 ed ero due decimi più veloce rispetto alle qualifiche. È successo già altre volte e adesso basta davvero, sono stufo. Sono veramente molto arrabbiato perchè non potevo fare quello di cui sono realmente capace. Sfortunatamente non possiamo controllare tutto, il che è un peccato. La squadra ha fatto un lavoro fantastico, mi dispiace per i ragazzi, ma di più non potevo fare: non andavano proprio". E poi, rispondendo a un giornalista con un sorriso che ha spiegato più di mille parole: "Le Michelin non hanno funzionato bene? Lo hai detto tu, non io".
E che il riferimento fosse a Michelin è stato chiaro pochi minuti dopo, quando la stessa azienda francese ha, di fatto, replicato alle parole dell'australiano: "C'è stata una lamentela dopo la Q2 - riferisce Motosan circa la risposta del produttore francese - ma sulla base dei dati disponibili, abbiamo notato che Miller è entrato in pista con 20 secondi di ritardo per il secondo run, quindi ciò che è stato percepito come mancanza di prestazioni potrebbe essere attribuito alla successiva riduzione della temperatura e della pressione degli pneumatici. Inoltre, a determinare il tempo sul giro è stata la perdita di 8 decimi nel settore 2".