Di manico ne ha tanto e è stato, probabilmente, l’ultimo inglese capace di rappresentare una speranza vera per il motociclismo britannico. Però Scott Redding è anche uno che a un certo punto della sua carriera si è perso e in questi giorni ha deciso di spiegarne le ragioni. “Negli anni della MotoGP vivevo al limite e ho incontrato anche l’alcool” – ha ammesso in una intervista a Motosprint.
Qualche successo in pista, la vita sregolata e stagioni che potevano andare meglio, fino all’uscita di scena e allo stop forzato di una carriera che, a quel punto, sembrava finita. Con Redding che riuscì a trovare una sella solo nella British Superbike. Ho iniziato a fare un cambiamento positivo dopo la MotoGP – ha raccontato ancora - in un momento in cui stavo andando a picco. Al BSB ho avuto un vero anno alla Scott Redding, facendo quello che volevo in un campionato che me lo permetteva, ma poi ho capito che per tornare in un mondiale dovevo cambiare. Smettila di essere James Hunt, mi sono detto, e sii più professionale. Rinunciare all'alcool ha aiutato più la persona che il pilota, poi mi sono circondato di persone che mi hanno migliorato, sotto tutti gli aspetti”.
Il riferimento, manco a dirlo, è a sua moglie, che gli è stata vicino nei momenti più difficili, ma che ha saputo tenere anche la barra dritta quando il pilota (e l’uomo) sembrava aver perso completamente la bussola. “Onestamente – ha aggiunto Redding - lei è stata la fonte della mia rinascita. Abbiamo avuto dei momenti difficili all'inizio della relazione, totalmente colpa mia, ma poi ho capito che lei era la persona giusta per me ed era necessario un cambiamento. Dopo una forte discussione le dissi 'se non ci sei domani, capirò', e lei è rimasta. Questo mi ha convinto a cambiare. Io me ne sarei andato, lei no, e da allora non ho provato l'alcool per un anno. Ora ho imparato a cavarmela, sono sposato e lei è la persona giusta. Non avrei mai pensato che un giorno mi sarei sposato, ma eccomi qui".
Nel mezzo c’è stato il ritorno a un mondiale, in Superbike, con Ducati e un titolo sfiorato fino alla decisione, da parte di Ducati, di rompere il rapporto e provarci ancora con Alvaro Bautista. Un addio che forse Redding non si aspettava fino in fondo, così come non si aspettava che essere competitivo con una BMW sarebbe stato così tanto difficile. Anche se a condizionare il britannico non è tanto la moto che guida, tanto l’aria che si respira nei fine settimana di gara in Superbike. “Se il regolamento rimane quello che è – ha concluso - nel 2024 vedremo un altro anno dominato da un solo pilota, il che non va bene per il campionato. È stato bello vedere Bautista vincere l'anno scorso, ma quest'anno le gare non sono nemmeno divertenti: sai che vincerà la Ducati con lui in sella. Lo scorso anno Razgatlioglu e Rea sono riusciti a lottare, mentre ora devono quasi lavorare insieme per avere qualche possibilità. La gente guarda le gare per divertirsi, ma oggi sono una merda".