Pol Espargarò non si tiene più. Nei giorni scorsi il pilota spagnolo ha tuonato contro KTM, che l’anno prossimo ha scelto per lui il ruolo di collaudatore così da fare spazio a Pedro Acosta dopo il lungo tira con Dorna per avere sei moto in pista, e, adesso, ha scelto di raccontare anche i due anni difficilissimi trascorsi in Honda, su sponda Repsol. “Venivo da risultati ottimi con la KTM, mi sentivo molto forte – ha ammesso nel podcast di Giovanni Zamagni, A tutto gas, per Moto.it – Quando ho avuto l’offerta da parte della Honda ho pensato che fosse l’occasione della mia vita: quello è il marchio che ha fatto la storia e il Team Repsol ha vinto quanto nessun altro. Purtroppo, però, le cose non sono andate come speravo”.
Prima di lui ci avevano fallito in molti, compreso un certo Jorge Lorenzo, ma Pol Espargarò sentiva di poter dire la sua, nonostante tanti lo avessero avvisato sulle criticità a cui andava incontro. Non ultimo il carattere di Marc Marquez, uno che fa sentire tutto il suo peso anche quando non c’è. “Marquez veniva dal lungo infortunio e all’inizio i rapporti sono stati buoni” – ha proseguito Pol Espargarò. I problemi, però, sono cominciati poco dopo. “Non me l’aspettavo – ha proseguito il pilota della GasGas - quando ho iniziato ad andare forte è diventato tutto più difficile, quando sono arrivato primo a Mandalika o ho iniziato la stagione con il podio in Qatar… Ero un po’ più avanti di Marc e gli atteggiamenti sono cambiati. Devo dire la verità, è stata dura, c'è stato qualche problema all'interno del box”.
Un clima difficile da sostenere, perché – come raccontato anche da Alex Marquez – i tecnici di Honda tendono a tenere in considerazione solo l’opinione di Marc, anche quando non è in sella. “Pensavo che la Honda stesse molto più avanti – ha chiosato – sono stati due anni molto duri”.
Le difficoltà, però, non sono ciò che lo spaventa, tanto che adesso, nonostante la consapevolezza che non avrà una vetrina per mettersi in mostra nel 2024, non pensa che la sua carriera si finita. Anzi: “troverò il modo per rilanciarmi, magari per restare in MotoGP o provare una qualche nuova avventura”. Correre in moto, quindi, resta la passione della vita, anche se non è stato sempre così: “Quando ero piccolo mi piacevano le moto –ha raccontato - ma a mio fratello Aleix piacevano molto di più. Da piccolo facevo il portiere e mio padre mi ha messo davanti a una scelta: la moto o il calcio. E poiché volevo essere come mio fratello maggiore, ho scelto le motociclette. Però oggi sono felicissimo di quella scelta”.