A distanza di vent'anni dall'arrivo di Valentino Rossi in Yamaha, Davide Brivio, ex team manager di Yamaha e oggi al timone del Team Trackhouse Aprilia, ha deciso di raccontare un altro retroscena sull’arrivo di Valentino Rossi in Yamaha nel 2004: “Alcuni non volevano Valentino Rossi”. Ebbene sì, la storia del Dottore non è solo una celebrazione di vittorie, ma anche di scetticismi e resistenze interne.
Nel 2004, quando Rossi decise di lasciare la Honda per approdare in Yamaha, non fu un passaggio semplice. Brivio, in un’intervista rilasciata a Crash.net, racconta le tensioni e le dinamiche che si snodavano all'interno del marchio giapponese. "Quando parlavamo con Valentino- spiega Brivio - c'era un modo diverso di pensare all'interno della Yamaha, perché qualcuno era contrario all'idea di prendere Valentino perché dicevano ‘è un pluricampione del mondo: se viene alla Yamaha e noi non vinciamo, è colpa della Yamaha’". Una riflessione che fa sorgere più di un interrogativo: davvero si pensava che un campione come Rossi potesse essere un rischio? Certo, perché la cultura aziendale del tempo privilegiava la moto e non il pilota.
“La cultura del tempo, il modo di pensare di allora nel 2002, 2003, era che la moto fosse la cosa più importante indipendentemente da chi sarebbe stato il pilota - continua Brivio- Portando Valentino in Yamaha, abbiamo in un certo senso dimostrato che entrambi gli elementi sono importanti in questo mondo”. Brivio sostiene anche che senza il Dottore, la casa giapponese avrebbe continuato a seguire la sua vecchia filosofia, puntando tutto sulla moto e sperando di attrarre un pilota di punta in futuro. "Probabilmente se Valentino non fosse arrivato nel 2004 – ha proseguito - la Yamaha avrebbe provato a fare comunque una buona moto. Ma ci sarebbe voluto più tempo. Forse Jorge Lorenzo sarebbe arrivato più tardi o forse qualcun altro e probabilmente Yamaha avrebbe vinto, ma forse due, tre, quattro anni dopo". Qualcosa che, a pensarci bene, potrebbe valere oggi anche parlando di Pecco Bagnaia: Ducati avrebbe vinto così presto senza Pecco? Ma qualcosa che, sempre riferendosi all’attualità e a Bagnaia, potrebbe avere un valore clamoroso oggi. “E’ coe se Pecco adesso – ha detto Brivio - decidesse di lasciare la Ducati perché non è felice e poi decide di andare in un produttore che non sta vincendo e vincere il titolo già l'anno dopo”.
Qualcosa di forse non ipotizzabile nella MotoGP attuale, con Brivio che quindi ammette di essere consapevole di aver in qualche modo anche scritto la storia. Il tutto mentre si divertiva come un matto. “E’ stato qualcosa di grande – ha concluso - È stato davvero bello. Naturalmente, ci siamo divertiti molto e ho anche imparato molto. E devo dire che Valentino ha cambiato la mentalità e la cultura non solo di Yamaha, ma la mentalità delle corse. Sono piuttosto orgoglioso perché penso che abbiamo restituito un po' di valore all'uomo, allo sport. Ok, lavorando per un produttore non dovrei dirlo, ma penso che a quel tempo avessimo la sensazione di aver contribuito a bilanciare un po' di più l'importanza della moto rispetto all'importanza del pilota”.