“Siamo qui per restare”. Si intitola così il video che KTM ha pubblicato sulla sua pagina Youtube e che in queste ore sta facendo il giro delle redazioni di mezzo mondo e non solo. Perché la trovata di comunicazione della casa austriaca stride decisamente tanto con le voci che circolano e con il clima di oggettiva preoccupazione che si respira in vista del prossimo 25 febbraio, quando il tribunale fallimentare sarà chiamato a pronunciarsi sul piano di ristrutturazione proposto dall’azienda stessa. KTM crede che il racing possa essere una vetrina fondamentale per rilanciarsi e nel video lo dice anche, “cadere succede, la vera forza è rialzarsi”, ma è chiaro che davanti a circa 800 posti di lavoro saltati e alla concreta possibilità di una delocalizzazione massiccia della produzione i proclami su tutto ciò che riguarda le corse o più in generale il motorsport lasciano il tempo che trovano. E lasciano pure un po’ perplessi.
“Nelle corse mostriamo il nostro marchio, la nostra tecnologia e la nostra passione per le corse – si afferma in un comunicato stampa più istituzionale, mentre le immagini dei successi dei piloti KTM scorrono nel video che lo accompagna - Nell'ultimo anno, i nostri team di sport motoristici hanno continuato a realizzare grandi cose: abbiamo iniziato la stagione con l'incredibile cifra di 341 titoli mondiali FIM. Il calendario delle gare prevedeva più di 1.480 partenze e ci ha regalato 246 podi e 150 vittorie nei GP in varie discipline. Naturalmente ci sono stati anche momenti difficili e infortuni, ma questo ha a che fare con la natura del motorsport. Tuttavia, KTM ha aggiunto in modo impressionante al suo bilancio altri 11 titoli mondiali”. Successi che però non bastano a distogliere l’attenzione da oltre due miliardi di debiti e meno che mai da prospettive che al momento non lasciano intendere niente di buono, anche se nello stesso video l’azienda austriaca prova a rivolgersi direttamente ai suoi clienti oltre che ai suoi tifosi.
“Il nostro obiettivo – prosegue infatti il comunicato - per i prossimi 90 giorni è stabilizzare il business e allo stesso tempo gettare le basi per una crescita e un successo sostenibili. Durante questo periodo, KTM garantisce che le motociclette continueranno a essere consegnate tramite la nostra rete di concessionari. Lo stesso vale per i nostri ricambi, i nostri accessori tecnici, il nostro servizio post-vendita e le nostre garanzie, che rimangono invariate e assicurano un supporto continuo e affidabile durante questo periodo. In KTM sappiamo che la caduta non è la fine, è il momento in cui si forgiano forza, resilienza e grandezza. Questo è lo spirito del motorsport e il cuore di KTM. Sia in pista che fuori pista, ogni volta che veniamo sconfitti diventiamo più duri, più forti e più determinati. In questo momento stiamo lavorando con pieno impegno su aggiustamenti che ci renderanno ancora più forti per il futuro. Il nostro amore per il motociclismo non conosce limiti e resteremo al vostro fianco”. Parole belle e tutto sommato anche condivisibili, ma non è da “soliti malpensanti” ricordare che il “proclama fuorviante” è stato un po’ il vero sport di KTM nell’ultimo periodo, quando s’è cercato di negare fino a che è stato possibile una situazione che stava precipitando di giorno in giorno.
Tanto che adesso, soprattutto dopo la brutta mossa di KTM di ricevere nella sua sede austriaca solo Pedro Acosta, i telefoni di manager e piloti si sono fatti roventi, visto che comunque anche "gli esclusi" Enea Bastianini, Brad Binder e Maverick Vinales hanno preteso ulteriori (e doverose) garanzie sul futuro. La situazione, oggettivamente, è difficile più che altro da un punto di vista psicologico e lo ha ammesso anche Carlo Pernat, manager di Bastianini, nel recente articolo di Massimo Calandri per Repubblica. “La situazione è drammatica - ha dettoilmanager genovese - Ma mi hanno garantito che la squadra corse è fuori da questo tsunami finanziario. Qualche giorno fa, sulla pista di Jerez, i collaudatori Dani Pedrosa e Pol Espargarò hanno provato il nuovo telaio. La stagione non è in discussione, anche se da un punto di vista psicologico non sarà facile. Siamo tutti preoccupati, inutile negarlo. Per il 2026, vedremo. Una cosa così non mi era mai capitata. Ho ricevuto pure adesso una telefonata di Hervè Poncharal, il patron del Team Tech3, e mi ha appena confermato che hanno comprato i biglietti aerei di tutte le trasferte dell’anno. Carmelo Ezpeleta, il padrone della Dorna, non può permettersi di perdere 4 moto a 2 mesi dalla prima gara. Si corre, almeno per ora. Ma che casino