La Vita Spericolata la fanno fin da quando erano bambini e il babbo Julià li ha messi entrambi sopra alle minimoto da cross quando sapevano sì e no camminare e, adesso, il testo di Vita Spericolata, di Vasco Rossi, sembra perfetto anche per descrivere il nuovo rapporto che c’è tra Alex e Marc Marquez. Fratelli inseparabili, di quelli che hanno una sintonia che ogni genitore sognerebbe, ma che adesso non potranno più condividere proprio tutto.
Certo, condivideranno ancora il tempo libero, condivideranno ancora la nuova casa di Madrid e i loro due bassotti, condivideranno le amicizie e pure qualche allenamento, ma adesso uno corre con la Honda e l’altro con la Ducati. E parlare di lavoro potrebbe diventare pericoloso. Lo ha ammesso in una recente intervista anche lo stesso Alex Marquez: “Ora lui avrà i suoi problemi e io i miei. Non saranno più problemi condivisi!” Netto e sintetico, per descrivere una situazione che è nuova, ma che probabilmente è migliore di quella appena chiusa, visto che Alex Marquez riconosce che per lui era difficile parlare con il fratello di tutte le difficoltà che ha incontrato passando tre anni nei box della Honda. “A volte la situazione –ha aggiunto – mi creava instabilità”.
Adesso quel periodo è alle spalle e l’essere rivali ancora di più di quanto lo siano stati negli ultimi tre anni sembra non creare troppi problemi ai due fratelli. Perché è vero che la sintonia è piena, ma è vero pure che le diversità ci sono e ognuno dei due ha imparato ad accettarle. “Siamo molto diversi nel carattere e questo ci completa molto bene l'un l'altro – spiega ancora Alex - Io sono più tranquillo e medito sulle cose molto più di lui. Io cerco di trasmettergli buon senso e riflessione, mentre Marc è più impulsivo. Penso che se fossi stato come lui ci saremmo picchiati continuamente".
La diversità, quindi, come chiave per andare d’accordo, con Alex Marquez che ripercorre anche i tre anni terribili di suo fratello. “Sono passati tre anni brutti da quando si è fratturato l'omero. Il 2020 è stato un po' più difficile per me perché ero suo compagno di squadra e l'ho vissuto ancora più da vicino, ma dopo tanto tempo ci si abitua all'incertezza, al non vederlo lì. Sempre con preoccupazione, ma alla fine faceva parte della nostra quotidianità. Il 2022 è stato l'anno più difficile per Marc perché è entrata in gioco la diplopia. Sono sempre stato con lui, sostenendolo nonostante sia molto difficile coniugare l'essere fratello e pilota avversario”. Però è così che i due fratelli di Cervera sono cresciuti e è così che andranno avanti, anche se adesso non potranno più parlare “dei rispettivi problemi sul lavoro”. Paradossalmente chi sembra averne di meno tra i due è proprio Alex che, al contrario di Marc, è entusiasta della sua moto: “La spinta che sto vivendo in questo inizio anno è molto migliore di quella con la Honda - confessa Alex – La Desmosedici è una moto che ha molto potenziale e non sono ancora arrivato al limite delle sue possibilità, sfruttandole fino all’ultimo”.