“Pecco è un ragazzo calmo e tranquillo, Marc Marquez avrà invece molto da dimostrare”. Dopo l’entrata a gamba tesa di Chicho Lorenzo, adesso a dire la sua su ciò che accadrà nel box di Ducati nella prossima stagione è un ex campione del mondo. Intervistato da Motosan, infatti, Wayne Gardner s’è detto pronto a scommettere sul pilota italiano. Perché, almeno a sentire la sua opinione, è più arrabbiato per “i tanti piccoli errori stupidi che ha commesso quest’anno”.
“Marc Marquez è in grado di guidare in un solo modo: al massimo – ha affermato Gardner – credo, quindi, che guiderà al massimo anche nel 2025. Sicuramente se avrà la stessa moto procurerà qualche pensiero a Bagnaia e la situazione potrebbe diventare difficile per entrambi se ci sarà qualche attrito. Si preoccuperà tutto l'anno se ci saranno attriti nella squadra. Sarà una bella prova di personalità tra i due e sulla loro capacità di controllo. Ma penso che siano entrambi professionisti e penso che saranno in grado di gestire la situazione in modo professionale, però sono convinto che Pecco vincerà il campionato perché è deluso e arrabbiato con se stesso per gli errori commessi quest'anno. E fa bene a esserlo. Ha fatto un sacco di piccoli errori stupidi. Ma quando era concentrato al 100%, era imbattibile. Marc potrebbe vincere solo se Pecco sbaglierà ancora”.
Un pronostico secco e convinto da parte dell’ex campione del mondo che, poi, butta un occhio anche oltre Ducati. Ma sembra non vedere altri papabili. “Aprilia e KTM – ha spiegato – hanno tutto sommato tenuto il passo di Ducati anche se i risultati dicono che sono ancora distanti. Ma sono molto meno distanti rispetto a Honda e Yamaha. I costruttori giapponesi, anche quando c’ero ancora io, hanno sempre fatto fatica a adeguarsi ai cambiamenti. Sono rimasti a guardare. Non hanno esplorato tutte le possibilità”.
Un modo di lavorare, quello dei costruttori giapponesi, che Gardner dice di conoscere benissimo, perché ha dovuto farci i conti più volte nell’arco della sua carriera. “Questo – ha concluso - succede da molto tempo perché hanno l'abitudine di costruire una moto e apportare piccole modifiche ogni anno, cosa che ho sperimentato con la Honda. Ho saputo sulla mia esperienza quanto è difficile convincerli a cambiare la moto, a realizzare un telaio diverso o a cambiare il motore, cose del genere. Era come cavare i denti a una tigre, non volevano investire nel futuro né sfruttare le normative. È la mentalità giapponese, ma ora si rendono conto di essere rimasti indietro. Ora devono adattarsi e stanno cercando di coinvolgere più tecnici, soprattutto europei, che capiscano cosa stanno facendo gli altri produttori”.